Gli Europei sono iniziati, la Francia ha vinto la sfida inaugurale contro l’ostica ma non certo talentuosa Romania e Payet è già sugli scudi dopo appena 90′. Tutto molto bello, come diceva qualcuno. Il problema è che il calcio giocato ha catalizzato già adesso tutte le attenzioni su di sé, oscurando anche la stessa cerimonia d’apertura (o come la si vuole chiamare), nella quale ha recitato il ruolo della stella indiscussa il buon David Guetta. Del resto, avere in casa un deejay di enorme fama internazionale deve aver semplificato parecchio, agli organizzatori francesi, il processo di decisione sull’artista musicale da invitare nella serata d’inizio degli Europei.
Il più famoso fratello maggiore di Nathalie (notissima al pubblico di Don Matteo in quanto interpreta Natalina sin dagli inizi della fortunatissima serie RAI, quindi con un target di pubblico non coincidente con quello di David così che la quiete familiare è salva) ha fatto il suo show prima del calcio d’inizio, provando a scaldare ancor di più un ambiente già molto teso di suo: tra la memoria dell’attentato di qualche mese fa e l’eccitazione per il debutto dell’Équipe, il pubblico transalpino probabilmente non ha fatto troppo caso al biondissimo David e, anzi, ci sentiamo di ipotizzare che sarebbe bastato mettere ai piatti anche a Raymond, il figlio della signora Sophie, quella del quinto piano della casa rossa di rue Meynadier, che è molto bravo e fa anche qualche seratina nei locali di quartiere. E, oh, ci fa anche qualche soldo, sapete: non sarà magari il primo della lista ma neanche l’ultimo degli… (ci siamo capiti).
Il problema è che a nessuno fregava niente di David Guetta, né tra i presenti allo stadio né tra i telespettatori perché la cosa veramente importante era la partita, altro che balle. E, povero David, lui questo non se lo meritava neanche un po’ perché s’è impegnato per comporre la canzone di Euro 2016, s’è impegnato sul serio e ci teneva molto. Ah, se vi sembra un po’ – tanto – simile a qualcosa che avete già sentito è colpa del genere, che è un po’ ripetitivo, non di Guetta. Però va detto anche che se ve ne piace una poi vi piacciono tutte, non è che ci siano solo lati negativi.
In fondo spiace vedere così tanta gente presa più da ventidue tizi che corrono dietro a un pallone che non da uno dei più grandi deejay contemporanei: dovremmo cospargerci il capo di cenere e chiedere scusa a David Guetta, perché siamo dei trogloditi che si sono emozionati più al gol (irregolare) di Giroud che non all’ondeggiare della sua chioma color miele nell’aere parigino, perché abbiamo preferito le danze sul pallone di Payet alle coreografie di ballerini e comparse della cerimonia d’apertura, perché ci siamo sentiti più soddisfatti – anche se la Romania avrebbe meritato qualcosa di più – al fischio finale che non al termine dell’ascolto del deejay set.
Perdonaci David, di cuore, non sapevamo quel che stavamo facendo, non te lo meritavi eppure noi ti abbiamo dimenticato in un nanosecondo, giusto il tempo di veder scendere in campo le squadre e già avevamo rimosso la tua canzone e le tue danze scoordinate sui piatti. Non ti meritiamo e non ti meritavamo.
E il nostro peccato vero, quello che invece non puoi perdonarci, è che ci va benone così. Scusaci ancora, niente di personale.