Verso Rio 2016 – Dieci atleti sotto la stessa bandiera: il Team Refugees
Sono dieci, vengono da paesi differenti colpiti da diverse guerre civili, ma dal 5 agosto saranno uniti da un’unica bandiera, quella olimpica. Stiamo parlando degli atleti che faranno parte del Team Refugees presente a Rio 2016.
La decisione di creare una squadra di rifugiati politici è nata dalla voglia di dare un segnale di speranza per tante persone che stanno vivendo in prima persona le barbarie della guerra civile; al tempo stesso però vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica la situazione drammatica vissuta da molti paesi, soprattutto in territorio africano. Storie di guerre, di violenze e di morte, spesso dimenticate o trattate in modo differente da quella parte del mondo più “fortunato”. Spirito decoubertiano da una parte, fratellanza e aiuto verso chi ne ha bisogno dall’altra. Gli atleti del Team Refugees gareggeranno in diverse discipline e avranno il pieno supporto del comitato olimpico durante la loro avventura.
Ma conosciamo meglio i dieci protagonisti di questa avventura. “Sono stata separata dalla mia famiglia e ho pianto molto, ma lo judo è riuscito a rendere la mia vita migliore” a raccontarlo è la judoka congolese Yolande Bukasa Mabika, che sarà iscritta nella categoria 70 kg. Per il suo connazionale Popole Misenga, anche lui judoka nei -90 kg, si tratta di: “Un sogno, un sogno di tutti gli africani. Il CIO ci ha dato questa opportunità e io gareggerò per tutti i rifugiati”.
In cinque provengono dal Sudan meridionale, che a Londra 2012 portò il maratoneta Guor Marial: l’ottocentista Yiech Pur Biel, il quattrocentista James Nyang Chiengjiek, la ottocentista Rose Nathike Lokonyen e infine Paulo Amotun Lokoro e Anjelina Nada Lohalith, impegnati rispettivamente nei 1500 maschili e femminili. Il maratoneta etiope Yonas Kinde, invece, si allena in Lussemburgo e nel corso della maratona di Francoforte ha strappato il pass per Rio.
Dalla Siria arriva la nuotatrice Yusra Mardini; lei e sua sorella lasciarono Damasco la scorsa estate appena la guerra si è intensificata. Dalla Siria proviene anche il nuotatore Rami Anis; la sua storia ha inizio nel 2011 quando raggiunse suo fratello in Turchia, poi nel 2015 la decisione di trasferirsi il Belgio dove ha trovato spazio con il Royal Ghent Swimming Club.