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Verso Francia 2016 – Le Nazionali partecipanti: l’Irlanda

 

“Messieurs faites vos jeux”. Chi salirà stavolta sul trono europeo dopo il dominio spagnolo delle ultime due edizioni? Ventiquattro Nazionali si daranno battaglia e si contenderanno il titolo continentale: proviamo a conoscere meglio ciascuna partecipante a Francia 2016 attraverso due appuntamenti quotidiani, uno alle 10 e uno alle 18. Ecco a voi tutte le squadre in lizza.

 AMARCORD EUROPEO  È a fine anni 90 che la Repubblica d’Irlanda riesce a iscriversi al gran ballo del calcio continentale. La leggenda Jack Charlton, campione del mondo nel 1966 e allenatore del Middlesbrough tra il 1973 e il 1977, guida verso Euro 88 un gruppo rinfoltito e rafforzato da tanti calciatori inglesi qualificati per l’Irlanda grazie alle origini famigliari; l’orgoglio di rappresentare le origini dei propri genitori e quello dimostrato sul campo: primo posto nel girone di qualificazione e pass per la Germania Ovest. Qui il cammino si fermerà ai gironi, ma non senza la soddisfazione dello 0-1 rifilato agli inglesi a Stoccarda. Di nuovo qualificati nel 2012, per uscire nuovamente subito.

LA STRADA PER LA FRANCIA  Galeotto fu l’allargamento, ma non solo: terza forza nel girone, davanti ai “cugini” della Scozia, playoff risolto grazie alla doppietta di Walters all’Aviva Stadium, dopo l’1-1 dell’andata in Bosnia. Decisivi, viste le incertezze e i passi falsi negli scontri diretti con gli scozzesi, i 4 punti raccolti contro la Germania campione iridata: del veterano O’Shea al 94′ il pari a Gelsenkirchen, di Long il gol partita a Dublino l’8 ottobre 2011.

LA DIFESA – C’è l’eterno Given (134 presenze), ma giocherà Randolph, secondo portiere del West Ham. Coleman, ottimo in fase di spinta e forte di un’esperienza pluriennale all’Everton, è ovviamente il punto di forza: dimenticate le difficoltà durante la gestione Trapattoni, il terzino destro è uno dei pochi calciatori di spessore realmente internazionale a disposizione di O’Neill: l’eterno O’Shea forma la coppia centrale insieme a Keogh (Derby County), con Brady che nasce giocatore offensivo.

CENTROCAMPO  Il Guardian la definisce un hard-working side e l’Irlanda ha nel centrocampo di lotta e di governo la sua speranza. Di Whelan si parla sempre troppo poco, McLean ha voglia di far parlare di sé non solo per questioni politiche, si punta sulla compattezza del blocco Everton: McGeadyMcCarthy hanno vissuto sotto Martínez un ibrido tra il calcio britannico tradizionale e una visione spagnoleggiante del gioco.

ATTACCO – Keane è leader, recordman di presenze e reti, cuore pulsante di una nazione. Nella MLS non ha dimenticato come si segna ma in Francia servirà soprattutto la potenza aerea di Long (13 gol tra campionato e coppe al Southampton), oltre ai guizzi di Walters. nativo della Merseyside ma qualificato per l’Irlanda grazie alla madre irlandese: imprevedibile, diretto, fastidiosissimo per i difensori avversari, può essere davvero l’arma in più. Si giocherà le sue chance Murphy, 27 gol nel 2014-2015 con l’Ipswich nella seconda serie inglese.

IL PUNTO DI FORZA  Gli esterni difensivi spingono che è una bellezza. In particolare Coleman, ormai la stella dell’Everton, approfitta di Euro 2016 per trovare quella dimensione internazionale da cui i Toffees sono lontani. Long vede la porta e Walters creerà non pochi grattacapi ai reparti arretrati di Belgio, Svezia e Italia.

IL PUNTO DEBOLE  Centrali difensivi attesi da una prova molto dura: O’Shea e Keogh non sono esattamente Terry e Ferdinand e contro Ibrahimović, Lukaku, Insigne e compagnia sarà dura. Perplessità anche sul piano tattico e sull’adattabilità al calcio continentale di un gruppo composto unicamente – Keane a parte – di calciatori di militanza inglese; livello teoricamente un po’ troppo alto per chi gioca in Championshiop ed è abituato a ben altro football.

IL COMMISSARIO TECNICO – Un po’ meno tradizionalista – occhio alla libertà concessa ai terzini – rispetto a Trapattoni, del quale manterrà l’approccio prudente specialmente contro gli avversari più tosti. Nativo dell’Irlanda del Nord (rappresentata 64 volte sul campo), Martin O’Neill ha allenato ovunque in Gran Bretagna; Celtic e Aston Villa i punti più alti e proprio a Birmingham s’è un po’ inceppata una carriera all’epoca lanciata verso il top: mancata qualificazione in Champions, eliminazione un po’ indigesta dall’Europa League e un addio sul quale rimangono ancora un po’ di perplessità.

LA FORMAZIONE TIPO – (4-5-1): Randolph; Coleman, Keogh, O’Shea, Brady; Hendrick, McCarthy, Whelan, Hoolahan, Walters; Long.

PROSPETTIVE EUROPEE  Girone obiettivamente proibitivo e l’Irlanda è senz’altro la meno forte tra le quattro. Certo non è né vuole essere squadra materasso, alla luce anche del valore dei Coleman, dei Whelan, dei Brady e dei Walters. Se protegge, magari grazie al lavoro dei centrocampisti, i centrali difensivi e questi reggono contro Ibrahimović, Lukaku e gli italiani, una speranza c’è, vista anche la formula della manifestazione.