Maldini: “Nessuno dei grandi campioni del passato trova spazio nella dirigenza del Milan”
Paolo Maldini, dopo le affermazioni di Berlusconi nei giorni scorsi, ha parlato a Telelombardia, fornendo una sua opinione molto precisa dell’attuale dirigenza rossonera. Queste le parole dello storico capitano del diavolo:
Attualmente al Milan direi che c’è un po’ di confusione. Il doppio ad non funziona. C’è mancanza di unità d’intenti tra il signor Galliani e Barbara Berlusconi. Manca un progetto e ci sono meno investimenti rispetto a una volta. Aver avuto 5 allenatori negli ultimi anni non aiuta, tra cui tre esordienti.
Berlusconi ha detto che sono disponibile ad andare al Milan: è vero che io sono cooproprietario del Miami FC, ma non ho nessun ruolo all’interno della società. Ho aiutato a trovare un ds e un allenatore. Io vivo a Milano, non vivo negli Stati Uniti a differenza di quello che si dice. Io ho sempre cercato di costruire il mio futuro basandomi esclusivamente su me stesso e senza chiedere mai nulla a nessuno. Ho fatto la carriera che ho fatto senza mai scendere a compromessi. Una volta finito è finito. Di conseguenza mi sono creato l’alternativa al calcio. Non è detto che chi sia stato un campione all’interno della società debba per forza essere un dirigente. La verità è che in questi anni molte delle persone che hanno lavorato al Milan mi hanno cercato per chiedermi aiuto. Leonardo, Allegri, Seedorf e dopo Barbara Berlusconi mi hanno chiamato in questi anni. Sono sempre andato ad ascoltarli. Ho una bellissima vita che non è fatta di solo calcio, del calcio sono ancora appassionato e sarò sempre un tifoso del Milan. Non sono io che che chiamo per dire la mia opinione, sono loro che ogni tanto mi sentono per cercare aiuto.
Se io dovessi un giorno prendere un ruolo operativo in una società come il Milan quello che vorrei sarebbe essere responsabile e avere il mio diritto di scelta. Di conseguenza credo sia da rispettare il fatto che la società attuale non abbia visto in me una persona idonea a qualche ruolo all’interno della società.
Il problema non è Galliani in sè: è a livello di competenze il Milan manca. Paradossalmente il Milan è la società che ha più dipendenti in Italia, ma è sottostrutturata per quello che riguarda l’aspetto sportivo. L’area tecnica è lacunosa. Per quello chi mi ha chiamato voleva un supporto tecnico-tattico. Dicevano: “Ma se io voglio parlare di calcio, con chi parlo? Chi è che mi controlla?” Infatti il problema non è che Maldini non lavora nel Milan, ma che il Milan ha avuto tanti campioni e nessuno di loro trova un posto in questa società. Questo non succede al Bayern o al Barcellona. Lì la tradizione conta e ha un peso anche sulle nuove generazioni. Questo al Milan si è perso.
La situazione del Milan, ora, è questa: io credo che il gruppo di calciatori ha ben chiaro come si sia arrivato a determinati risultati. Secondo me il Milan ha pensato che i grandissimi calciatori potevano anche essere sostituiti da altri meno grandi e che bastasse la società a trasmettere gli ideali vincenti. Non è così. Noi ci eravamo divisi i compiti e c’era un grande rispetto dei ruoli. Le due vite erano quasi separate tra Milanello e società. C’era una gestione autonoma di quello che era Milanello, il rapporto tra area tecnica, allenatori e giocatori. Questo non è stato capito dalla società e questi sono i risultati. Quello che mi spiace è che tanti ragazzi che hanno fatto grande questa società vorrebbero ridare qualcosa a questa società ma non ne hanno la possibilità. E non riguarda soltanto me.
Credo sia assurdo pensare a una nuova proprietà. Se ne parla da anni. Il presidente Berlusconi, al quale io voglio un mondo di bene, sa come sono fatto e credo mi apprezzi. Giustamente io faccio le mie valutazioni su eventuali compatibilità o meno. Se sono ancora disponibile? Io credo che all’interno della società attuale assolutamente no, perché abbiamo delle visioni completamente opposte. Veramente, non lo faccio per snobismo, ma davvero perché mi sono creato una vita al di fuori del calcio che è fantastica. Trovare il tempo per me stesso è preziosissimo. Potrei cambiare questo stile di vita per qualcosa di incredibilmente emozionante che potrebbe essere un’avventura nel calcio.
Com’è possibile che una nuova proprietà possa tenere lo stesso assetto dirigenziale? Non sono domande che vanno fatte a me. Se io mettessi sul piatto 750 milioni per acquistare la società vorrei che la società avesse una mia impronta e vorrei essere io a decidere gli uomini chiave all’interno della società. Mi sembra strano che la società non decida gli uomini da mettere. Poi quello che sarà non lo so”.
La nazionale ha perso degli uomini importantissimi e non ha moltissimo talento. Conte ha delle idee molto chiare e permetterà al gruppo di dare il 100%. Dove potrà arrivare è difficile dirlo. Sono più preoccupato per le prime gare. Dalla nazionale sono arrivate alcune proposte ma poi non se n’è mai fatto nulla, anche se sono sempre stati carinissimi con me.
Un Milan cinese sarebbe un cambio epocale, però dobbiamo abituarci a questi investitori stranieri. È successo nei campionati più importanti d’Europa e di conseguenza succederà anche in Italia. Non dobbiamo dimenticarci mai quello che di unico ha fatto Berlusconi, nonostante le critiche che ci sono state.
Io all’Inter se mi offrissero un posto? Impossibile.