Verso Francia 2016 – Le Nazionali partecipanti: la Slovacchia
“Messieurs faites vos jeux”. Chi salirà stavolta sul trono europeo dopo il dominio spagnolo delle ultime due edizioni? Ventiquattro Nazionali si daranno battaglia e si contenderanno il titolo continentale: proviamo a conoscere meglio ciascuna partecipante a Francia 2016 attraverso due appuntamenti quotidiani, uno alle 10 e uno alle 18. Ecco a voi tutte le squadre in lizza.
AMARCORD EUROPEO – Europei? Cosa sono? La Slovacchia è una matricola, in questa competizione. Questo, però, non vuol dire che sia una squadra facile da buttar fuori: abbiamo già avuto modo di constatarlo a nostre spese qualche anno fa, nel mondiale sudafricano (dove tra l’altro era anche lì una matricola). Quella slovacca è una squadra ricca di talento, e seppur sia alla prima competizione continentale, promette battaglia. Dall’inizio alla fine.
LA STRADA VERSO LA FRANCIA – Una vera e propria sorpresa, la Slovacchia, reduce da un girone di qualificazione chiuso al secondo posto, alle spalle della Spagna e orgogliosamente davanti all’Ucraina. Sette vittorie e un pareggio è quanto di buono fatto in dieci gare. Un risultato eccellente, merito di un gruppo gestito alla grande dal commissario tecnico, Ján Kozák, stratega di una squadra capace addirittura di batterla, la Furia Roja: quasi due anni fa, certo, ma quel 9 ottobre 2014 è una data che, in Slovacchia, pochi dimenticheranno. Terminò 2-1, con gol di Kucka e Stoch. La Spagna fu messa ko.
LA DIFESA – Una retroguardia rocciosa, quella a disposizione del ct. La Slovacchia punta tanto sulla sostanza, là dietro. Questo, grazie soprattutto alla quantità offerta dai tanti giocatori che hanno imparato il mestiere in giro per l’Europa, vedi capitan Škrtel (Liverpool) e Gyömbér (tra Roma e Catania). Spicca l’esperto Ďurica della Lokomotiv Mosca, e occhio al giovane Škriniar, convocato nonostante il poco minutaggio rimediato con la Sampdoria (ma fidatevi: il talento ce l’ha, lo ha dimostrato in patria, e sa anche fare gol). In porta, il beneficio del dubbio: Mucha e Kozáčik sono entrambi esperti, entrambi validi, seppur il secondo sembri essere in vantaggio nelle gerarchie di Kozák.
IL CENTROCAMPO – Chiaramente, il punto di forza della rosa. Dici Slovacchia, dici Marek Hamšík, l’uomo più rappresentativo di questa nazionale. La sua qualità, unita al dinamismo del rossonero Kucka e alla velocità dell’ex pescarese Weiss, consentono al ct Kozák di godere di una manovra veloce e propositiva, oltre che illuminata dalle geometrie del capitano del Napoli. Attenzione, poi, al talentino Duda: classe 1994, attualmente in forza al Legia Varsavia, grande tecnica, la scorsa estate è stato molto vicino all’Inter.
L’ATTACCO – Non di grandissima qualità, a causa soprattutto dell’assenza di bomber Vittek, infortunato. Ďuriš e Nemec non possono essere considerati attaccanti di spessore. Peccato per la mancata convocazione di Zreľák, giovane in rampa di lancio: un altro classe 1994, attaccante dello Slovan Bratislava, autore di un gol nel 3-1 sulla Georgia dello scorso 27 maggio; nel 2014 segnò contro l’Italia u21 nella sfida pareggiata 1-1 (per gli azzurri, la mise dentro Belotti).
IL PUNTO DI FORZA – Ovvio, scontato, perfino banale dire Hamšík. Lui, l’uomo in più di questa Slovacchia. Lui, il faro di gioco della squadra rivelazione del Gruppo C di qualificazione. Certamente, il centrocampista del Napoli, senza la solidità di Škrtel e la tattica di Kozák, andrebbe al 50%. Perciò, il punto di forza della Slovacchia possiamo dividerlo tra la qualità di Hamšík e la voglia di un gruppo esperto a livello individuale, ma dalla gran voglia di darsi da fare a livello collettivo, ai prossimi europei.
IL PUNTO DEBOLE – L’attacco, senza Vittek, sembra davvero poca roba. Per il 34enne, fuori per infortunio, 23 gol in 81 presenze in nazionale: avrebbe fatto davvero comodo ai prossimi europei.
IL COMMISSARIO TECNICO – Ján Kozák ha fatto un grandissimo lavoro, sotto il punto di vista della mentalità. Perché questa Slovacchia, dicevamo, sarà pure una matricola, ma in campo ci va consapevole di possedere talento. Il ct, ex centrocampista della Cecoslovacchia degli anni ’70, punta molto sulla solidità difensiva, volta a rompere le azioni avversarie e colpire nelle ripartenze illuminate dal talentuoso centrocampo. Buona esperienza, tanto carisma, nulla lasciato al caso. Kozák pretende che i suoi ragazzi diano il massimo, in ogni occasione. La sua Slovacchia ha stupito nelle qualificazioni, proverà a ripetersi in Francia.
LA FORMAZIONE TIPO – (4-2-3-1): Kozáčik; Pekarík, Škrtel, Ďurica, Hubočan; Sabo, Kucka; Mak, Hamšik, Weiss; Nemec.
PROSPETTIVE EUROPEE – Dar fastidio il più possibile, ovvio. Risulta palese che la Slovacchia non sia una squadra capace di arrivare fino in fondo. Inserita nel Gruppo B con Inghilterra, Russia e Galles, possiamo dire che sarà un successo se riuscirà a superare la fase a gironi. Da lì in poi, ogni passo ulteriore sarà un’impresa compiuta.