In attesa della finale madrilena di Champions League tra Real e Atlético, che si disputerà a Milano, sabato 28 maggio, la società di consulenza KPMG ha rilasciato un report sul valore economico delle società europee di calcio: “The European Elite“.
Le squadre del vecchio continente con la valutazione più elevata sono Real Madrid e Manchester United, entrambe valgono 2,9 miliardi. Subito dietro troviamo il Barcellona (fermo a 2.7 miliardi). A seguire: Bayern Monaco (2.1), Arsenal (1.66), Manchester City (1.62), Chelsea (1.45), Liverpool (1.2), Juventus (983 milioni) e PSG (843 milioni).
A farla da padrone solo le società inglese (con ben cinque rappresentati tra le prime dieci). Le squadre d’Oltremanica pesano per il 40% sulle trentadue totali considerate nel report, con un valore aggregato di 10.17 miliardi (su un totale di 26.32). Alla base di questa forza economica vi è senza dubbio l’accordo da 2.4 miliardi di euro a stagione siglato con le emittenti televisive Sky and BT Sport per il periodo che va dal 2016 al 2019.
Le italiane fanno sempre più fatica a reggere la concorrenza delle corazzate straniere, basti pensare che Juventus, Milan (545 milioni), Inter (399), Napoli (394), Roma (358), Lazio (233) e Fiorentina (156) valgono poco più di 3 miliardi, ovvero meno di un terzo rispetto alle inglesi.
La città europea più ricca a livello calcistico è Manchester (con un valore superiore ai 4.5 miliardi), a seguire troviamo Londra (3.9) e Madrid (3.49). Più staccate le italiane, con Milano (944) che finisce dietro a Torino (dove la sola Juventus vale più delle due milanesi).
Premier League, Liga, Bundesliga, Serie A e Ligue 1 continuano a farla da padrone. Infatti solo sei compagini delle trentadue totali non militano nei cinque maggiori campionati. Ajax, PSV Eindhoven, Benfica, Porto, Fenerbahçe e Galatasaray incidono per il 5% sul valore totale e difficilmente potranno insidiare le solite note.
Per concludere si precisa che lo studio ha valutato le società europee mediante cinque indicatori: profitti (considerando il rapporto costi/ricavi), popolarità (considerando il seguito che le squadre hanno sui social media), potenziale sportivo (ovvero la capacità di generare profitti dai risultati maturati sul campo), diritti televisivi e assets di proprietà (stadio e strutture). L’analisi ha preso in considerazione i risultati sportivi e finanziari relativi alle stagioni 2013-2014 e 2014-2015.