Il Gran Premio di Monaco nella storia: un vincitore inaspettato
Sull’asfalto di Montecarlo nel corso di quasi novant’anni si sono avvicendate corse avvincenti, tragiche, sorprendenti ed emozionanti. Il circuito monegasco – inaugurato nel 1929, iscritto nel calendario della Formula 1, per la prima volta, nel 1950 e dal 1955 appuntamento abituale della stagione – ha incoronato molti vincitori inaspettati, giunti al traguardo al termine di gare spesso entusiasmanti. In questo speciale albo d’oro, merita un posto di rilievo Olivier Panis, primo classificato nel Gran Premio di Monaco del 1996.
Il campionato, iniziato in Australia in marzo, sembrava già aver trovato nella Williams la scuderia favorita per la vittoria finale, come sarebbe avvenuto, con l’unico alloro mondiale di Damon Hill. Le prime cinque gare avevano mostrato uno schiacciante predominio della scuderia inglese, che contava fra le sue fila un altro figlio d’arte, Jaques Villeneuve, destinato a conquistare il titolo l’anno successivo. La Ferrari mostrava ancora i limiti di una scuderia impegnata in una rifondazione, alla quale il talento di Michael Schumacher forniva l’ottimismo per il futuro e qualche eccellente risultato nell’immediato. A Imola, due settimane prima, il tedesco aveva ottenuto la prima pole position della stagione, ripetendosi proprio a Montecarlo.
Il 19 maggio la Ferrari partì dunque dalla prima fila, seguita dalla Williams di Damon Hill e dalla Benetton di Jean Alesi. A causa di un violento e improvviso temporale, terminato solo pochi minuti prima dell’avvio del Gran Premio, la direzione di gara decise di offrire ai piloti un quarto d’ora per poter testare l’asfalto bagnato. Durante questa sessione di prova, Andrea Montermini, sulla Forti, uscì di pista rovinando la vettura e, non disponendo di un muletto, dovette rinunciare a gareggiare.
Allo spegnimento dei semafori, Schumacher cedette subito la prima posizione a Hill, mentre nelle retrovie avvenivano i primi incidenti, con protagonisti Jos Verstappen e le due Minardi. Il primo giro fu fatale anche al tedesco della Ferrari che, complice un cordolo viscido per la pioggia, sbattè contro le barriere, danneggiando la sospensione e concludendo così la sua corsa.L’uscita del rivale parve motivare ulteriormente Hill, il quale spinse la sua Williams su ritmi insostenibili per i rivali, distaccando così Berger e Alesi su Renault e Irvine sull’altra Ferrari. Nelle retrovie intanto Olivier Panis, scattato 14esimo, guadagnava posizioni, sfruttando gli errori dei colleghi e i ritiri di Berger e Frentzen.
Con il susseguirsi delle tornate e l’asfalto sempre più asciutto, il francese si mostrò sempre più aggressivo, tanto da superare Irvine, terzo, con una manovra decisa che spinse il ferrarista a scontrarsi contro le barriere. Attorno al 40esimo giro la Williams di Damon Hill, che aveva forse preteso troppo dalla sua vettura, abbandonò la contesa per un guasto al motore. Il primato di Alesi durò però una ventina giri, fino a quando una sospensione cedette e lo costrinse a un mesto rientro ai box. Panis ottenne così la sua prima vittoria – l’ultima di un pilota francese – in un Gran Premio fermato dai commissari allo scoccare delle due ore, con tre giri di anticipo sui 78 previsti. Sul secondo gradino del podio si piazzò David Coulthard su McLaren e sul terzo Johnny Herbert su Sauber. Furono solo 4 le monoposto transitate sotto la bandiera a scacchi, a cui si aggiunsero i due finlandesi Mika Salo su Tyrrell e Mika Häkkinen su McLaren, autori di 70 giri complessivi.