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Brescia, la metafora del bicchiere per giudicare la stagione

“Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?”: è questa la domanda chiave per analizzare la stagione del Brescia nell’ultimo campionato di Serie B. Se si è ottimisti, il risultato di questa analisi sarà positivo, ma in caso contrario emergerà qualche aspetto negativo dovuto soprattutto al netto crollo del girone di ritorno.

Il vero inizio della stagione biancoblu coincide con il ripescaggio in Serie B da parte della Lega: dopo essere retrocesso sul campo, in data 4 agosto infatti viene ufficialmente riammesso nella serie cadetta grazie al fallimento del Parma. La campagna acquisti viene così improntata sul basso profilo, puntando tutto sui giovani e concludendo qualche prestito con le squadre di Serie A.

La precoce eliminazione al secondo turno di Coppa Italia per mano dello Spezia e i pochi punti nelle prime giornate di campionato hanno fatto fin da subito pensare al peggio, ma l’appoggio della tifoseria è stato totale sostenendo la squadra in ogni occasione e accorrendo sempre in massa allo stadio.

Roberto Boscaglia, con il suo carisma e le sue idee, è riuscito in poco tempo a plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza, dando un’impronta di gioco molto offensiva e mettendo in mostra le doti di molti giovani.

Il girone di andata è stato un’incredibile altalena di emozioni, culminato da vittorie casalinghe roboanti  (4-0 al Cagliari e 3-0 al Crotone) e pesanti sconfitte esterne, concluso comunque al quarto posto con il sogno play-off ampiamente alla portata. Il girone di ritorno però ha visto lentamente il Brescia spegnersi e, una volta raggiunto l’obiettivo annunciato della salvezza, gli uomini di Boscaglia non sono più riusciti ad esprimersi al meglio.

Sono tanti gli uomini copertina di questa stagione: da Boscaglia al lungimirante direttore Sagramola, passando per la regia dai piedi raffinati di Mazzitelli e i gol del bomber Geijo. Il giovane bresciano doc Morosini e il guineense Embalo hanno stupito tutti con gol bellissimi e giocate di classe, mentre il solito airone Caracciolo, seppur non al meglio della forma, ha raggiunto la doppia cifra sotto la casella reti. La difesa è stata per lunghi tratti solida e impenetrabile capitanata da Antonio Caracciolo e un portiere Minelli a volte un po’ distratto, ma in grado di esaltarsi in parate pazzesche.

Sicuramente è stato un peccato non essere riusciti a giocare fino in fondo la lotta per la promozione, ma per come era stata costruita, questa giovane squadra è andata ben oltre le aspettative regalando ai tifosi una stagione tranquilla e con più di una soddisfazione. Il prossimo campionato, nonostante le numerose partenze che ci saranno nel mercato estivo, sarà decisivo: alzare l’asticella per puntare alla promozione o mantenere un basso profilo? Il bilancio societario non è dei migliori, ma la piazza vuole continuare a sognare.