Copa América 2016 – Dai primi anni del novecento all’edizione Centenario
La Copa América si veste a festa per la sua 45esima edizione, che ricorre nell’anno del centenario. La “prima volta” fu infatti nel 1916 in Argentina, dove l’Uruguay si aggiudicò la coppa vincendo un girone all’italiana in cui c’erano anche Argentina, Brasile e Cile. Solo quattro squadre quindi parteciparono inizialmente al torneo, che vide grande protagonista e capocannoniere Isabellino Gradín (101 gol in 212 partite con la maglia del Peñarol), ma che si chiamava ancora “Copa Murature”. Alla partita decisiva tra Argentina e Uruguay, terminata 0-0, assisterono circa 17mila persone, che riempirono l’Estadio Colón y Alsina, a quel tempo lo stadio del Racing (chiuso nel 1947 e demolito un anno dopo per fare spazio al Cilindro).
Il nome “Campionato Sudamericano de Football” venne utilizzato per la prima volta l’anno successivo, in cui l’Uruguay, detentore del titolo e paese ospitante, si aggiudicò nuovamente il torneo superando le stesse avversarie. La vittima illustre fu ancora l’Argentina, questa volta sconfitta nell’ultima partita dalla Celeste grazie a un gol di Carlos Scarone (che segnerà in totale 13 gol nella sua carriera in Copa América), idolo assoluto del Nacional.
Nel 1921 entrò a far parte della CONMEBOL, e di conseguenza prese parte al torneo, il Paraguay, che si rese subito protagonista di una clamorosa vittoria sull’Uruguay. Col passare degli anni entrarono nella manifestazione anche Perù, Bolivia, Ecuador e Colombia (quest’ultima nel 1936). Proprio il Perù si mise subito in luce, vincendo la coppa per ben tre volte tra il 1927 e il 1939. A trascinare i biancorossi fu Teodoro Fernández, terzo miglior marcatore di sempre del torneo con 15 reti e considerato ancora oggi il più grande giocatore peruviano di tutti i tempi.
Il periodo tra il 1941 e il 1959 fu invece un dominio dell’Argentina, capace di vincere sette edizioni su undici. Di Stefano, Labruna, Angelillo e Maschio furono alcuni dei protagonisti che in quegli anni monopolizzarono la scena sudamericana, lasciando le briciole alle altre nazioni.
Nel 1975, a otto anni dall’ultima edizione disputata, si decise di ridare vita al torneo rinominandolo “Copa América” e adottando un cambiamento totale della formula: tre gironi , semifinali e finale al posto del girone unico. Per la prima volta tutte e dieci le nazionali (compreso il Venezuela, entrato nel 1967) parteciparono e si giocarono partite di andata e ritorno senza che ci fosse una Paese ospitante. Questo metodo verrà utilizzato fino all’edizione del 1983, vinta da un Uruguay trascinato da un superbo Francescoli.
Quattro anni dopo, la CONMBEBOL ritornò a volere una nazione che ospitasse la Copa América: da questo momento, ogni nazione ospiterà il torneo a turno secondo l’ordine alfabetico. Ad aprire le danze toccò quindi all’Argentina.
Le grandi novità continuarono però nel 1993, quando si decise di portare il numero delle partecipanti da dieci a dodici: oltre alle squadre della CONMEBOL, venne stabilito che potevano essere invitate due squadre “esterne”. La scelta in questo caso cadde, come spesso sarà anche in futuro, su due membri della CONCACAF, la federazione calcistica nordamericana: Messico e Stati Uniti (negli anni successivi parteciperanno anche, a turno, Costa Rica, Giamaica, Giappone e Honduras).
Fino al 2001 si giocò ogni due anni, con Uruguay, Argentina e Brasile che si spartirono i titoli potendo contare su campioni del calibro di Batistuta, Simeone, Edmundo, Ronaldo, Romario e Rivaldo. Con l’inizio del nuovo millennio però, una squadra alzò al cielo la coppa per la prima volta nella sua storia: la Colombia. Era dalla Bolivia del 1963 che non si aveva una “nuova” nazione campione, anche se questa fu un’edizione molto particolare. Nel 2001 in Colombia la situazione era totalmente instabile, con gli scontri tra le forze governative e i guerriglieri delle FARC, oltre al narcotraffico, che imperversavano mettendo la popolazione in uno stato di terrore. Dopo la proposta di spostare il torneo in Venezuela o di rinviarlo di un anno (cosa impossibile vista la presenza dei Mondiali), la CONMEBOL decise di lasciare l’organizzazione alla Colombia. Brasile e Uruguay mandarono formazioni di secondo piano, l’Argentina invece rinunciò all’ultimo costringendo la federazione a invitare in fretta e furia l’Honduras, che giungerà in Colombia due giorni prima dell’esordio contro la Costa Rica. La Colombia comunque vinse la finale contro il Messico con un gol del suo capitano e giocatore dell’Inter Ivan Ramiro Córdoba.
Chiusa la parentesi colombiana, il Brasile si riprese subito la scena vincendo le edizioni 2004 e 2007 battendo in entrambe le occasioni gli odiati rivali dell’Argentina in finale. Per i verdeoro le quattro coppe vinte in cinque edizioni resteranno nella storia, con il 3-0 sull’albiceleste nella finale di Maracaibo come ciliegina sulla torta.
Per l’Argentina, che non vince la Copa América dall’ormai lontano 1993, i bocconi amari da digerire non finirono però in Venezuela: nel 2011 infatti, la squadra allenata da Batista giocava in casa e con i favori dei pronostici, ma vide spegnersi le speranze di gloria nei quarti di finale ai calci di rigore contro l’Uruguay. Come se non bastasse, la Celeste si laureò poi campione, con Suárez premiato miglior giocatore.
Arriviamo così all’ultimo atto, giocato nel 2015 in Cile. Come tutti sappiamo, la Roja di Sampaoli conquistò la sua prima Copa América della storia (davanti a quasi 50mila tifosi a Santiago) superando in finale ai calci di rigore l’Argentina, con errore decisivo dagli undici metri di Higuaín e di Banega.
Che questo 2016 possa essere l’anno del riscatto per Messi e compagni dopo tante delusioni? Chissà se l’edizione Centenario, in cui esordiranno Panama e Haiti nella manifestazione e per la prima e unica volta ci saranno al via sedici squadre , non possa essere quella della grande rivincita. Il fenomeno del Barcellona finora non ha mai vinto una Copa América, ma non pensate che sia in cattiva compagnia: neanche Maradona e Pelé infatti sono mai riusciti ad alzare al cielo la coppa più importante del Sud America.