Fortunato chi era presente al Foro Italico: il quarto di finale, che poi era una mezza finale anticipata, tra Djokovic e Nadal non ha deluso le aspettative scaturendone un match spettacolare e sancendo di fatto il definitivo ritorno dello spagnolo e l’assoluta solidità del serbo.
Era la partita numero 49 tra questi gladiatori del tennis che hanno dominato le ultime edizioni degli Internazionali d’Italia: bisogna risalire infatti al 2004 per trovare un vincitore diverso da questi due, con Nadal che comanda con 7 vittorie e Djokovic insegue a 4. Il bilancio complessivo tra i due vede il serbo in vantaggio di tre lunghezze, forte del fatto che non perde contro Nadal dalla finale del Roland Garros del 2014.
Ma ieri sono state due ore e ventisei minuti di tennis altissimo, in cui tutto il pubblico è uscito dalla realtà per assistere a qualcosa di epico, in cui perfino il vento (a tratti fastidioso) non ha voluto mancare assistendo all’appuntamento con il miglior tennis possibile ed immaginabile.
Poco conta chi è uscito vincitore perchè fortunatamente il tennis (a differenza del calcio) lascia intravedere più sportività e, anche i tifosi dello sconfitto, saranno sicuramente appagati dalla qualità vista in campo. Novak Djokovic si dimostra ancora una volta il numero uno, in tutto e per tutto, annichilendo un Nadal che è riuscito in più di un’occasione a metterlo in grande difficoltà spazzando via ogni dubbio: il mancino di Manacor è tornato quello visto fino a un paio d’anni fa.
Il serbo veniva dal 6-0 subito il giorno prima da Bellucci e, anche nel quarto di finale, l’inizio non è certamente trascendentale. Nadal non si fa pregare due volte e comincia ad accelerare con il suo mancino strappando in apertura il servizio a Djokovic e portandosi sul 4-2. Djokovic soffre, rischia di capitolare più volte, ma annulla ogni tentativo di secondo break del maiorchino fino ad accorciare le distanze. A questo punto scatta qualcosa dentro il numero uno del mondo, un motto d’orgoglio, che gli consente alzare il livello e trovare più profondità con i suoi colpi pareggiando la situazione per poi portarsi in vantaggio.
Sul 6-5 per il serbo, è Nadal a servire: il gioco si protrae ai vantaggi, è estenuante, ma entrambi i giocatori non si tirano indietro sfoderando colpi eccezionali. Emblematico l’ultimo punto del primo set: Nadal comanda lo scambio, smasha a rete, ma Djokovic è un muro impenetrabile e rimanda al mittente ogni colpo costringendo lo spagnolo a provare un drop sul quale ci arriva e chiude il punto con una volèe tutta d’istinto e riflessi. 7-5 Djokovic e pubblico in visibilio.
Il secondo parziale si apre sulla falsa riga del primo: Nadal passa subito a comandare gli scambi e si porta in vantaggio non concedendo palle break fino al game decisivo: sul 5-4 va lui a servire per il set. Lo spagnolo ha ben cinque set point, ma non ne trasforma neanche uno, mentre Djokovic, alla prima occasione, gli ristrappa il servizio pareggiando i conti. Si arriva così al tie-break: il pubblico è ormai in estasi, ma per tutta la durata dell’ultimo game resta con il fiato sospeso. La tensione è alle stelle e punto dopo punto emerge la qualità mentale del numero uno del mondo: Djokovic non molla mai e, anche quando sempre spacciato, ritrova in sè le sue migliori armi per battere l’avversario. Il tie-break è deciso sostanzialmente da soltanto un paio di punti: termina 7-4 per il serbo che accede così alle semifinali.
Sulla sua strada ora si presenta Kei Nishikori e, molto probabilmente, in finale Andy Murray, apparso in formissima questa settimana. Nadal lascia invece Roma con qualche rammarico per non aver sfruttato le occasioni avute, ma anche con la consapevolezza che può tener testa al numero uno del mondo.
Il prossimo appuntamento è il Roland Garros e, con ancora negli occhi questo magnifico livello di tennis, la speranza di rivedere i due di nuovo opposti (magari in finale sarebbe meglio) è concreta e allettante, per il bene di tutto il tennis.