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Il Gran Premio di Spagna nella storia: un finale emozionante

Il circuito di Montmelò, dove da venerdì avrà ufficialmente inizio il quinto appuntamento del Mondiale di Formula 1, rappresenta un tracciato familiare per i piloti. Proprio qui infatti si sono svolti i test pre-campionato nei primi giorni di marzo. La sua inaugurazione, avvenuta nel 1991, rappresentò uno dei tasselli in un simbolico mosaico di “rinascita catalana”, iniziata negli anni ’80 con la fine del Franchismo e culminata nei Giochi Olimpici organizzati a Barcellona nel 1992. Prima di allora il Gran Premio di Spagna ebbe come palcoscenici Jarama, vicino a Madrid, Montjuïc, nei pressi di Barcellona e Jerez de la Frontera, in Andalusia. Quest’ultimo autodromo, nel 1994 e nel 1994, venne scelto come sede del Gran Premio d’Europa, permettendo così alla Spagna di presentare due appuntamenti nella medesima annata.

Anche nel 2001, come oggi, a Montmelò si disputò la quinta competizione stagionale e anche allora in vetta alla classifica dei piloti, seppure in coabitazione con David Coulthard, spiccava un tedesco: Michael Schumacher. Il campione del mondo in carica aveva vinto due dei precedenti Gran Premi, mentre lo scozzese su McLaren, vincitore in Brasile e secondo a San Marino, sembrava pronto a indossare le vesti dello sfidante principale, grazie anche agli inconvenienti tecnici riscontrati dal compagno di scuderia Mika Häkkinen. Le qualifiche del sabato in Catalogna, però, mostrarono come il finlandese fosse deciso a stravolgere nuovamente le gerarchie del team, per ricominciare il duello con il rivale ferrarista che aveva caratterizzato i precedenti campionati.

Häkkinen durante le prove si rivelò l’unico in grado di avvicinarsi ai tempi di Schumacher, mentre Coulthard dovette accontentarsi di un terzo posto, vanificato il giorno dopo da uno spegnimento del motore prima del giro di ricognizione, che lo costrinse a piazzarsi sul fondo della griglia. Allo spegnimento dei semafori la Ferrari del tedesco mantenne agevolmente la testa, grazie a una partenza veloce e pulita già sperimentata nelle gare precedenti. Questo non bastò però a distanziare il finlandese che, come mostrato in qualificà, parve essere l’unico in grado di sostenere il ritmo elevatissimo del Campione del Mondo. Coulthard, rallentato dai piloti nelle retrovie e protagonista di un contatto con Bernoldi che lo costrinse a un’ulteriore sosta, abbandonò subito le residue speranze di rimonta e si dedicò al raggiungimento di un piazzamento in zona punti.

La monoposto del Cavallino Rampante apparve imprendibile fino al primo pit-stop, al 43° giro, quando Schumacher, rientrato in pista, parve accusare delle preoccupanti vibrazioni al posteriore della sua Ferrari. Il rivale, rimasto in pista e autore di tempi quasi da qualifica, ne approfittò per marcare maggiormente il margine fra i due. Il ritiro di Barrichello, causato da un guasto a una sospensione, sembrò consigliare al compagno prudenza e il tedesco evitò quindi di sforzare la vettura in un pericoloso inseguimento alla solitaria McLaren davanti a lui. Fu a poche curve dal traguardo che si materializzò l’impensabile: Häkkinen, vittima di un inconveniente tecnico al motore, rallentò fino a parcheggiare mestamente la monoposto a pochi metri dalla linea di arrivo. La bandiera a scacchi sventolò così sulla testa di Michael Schumacher. Il tedesco ottenne il terzo successo in stagione – il 47° della sua carriera – gettando le basi per un’annata che lo avrebbe visto infine conquistare il quarto titolo mondiale.