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Verso Rio 2016 – Cosa va e cosa non va a 90 giorni dalle Olimpiadi

Siamo ormai a 90 giorni dall’apertura dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016 ma la cose in Brasile non stanno andando tutte per il meglio, anzi, molto è rimasto ancora da fare e molti addetti ai lavori hanno dei legittimi sospetti su quando e come tutto sarà completato.

Partiamo dal problema del Virus Zika, nuova epidemia che ha spaventato i vertici dell’OMS e non solo: molti comitati olimpici hanno distribuito decaloghi e codici comportamentali per limitare al minimo il contatto degli atleti con le popolazioni locali, con l’Australia che ha sfiorato la gaffe diplomatica consigliando ai propri atleti di non addentrarsi nelle favelas suscitando l’indignazione del governo brasiliano. Al Villaggio Atleti verranno distribuiti gratis preservativi per evitare il diffondersi del contagio ma le notizie non sono certo incoraggianti. Cornel Marculescu, il direttore esecutivo della FINA, ha incontrato gli atleti e ha consigliato loro di utilizzare repellenti per evitare le punture da parte delle zanzare. Di contro la FINA ha indirizzato una lettera al sindaco Eduardo Paes spiegando come le condizioni di gara influenzino negativamente la salute e il livello delle performance degli atleti e il sindaco ha risposto che la città non ha più soldi da spendere e che la FINA è troppo insistente. Marculescu ha messo la parola fine alla vicenda dicendo che la FINA si deve accontentare di quello che forniranno gli organizzatori e che le lamentele non portano a nulla. Se il buongiorno si vede dal mattino…

Proseguiamo parlando del problema acque in generale: la Barra da Tijuca, il golfo dove dovranno tenersi le gare di vela, è stato aspramente criticato per la presenza fino a poco tempo fa di moltissimi scarichi di reflui tossici, tanto da essere definito “basically raw sewage” ovvero acqua di fogna per gli alti tassi di batteri e virus fecali presenti nelle acque, senza menzionare la devastazione ambientale che ha portato la costruzione delle strutture che ospiteranno le Olimpiadi e che ha depauperato la zona di moltissimi esemplari di capybara, caimani e granchi dal guscio blu. La Baia di Guanabara, che ospiterà moltissimi degli eventi acquatici delle Olimpiadi tra cui le gare di vela e quelle di canoa, sembra bellissima da lontano ma appena ti avvicini il fetore è talmente forte da far venire voglia di vomitare e tutto per colpa degli scarichi fognari civili e industriali e dell’inquinamento di molti affluenti tra cui il fiume Carioca, pieno di cianobatteri luminescenti. Ultimo ma non meno importante il problema relativo all’impianto per i tuffi Centro Acquatico Maria Lenk, poco illuminato e soggetto a frequenti temporali serali, come aveva evidenziato Tania Cagnotto qualche tempo fa.

Passiamo alle strutture: l’ultima grana in ordine di tempo arriva dal poligono di tiro di Deodoro dove durante la gara preolimpica gli atleti hanno denunciato che i piattelli spesso non andavano in frantumi anche quando erano centrati in pieno. Gli impianti sportivi sono pronti al 97% secondo la tabella di marcia ma la Mondo ha rimandato i lavori di completamento della pista olimpica allo Stadio Havelange per mancanza di fondi. E il problema non è solo dentro gli impianti: è infatti di pochi giorni fa la notizia del crollo della pista ciclabile nel tratto panoramico davanti a quella che sarà Casa Italia, crollo che ha causato due morti e una decina di feriti.

Oltre alle problematiche relative agli impianti, c’è da sottolineare il fattore sicurezza: secondo il direttore generale dell’Agenzia brasiliana dell’Intelligence (ABIN) Wilson Trezza “il Brasile è ben preparato ad affrontare le possibili azioni terroristiche durante le Olimpiadi estive di Rio 2016. Non c’è occultamento di informazioni sul terrorismo. Questo è l’unico tema, per quanto riguarda il lavoro di intelligence, in cui non vi è alcun occultamento di informazioni. Ci stiamo scambiando i dati. La soluzione contro il terrorismo nel mondo non può prescindere dalla cooperazione internazionale.” Durante i Giochi saranno impegnati 85.000 uomini di 80 paesi differenti e la sicurezza è stata rafforzata dopo la scoperta di 72 immigranti siriani in possesso di documenti falsi grazie alle organizzazioni criminali brasiliane.

Parliamo invece ora della crisi economica e politica che sta interessando il paese: è stato avviato il procedimento di impeachment contro la presidentessa Dilma Rousseff per aver aperto linee di credito straordinarie con decreto presidenziale ma senza autorizzazione parlamentare. La prima votazione si avrà l’11 maggio e se passasse la linea dura la presidentessa sarà sospesa per sei mesi. La Dousseff è anche indagata nell’ambito dell’inchiesta sui fondi neri Petrobras, nel corso della quale il procuratore generale ha ora chiesto una nuova indagine su di lei e sul suo predecessore Lula per aver ostacolato la giustizia. Con tutta probabilità non sarà quindi lei a presenziare la cerimonia di apertura dei Giochi ma il suo vice, Michel Miguel Elias Temer Lulia, e sono in molti a sostenere che ciò sia solo un bene. C’è anche da citare il procedimento a carico dell’ex presidente Lula proprio per l’assegnazione dei Giochi Olimpici a Rio de Janeiro a spese di Tokyo, Madrid e Chicago. Acque quindi molto agitate nella politica brasiliana.

Dopo aver parlato di tanti fattori negativi, possiamo citarne uno positivo: lo sviluppo del sistema metropolitano che ha visto la città di Rio de Janeiro arricchirsi di due nuove linee della metropolitana con la percentuale di utenti che utilizzano i mezzi pubblici che passerà dal 38% al 66%. Anche qui però non sono tutte rose e fiori: la linea 4 della Metro che avrebbe dovuto collegare il Jardin Botanico, la Barra da Tijuca e Leblon non sarà collaudata entro il 31 luglio, quindi il tutto avverrà a ridosso dei Giochi, con le immaginabili ripercussioni.

Mancano solo tre mesi all’inizio di Rio 2016 ma la situazione è già al limite dell’esplosione: vediamo se tutto andrà nel migliore dei modi e se Pelè sarà davvero l’ultimo tedoforo. Ormai non manca molto.