Editoriali

E bravo Carlo Felice

E bravo Carlo Felice, contestato – non del tutto a torto – ma nuovamente vestito di rossoblù. Come da tradizione, nelle salvezze più difficili, nelle promozioni e…Nello scudetto del 1970: il simbolo della centralissima Piazza Jenne si è vestito come un qualsiasi tifosi.

Anzi, il tifoso: e poi i caroselli, col rumore dei clacson e delle automobili, il rombo di una città tornata finalmente a respirare: il Cagliari è in Serie A e un’isola intera festeggia.

Sardi nuovamente dove loro compete e Juventus che rinnova sino al 2018 il contratto del suo allenatore: il filo rosso che collega due tra le principali notizie calcistiche di questi giorni è Massimiliano Allegri, sono quei primi mesi difficili in rossoblù all’epoca del suo esordio nella massima serie.

Piacevole sorpresa nelle serie minori, l’ex centrocampista di una delle migliori compagini cagliaritane della storia – quella della semifinale UEFA 1993-1994, capace di liquidare la Juventus ai quarti – faticava nel suo primo impatto con la Serie A.

Esonerare quell’inetto di Allegri titolava uno dei primi gruppi di Facebook, novella scoperta di un’Italia ancora agli esordi social; da lì in poi le vittorie, le serie positive, un Cagliari continuo e dilagante.

La tranquillità di una salvezza che i primi turni avevano dipinto come una chimera, lo sguardo all’Europa: sino all’addio con quel Cellino che lo aveva scoperto e difeso al momento del bisogno, nuove guide tecniche e salvezze tranquille. Il solito calo di tensione una volta raggiunta quota 40, un club che voleva diventare grande (tornare, direbbe qualcuno) ma forse si scontrava con carenze strutturali (qualcuno ha detto lo stadio?) non adeguate al football continentale.

Frattanto Allegri viveva, tra Milan e Juventus, titoli. Qualche inciampo, sì, ma anche una solida esperienza europea, sino alla scalata internazionale dell’anno scorso: ko non a testa alta ma quasi, Juve prima italiana in finale dai tempi dell’Inter di Mourinho.

E quest’anno, che cuore: inizio da incubo, persi i senatori, ma striscia record per il quinto sigillo consecutivo bianconero, il secondo per l’ex allenatore di un a sua volta Cagliari diviso – suo malgrado – tra la voglia della nuova proprietà e l’imbarazzo della prima retrocessione da oltre un decennio.

Sicuramente ieri sera anche Massimiliano avrà goduto: Cagliari è anche lui e in lui c’è tanto Cagliari, come sempre è stato e sempre sarà. E come recita l’iscrizione sul basamento del monumento:

« Qui comincia la via
Da Cagliari a Porto Torres
Decretata e sovvenuta del suo
Da Re Carlo Felice
E qui di Lui sorge
La immagine in bronzo »

Ad alcuni Carlo Felice non piacerà ma, Dio, come sta bene colorato di rosso e di blu…

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Matteo Portoghese