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Marchionne, la Ferrari e l’Alfa Romeo: la Formula 1 del futuro

Tra deliri di onnipotenza e qualche progetto scarabocchiato qua e là che potrebbe diventare, ben presto, realtà, Marchionne da quando è entrato in maniera ufficiale nel circus della Formula 1 ha fatto parlare, eccome, di sé.

L’idea lungimirante per la propria figura, in termini economici e iconici, di sostituire Bernie Ecclestone ai vertici della FIA è solo l’ultima del vulcanico Marchionne, sempre pronto a creare reazioni chimiche in grado di far stappare il cratere e ricoprire tutto ciò che è possibile. Non proprio, insomma, uno in grado di entrare in punta di piedi.

Domenica in Cina non si è risparmiato ai microfoni, definendo imbarazzante la partenza delle rosse; non proprio il miglior modo per lavare i panni sporchi in casa propria, ma Marchionne ha fin da subito preferito essere chiaro e limpido dietro e davanti alle telecamere.

Chiara e limpida è anche la sua visione del futuro della Formula 1, uno sport che ha bisogno di essere rinnovato a partire dai team che vi prendono parte. Ecco perché il numero 1 di Maranello si augura l’ingresso nel circus di Audi, perchè la Ferrari per essere grande non deve vincere contro le Manor (ipse dixit), ma soprattutto conferma senza giri di parole la concreta possibilità di vedere un ritorno romantico, quello dell’Alfa Romeo: “È un progetto vero. Ma prima dobbiamo farci qualche soldo, con l’Alfa, poi proveremo ad entrare. Cavolo, abbiamo più titoli noi con quel marchio lì di molta altra gente che sta qua”.

Un altro modo semplice e delicato per definire la qualità della Formula 1 di oggi.