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Camila Giorgi rompe con la Federazione Italiana Tennis

E’ ormai rottura tra la Federazione Italia Tennis e Camila Giorgi: la tennista italiana, attualmente numero 43 al mondo, ha deciso di non rispondere presente alle convocazioni per le gare di Fed Cup in Spagna. La Federazione ha preso atto della cosa e prepara la contromossa.
In molti parlano di squalifica, citando il caso Bolelli: il bolognese nel 2008 venne squalificato per non aver accettato la convocazione per un match di Davis contro la Lettonia e rimase fuori quasi due anni dalla nazionale. La situazione della Giorgi è più pesante in quanto vincolata alla Federazione da un contratto che la obbliga a rispondere alle convocazioni e da un debito economico e di riconoscenza con la FIT.
La fine unilaterale della collaborazione decisa da Camila e dal suo allenatore, ovvero suo padre, comporterà l’interruzione del rapporto con quei soggetti, nonché la restituzione dei finanziamenti ottenuti, come sottolinea Angelo Binaghi, presidente Fit, alla presentazione degli Internazionali di Roma: “Questo, più che un aspetto sportivo, è un caso da telefono azzurro. Mi ricordo quando il padre della Giorgi ci chiese 300mila euro di prestito, sapevamo già allora con che tipo di persona avevamo a che fare, avevamo messo nel conto tutto. Le abbiamo dato le cure che chiedeva, l’assistenza economica. Ora il padre ha preso questa decisione, pace all’anima sua. Vorrà dire che proveremo a vincere con Sara Errani e Roberta Vinci, mi sembra abbiano un palmares ben differente.
Credo che al mondo possano esserci mille persone che potrebbero migliorare il servizio di Camila Giorgi, molto più di quanto non faccia il padre. E’ un handicap per lei, un padre così. L’Olimpiade? Non ha un buon rapporto con la federazione, saranno convocati solo quelli in “good standing” con noi. Proprio ieri abbiamo mandato una lettera alla Giorgi in cui le chiediamo di ridarci 160 mila euro. Non credo che ce li renderà. Peccato, dopo aver vinto due partite si è dimenticata di chi l’ha aiutata nei momenti di difficoltà”.
Giovanni Malagò, presidente CONI, cerca di gettare acqua sul fuoco (“In tutti gli sporti gli atleti hanno avuto problemi con le rispettevi selezioni nazionali. In genere ci si parla per arrivare a una soluzione, qui non è accaduto”) ma a questo punto anche la partecipazione alle Olimpiadi di Rio è a rischio.