Il Palermo ha perso 0-3 in casa contro Lazio. Che, vista la tribolata stagione che stanno vivendo i rosanero, non è nemmeno una così grossa notizia.
La notizia, quella davvero brutta per la squadra di Novellino, non è nemmeno la classifica, rimasta immutata dopo questo turno di Serie A, bensì il comportamento dei propri tifosi, andati ben oltre il concetto di “lecito” nell’esprimere il loro dissenso per l’attuale gestione della squadra siciliana tirando in campo bengala, petardi, bottigliette, scatole, cassette wc e facendo interrompere più volte la partita.
Tifosi, dicevamo. Coloro che dovrebbero, tramite il loro tifo, sostenere la squadra e darle quella spinta in più che solo giocando in “casa” si potrebbe avere. Proprio quella spinta che servirebbe a una squadra come il Palermo di quest’anno, in lotta per la salvezza in un campionato che l’ha visto cambiare allenatore fin troppe — e fin troppo deleterie — volte. In campo ci vanno i giocatori, è vero, ma le principali colpe di una stagione così tanto fallimentare ce le hanno soprattutto in società, dove hanno preso delle decisioni azzardate, frettolose e a tratti incomprensibili che non hanno fatto altro che portare la squadra a questo punto.
Contestare una gestione societaria del genere è giusto e doveroso, ma farlo sul campo, mentre la squadra lotta per salvarsi non può essere di nessun aiuto, anzi: i ragazzi scesi in campo ieri sera contro la Lazio non hanno ricevuto alcun beneficio dal vedere il campo invaso dai bengala e dai petardi, dal sentire i cori offensivi dei loro tifosi, dall’essere circondati da quel clima ostile. La sconfitta 0-3 in casa è scivolata via come se fosse ineluttabile e preventivata e, per una squadra che gioca per restare in Serie A, questo non può essere ammissibile.
Siamo arrivati al punto che giocare in casa, al Barbera, può essere addirittura controproducente per questo Palermo, che teoricamente ha ancora sei partite per centrare l’obiettivo della permanenza nella massima Serie.
Siamo arrivati al punto che se dovessero squalificare il campo o se dovessero dare ai rosanero l’obbligo di giocare a porte chiuse la pena sarebbe migliore della realtà attuale.
Siamo arrivati al punto che una squadra che lotta per non retrocedere potrebbe trovare sollievo nel giocare lontano dai propri tifosi, che non riescono ad arrivare a pensare che mai come in questo momento servirebbe il loro sostegno ai giocatori in campo.
Contestare, essere arrabbiati, in una situazione del genere è giusto, ma non è prendendosela con i giocatori e rendendo loro la vita impossibile in campo che si risolverà la situazione facendo restare il Palermo in A. Non è ancora troppo tardi: aiutarli, nel modo giusto, si può.