In Primo Piano

Basket, Serie A – Menetti: “Partita solida difensivamente, ci verrà utile nei playoff”

È un Piero Bucchi piuttosto contrariato, quello che si è presentato in conferenza stampa dopo la sconfitta patita dalla sua ENEL Brindisi a Reggio Emilia. Sul crollo del terzo quarto, il coach non cerca scuse: “In questo momento obiettivamente non siamo una squadra da playoff. Facciamo fatica a trovare un’alternativa a Banks, e questo ci complica decisamente le cose. Banks è un giocatore che può fare la guardia e anche il playmaker, ma non deve fare solo il playmaker; non è il suo pane – il suo pane è giocare più spensierato, quando può pensare soltanto a fare canestro. In ogni caso Reggio merita assolutamente questa posizione in classifica, così come noi meritiamo la nostra: i valori delle squadre sono questi qui, la Grissin Bon è una squadra che è quadrata, ha esperienza e personalità per sopperire anche alle assenze”.

Alla quarta sconfitta consecutiva, Bucchi ovviamente ha un pensiero per un finale di stagione incerto tra la lotta all’ottavo posto e quella per la salvezza: “Sicuramente dobbiamo guardarci alla schiena, perché in questo momento non siamo assolutamente da playoff: la classifica e il campo lo dimostrano. Di conseguenza, dobbiamo guardarci le spalle, perché la classifica è molto corta e le squadre che sono dietro stanno reagendo. Dobbiamo riflettere con molta attenzione, e fare un passo in avanti in difesa, anche se la squadra è questa – non è che i ragazzi non ci provino, ma la loro idonle non è quella di difensori accaniti, fatichiamo a graffiare. E dovremo cercare soprattutto a trovare un’alternativa a Banks in attacco.”

Chiaramente di umore differente Max Menetti, che dopo un primo tempo poco brillante ha trovato la quadratura per controllare e poi chiudere la gara: “Era una partita che temevo molto, per vari motivi: anzitutto, un momento di scollamento era possibile, dopo avere assaporato il primo posto, in una grande partita contro l’Armani Jeans; poi ai lungodegenti (Gentile e Lavrinovič, ndr) si è aggiunto Golubović, e quando le assenze cominciano a essere tre è difficile, specie perché così eravamo con i lunghi contati; infine, perché Brindisi è una squadra doppiamente assetata di punti, perché può ancora guardare ai playoff, ma non può ancora pensare di essere salva, vista la rimonta di Torino”.

Una gara dai due volti, che l’allenatore reggiano descrive così: “All’inizio abbiamo fatto molta fatica perché siamo rimasti un po’ sorpresi: vedendo la nostra classifica e la loro, la loro partenza ci ha stupito e siamo andati sotto. Poi, negli ultimi due minuti del secondo quarto ci siamo passati sopra e abbiamo capito che questa era una partita da vincere con la sofferenza, e lì è cambiato completamente il nostro stato emotivo, e da lì è venuta fuori una partita diversa anche sotto l’aspetto difensivo, che non è nel nostro DNA, ma oggi abbiamo avuto la forza mentale per farcela, e ci abbiamo anche preso gusto. Se proprio devo indicare il pelo nell’uovo, la ola a sette minuti dalla fine ci ha un po’ disorientati: i festeggiamenti sono arrivati troppo presto, e in Serie A non te lo puoi permettere – io ho vinto una partita di 1 punto, quando ero a +18 a un minuto e dieci secondi dalla fine; figurarsi, quindi, se si può non avere rispetto di Brindisi”.

Su quest’ultimo punto, Menetti ha poi puntualizzato: “I numeri non mentono, e oggi l’atteggiamento dei ragazzi è stato davvero ottimo. Io posso motivare di più i ragazzi, ma anche loro motivano me; l’energia di squadra è un circuito a doppio senso, e questo vale anche per l’empatia con il pubblico. E a 7 minuti dalla fine, con la ola l’energia del pubblico ci ha trasmesso una maggiore rilassatezza. Poi i numeri dicono che nel primo tempo abbiamo perso 13 palloni, nel secondo soltanto 3 (di cui l’ultima a giochi ormai fatti): è la cifra di come siamo cambiati, impedendo a loro di giocare in campo aperto e di sporcarci le linee di passaggio”.

Infine, un’annotazione sui singoli, anche oltre i semplici numeri: “Se devo spendere una parola per un giocatore solo, dico… Polonara e Siliņš. All’inizio abbiamo fatto fatica, ma loro due hanno dato un contributo pazzesco a rimbalzo e con l’atletismo. Nella prima parte della partita ho schierato anche quintetti molto piccoli, con Aradori o Strautiņš da finto centro, perché avevo Veremeenko, Polonara e Siliņš con 2 falli: ho chiamato timeout, abbiamo usato la velocità di Strautiņš in situazione di pick&roll e abbiamo fatto un bel canestro, mentre loro restavano col quintetto alto per sfruttarlo in attacco. Ma la mia squadra aveva già cambiato atteggiamento un paio di azioni prima, avevamo recuperato e quindi eravamo già ‘vivi’ proprio a livello emotivo. Se poi penso che nei primi 15 minuti Brindisi ha fatto 26 punti, e nei restanti 25 minuti ne ha messi dentro 32, non posso che esser soddisfatto. Mancano 4 partite, manca un mese all’inizio dei playoff, e questa solidità potrebbe venirci molto utile”.