Uno Scudetto per due
Via la pausa delle nazionali, si torna a parlare di campionato. Alle spalle la débacle azzurra con la Germania, è tempo di tuffarsi di nuovo in una Serie A che, fidatevi, ci farà divertire fino all’ultimo. Juventus e Napoli, binomio perfetto: dopo il pareggio della Roma, in casa, con l’Inter, si può dire che i giallorossi siano definitivamente fuori da qualsiasi discorso di rimonta (che fidatevi, sulla sponda romanista della capitale più di qualcuno considerava assolutamente possibile). Roma impegnata nel derby, in un sabato pomeriggio in cui dovrà consolidare il terzo posto, ma guardiamo più su, e proviamo a capire perché il campionato, seppur classifica e calendario sorridano alla Juventus, può considerarsi tutt’altro che già chiuso.
Primo, perché il Napoli ha Higuaín. Il che sembrerà la più grande delle ovvietà terrestri, ma è storicamente risaputo che nel calcio, quando hai un elemento che fa la differenza, riesci sempre a creare insidie. Lo vediamo in Spagna, con il Real Madrid di Cristiano Ronaldo: è lui che decide le partite nei momenti difficili, è lui che ha dato la svolta alla gara di Champions con la Roma, è lui che la butta dentro sempre e comunque, infrangendo record su record, trascinando i suoi in ogni occasione. Proprio come il Pipita, che quest’anno è riuscito a migliorare e superare se stesso, raggiungendo l’apice della maturità, segnando gol a palate, e dimostrando che la Serie A è un campionato che, nonostante sia per storia e tradizione una manica di catenacciari, no: non riesce assolutamente a contenerlo.
Secondo, perché i bianconeri hanno già dato il massimo. Già: la Juve, paradossalmente, è in leggerissima fase calante. Perché sia il filotto di vittorie consecutive che il record di imbattibilità di Buffon hanno avuto un inizio, un lungo corso, e una fine. Certo, questo non vuol dire che la Juventus perderà clamorosamente ritmo e punti; la statistica e gli eventi recenti, però, riferiscono che rispetto al periodo sopracitato (quello del filotto e del record, appunto) il calo, seppur leggerissimo, c’è stato, e Allegri dovrà essere bravo a gestire testa e corpo dei suoi ragazzi fino alla fine per evitare che, questo calo, da “leggerissimo” diventi “leggero”, poi da “leggero” passi ad “appena notevole”, e da “appena notevole”… “preoccupante”.
Terzo, perché i bianconeri hanno anche una finale di Coppa Italia da giocare. Che sì, sarà pure un impegno secondario, ma è comunque qualcosa che cattura una parte di concentrazione, e di attenzione, e di programmazione. Ok, ora che la Champions non c’è più per quest’anno, lo Scudetto è l’obiettivo principale, ma dato che la coppa nazionale è di nuovo a un passo dall’essere afferrata, beh: impossibile non pensarci. Di conseguenza, impossibile non provarci. In sostanza, è un impegno in più rispetto a un Napoli che avrà pur meno maturità, ma ha anche un solo obiettivo su cui concentrarsi.
Il quarto punto, infine, è quello più semplice: non è finita qui la stagione. La Juve è avanti, il Napoli insegue, e lo faranno ancora, e ancora, e ancora, perché si tratta di due grandi squadre. Che si sono date battaglia, e continueranno a farlo fino all’ultimo istante. Per onorare il campionato, per provarci, per riuscirci, e perché è la storia che ce lo ricorda: è dai tempi di Maradona e Platini che è così; è dai tempi di Sivori, Altafini, Savoldi, Scirea, Tardelli e Burgnich che la nostra Serie A, quando Napoli e Juventus si affrontano in duello, si diverte e fa divertire dall’inizio alla fine.