Verso Francia 2016 – Italia, Conte: “Confermo la volontà di lasciare la Nazionale. Bernardeschi? Se è qui, con Jorginho, ci sarà un perché”
Questa mattina, nella classica conferenza stampa di apertura del ritiro della nazionale italiana di calcio, il commissario tecnico Antonio Conte ha presentato i prossimi impegni degli azzurri, commentando inoltre quello che sarà il suo futuro.
Queste le sue dichiarazioni:
“Spazzolino? Mitico, una figura nei nostri cuori. Ho avuto la fortuna di conoscerlo qui a Coverciano sia da giocatore che da allenatore, era una presenza importante per noi tutti e ci mancherà. Questa era casa sua, ha partecipato a tutte le spedizioni delle Nazionali, troveremo il modo per ricordarlo insieme ai ragazzi. Per noi è sempre stato Spazzolino e rimarrà tale. L’addio alla Nazionale? Mi era stata chiesta giustamente correttezza sotto tutti i punti di vista e chiarezza sulla mia posizione prima degli Europei, visto che il contratto sarebbe scaduto automaticamente. Mi sembra di averci pensato bene e ponderato la decisione, nel momento in cui ero certo al 100% di quello che sentivo dentro l’ho comunicato al Presidente che è la persona che mi ha voluto qui e mi ha scelto. Ho comunicato la decisione a lui in maniera molto serena, parlandogli un po’ del fatto che avevo deciso così. L’Inghilterra? Non mi seduce niente in questo momento, sono ancora ct della Nazionale. Un’esperienza che mi ha completato, che mi ha insegnato ad ottimizzare al meglio il poco tempo a disposizione, ad intrattenere dei rapporti in poco tempo. Sicuramente è stata un’esperienza fantastica e straordinaria, ho sempre invidiato gli allenatori che hanno rappresentato l’Italia. Adesso tocca a me e sono contento, cercheremo di lavorare come sempre. I rapporti con la Lega? L’ho detto in maniera chiara: non è un addio al calcio italiano, ci sono cresciuto e ci ho giocato. Ho vinto, perso, mi ha dato soddisfazioni e dolori. É inevitabile che poi valuterò in futuro cosa può accadere. In questo momento la Nazionale è un’incudine, il mio riferimento resta Tavecchio. Prendo atto che alcune situazioni sono cambiate: mi è dispiaciuto vedere che qualunque cosa venisse fatta per o contro Conte, la Nazionale è di tutti non solo mia. Qual è il mio stato d’animo? Mi sento con tanta voglia di lavorare, mi eccita il fatto che abbiamo un appuntamento importantissimo a giugno per il quale abbiamo lavorato due anni. Sono bello carico e pronto a lavorare sotto tutti i punti di vista. Ribadisco che sono esperienze che possono capitare una sola volta nella vita. Per me è un grandissimo orgoglio essere qui, sento responsabilità ed è inevitabile. Ho grande voglia di lavorare coi ragazzi, stiamo costruendo un gruppo di lavoro importante e sappiamo benissimo che sulla carta ci sono altre Nazionale sicuramente più forti però sappiamo anche che col lavoro possiamo colmare i gap. Le critiche? Fa parte del gioco, se non avessi comunicato nulla mi avrebbero criticato lo stesso. Non si è abituati a trovare persone che parlano francamente, quando accade si rimane spiazzati. Rispondo così a chi muove delle critiche. Sono molto sereno, chi mi conosce sa che tutto posso essere tranne che non trasparente. E la trasparenza nella vita paga sempre alla fine. Tutto finisce, ma alla fine devo avere la forza di guardarle in faccia le persone. La mia scelta futura? Non l’ho detta a Tavecchio, lui doveva solo sapere del mio addio. Sono stato combattuto, perché è difficile lasciare un gruppo con cui lavori bene. Hanno prevalso tante situazioni, ho ascoltato il mio cuore come quando dissi sì alla Nazionale. L’eredita lasciata? Penso che oggi come oggi abbiamo lavorato molto sulla maglia azzurra, sulla necessità di tornare a quella voglia di vestire questa gloriosa maglia. Su questo abbiamo lavorato e raggiunto ottimi risultati, nel bene o nel male oggi si viene con grande voglia qui. Se c’è qualcuno infortunato è dispiaciuto di non essere qui, abbiamo ritrovato dei valori importanti che magari nell’ultimo periodo si erano persi. C’è un gruppo di calciatori che sta crescendo, sicuramente possono fare bene e bisognerà proseguire nel lavoro. Abbiamo un settore giovanile che ha fatto progressi importanti, ottenendo ottimi risultati. Adesso pensiamo al presente che è la cosa più importante. Il ritiro pre-Europeo? In cuor mio spero possa cambiare la data della finale di Coppa Italia. Poi faremo delle valutazioni: avevo messo in preventivo di dare 6/7 giorni di riposo ai ragazzi, ma evidentemente… Si parla sempre di infortuni e di tutela ai giocatori, ma poi non avviene. Volevo calciatori più brillanti mentalmente. Dovremo fare delle riflessioni. La mia decisione di lasciare? Dopo la qualificazione agli Europei, mi ero riempito di soddisfazione nel vedere un gruppo che faceva quello che chiedevo. In quel periodo ho valutato se c’era la possibilità di proseguire, però dopo sono passati altri quattro mesi ed è stata molto dura. Stare quattro mesi senza lavorare e pensare ad altri due anni così… ho avvertito una difficoltà da questo punto di vista. Bisogna capire dove si è felici, so che farei molta fatica a stare in garage. Il Chelsea? Per me non è un tabù, ma potrei pronunciare anche squadre italiane. In questo momento il mio pensiero ed il mio dolore è per una scelta che non è superficiale e senza strascichi. L’ho presa e adesso per il futuro vediamo cosa riserva, se c’è qualcosa di bello all’estero o in Italia. Di sicuro c’è che non sarò il Ct nel prossimo biennio. La volontà è di tornare in un club. La Spagna? Mi aspetto un impegno bello tosto, probante. Ho voluto queste due amichevoli proprio perché mi interessa capire contro squadre di questo livello come siamo messi a livello di proporzione. Questo è molto importante, devo dire che speravo in cuor mio di poter avere tutti gli effettivi a disposizione perché per me è un test molto indicativo. La Spagna è una squadra che ha grande qualità e viene da tante vittorie. Ha fallito gli ultimi mondiali come noi, ma è un movimento in continua evoluzione e che ha portato tante squadre avanti in Europa. E’ la testimonianza che per noi è un bell’impegno. Il futuro nel calcio inglese? Penso che anche la Nazionale inglese sia molto forte, basta vedere le qualificazioni che ha fatto. Sicuramente il calcio inglese è molto ambito in questo momento da calciatori e allenatori, anche perché è un campionato molto interessante sotto tanti punti di vista. Pirlo? Non mi sono sentito per telefono con lui, c’è grande stima professionale fra di noi che non c’è bisogno. Sto facendo delle valutazioni per questi due test, le avrei volute fare anche in precedenza… Mi ritrovo a due mesi dall’Europeo dovendo ascoltare cosa dice il campionato e vedere poi con occhi miei se determinate giocatori possono rientrare in questa rosa. Ho bisogno di giocatori che facciano più ruoli. Lì non senti il profumo dell’erba del campo. Bisogna essere obiettivi, capire che ci sono momenti in cui quella del CT è un’incudine. Lo è stato Prandelli, lo sarà il prossimo. Bisogna farsene una ragione, anche se dispiace perché dopo un fallimento mondiale eravamo partiti con altri propositi e poi abbiamo fatto come i gamberi. Le motivazioni? É una parte del nostro lavoro. Il grande lavoro che un allenatore deve fare è tecnico-tattico sul campo: cercare di dare un’idea, un indirizzo alla squadra. Le motivazioni sono una parte, ma dovessi indicare una percentuale direi il 20%. Uno è sempre generale oppure non lo è mai: non lo diventi. Bernardeschi? É qui perché è una voce che arriva dal campionato, come Jorginho. C’erano anche altre voci, ma non potevo arrivare a 40 giocatori. É qui per merito, non c’è nessun premio perché non c’è tempo per perdere del tempo. Voglio tastarlo e capire se può essere già utile per il presente, sicuramente sarà utile nel futuro alla Nazionale. Quando un calciatore lo alleni capisci se ha caratteristiche che possono tornarci utile. Sta facendo un ottimo campionato, è qui per la capacità che ha dimostrato di sapersi sacrificare, oltre alle qualità che ha. Complimenti a lui. Ranieri? É un’immagine altamente positiva che Claudio stia vincendo la Premier. Ha iniziato con me questo percorso, era stato chiamato da ct della Grecia. Voleva sentire il contatto quotidiano, sono contento perché è una bravissima persona che forse a livello di trofei e di vittorie ha ricevuto meno di quello che ha dato nonostante abbia un curriculum di grande rispetto. Una persona per bene, sono felice e spero che questa favola possa realizzarsi. Per lui, perché se lo merita”.