Se c’è qualcosa che Roma-Inter di ieri sera ci lascia è una sensazione a doppia sfaccettatura: la prima è che la Roma, in formissima alla vigilia nonostante il doppio ko col Real Madrid in Champions, dovrà sudarsi il suo terzo posto fino al termine del campionato; la seconda è che tra le inseguitrici che le insidieranno il calcagno fino alla fine c’è anche l’Inter.
I nerazzurri sembrano infatti essere tornati in uno stato di salute sufficiente per promettere di dare battaglia nelle prossime giornate che restano e che il terzo posto resta l’obiettivo quando, a un tratto, era sembrato che potesse essere addirittura fantascienza. Di contro, l’adamantina sicurezza dei giallorossi può non essere più tale dopo il pari di ieri sera, in cui la squadra di Mancini ha mostrato come si può arginare la compagine capitolina che, nei due mesi passati, sembrava un torrente in piena destinato a travolgere tutto e tutti.
In tutto ciò non va dimenticata la Fiorentina, oggi di scena col Frosinone (i Canarini sono peraltro protagonisti di un’altra corsa tutt’altro che chiusa, quella alla salvezza). La battaglia a tre tra i viola, il Biscione e la Roma promette scintille e i giochi sono ancora tutt’altro che fatti, in questa pazza Serie A dove chi è morto resuscita e chi sembra viaggiare spedito perde posizioni senza preavviso.
Occorre tuttavia ricordare che il celeberrimo «terzo posto Champions» (pluricit.) non è affatto una garanzia di sicura partecipazione alla manifestazione regina d’Europa. Certo, meglio avere l’occasione di giocarselo, quel dannato preliminare, ma, come ben sanno l’Udinese (che potrebbe scrivere una tesi di laurea sull’argomento), la Lazio, il Napoli e la Sampdoria, l’effettiva qualificazione alla Coppa dalle Grandi Orecchie è tutto meno che scontata e va conquistata sul campo, quasi mai facilmente. Negli ultimi cinque anni ci è riuscito solo il Milan, uscito vittorioso dal doppio confronto col PSV nell’estate del 2013, ed è un dato piuttosto efficace nel rendere l’idea di quanto questo «terzo posto Champions» rappresenti più una buona chance che non una certezza concreta: ciò nonostante il nostro terzetto di contendenti sicuramente farà di tutto per poter arrivare a giocarsi questa fondamentale possibilità.
La Roma ha ovviamente un chiaro vantaggio numerico, classifica alla mano, ma nell’era dei tre punti – e con otto gare ancora da disputare – le cinque lunghezze di distacco attuali potrebbero anche essere risucchiate nello spazio di 180’ e Spalletti ne è pienamente consapevole: il tecnico giallorosso senz’altro farà di tutto per tenere sulla corda i suoi e raccogliere l’obiettivo, c’è da scommetterci. Allo stesso modo, però, Mancini e Sousa cercheranno in tutti i modi di non stare a guardare, provando a concludere l’annata in maniera sufficientemente buona per mettere più pressione possibile all’attuale terza forza del torneo (leggasi: vincerle tutte).
È poi affascinante notare come i destini delle tre aspiranti al gradino più basso del podio si incroceranno fatalmente con le due duellanti designate per lo scudetto: il Napoli ha sulla sua strada ancora Inter e Roma, alla Juve tocca invece la Fiorentina (e il Milan, che ha probabilmente rinunciato alle sue velleità Champions ma che certamente non permetterà ai bianconeri di uscire da San Siro con tre punti facili, e il Torino, oggi, che come sempre cercherà di vendere cara la pelle nella stracittadina). Dunque due contese che non scorrono parallele ma che si incroceranno, in cui ogni parte in causa rischia di dire la propria non solo sulla corsa all’obiettivo di stretta competenza ma, anzi, di fungere da ago della bilancia per la sfida scudetto.
Destini incrociati, colpi di scena, strenue ed estenuanti battaglie fino all’ultimo punto in un turbinio di calcoli, griglie, confronti tra calendari e aspettative di tifoserie intere. Magari non è stata rispettata la speranza della fine del girone d’andata, cioè vedere un’enorme bagarre tra quattro o cinque squadre per il trono di Serie A ma, intanto, ci si può pure accontentare.
Non sarebbe bellissimo se tutto ciò (dallo scudetto alla qualificazione per le coppe europee passando per la salvezza) finisse per essere deciso solo all’ultima giornata? Così, anche solo per cambiare un po’ copione rispetto agli ultimi anni… No?