Il Gran Premio di Australia nella storia: la pace dei duellanti
Si apre il sipario sulla nuova stagione di Formula 1 e, come ormai da molti anni, la prima gara avrà come teatro l’Austrialia. Presente nel calendario ufficiale dal 1985, la storia del Gran Premio d’Australia affonda le sue radici negli anni 20 del ‘900 e visse un momento di particolare notorietà nel decennio fra i ’60 e i ’70, con la Formula Tasman. Nel 1964 la terra dei canguri ospitò infatti la prima corsa di questo campionato automobilistico che, nelle prime edizioni, sfruttò i telai dismessi dalla massima competizione automobilistica, con i propulsori di 2500 cm³, vietati dalla Formula 1 nel 1961.
La maggiore velocità rispetto alla sorella maggiore, spinse i piloti dell’epoca a volare, durante l’inverno, nell’emisfero australe, per cimentarsi in confronti che attrassero presto l’interesse degli appassionati. Decisi a contrastare il crescente successo della rivale, i vertici della Formula 1 modificarono nuovamente il regolamento e, nel 1966, adottarono i motori 3000 cm³. Fu l’inizio del declino della Tasman che, nel 1975, chiuse la sua parabola scindendosi in due categorie, per Australia e Nuova Zelanda, destinate anch’esse ad avere breve durata.
Nel corso di questi 30 anni il circuito australiano ha visto l’avvicendarsi di potenti vetture e piloti leggendari, capaci di stupire ed emozionare. Il ricordo forse più toccante non è legato esclusivamente alla pista, bensì a quanto accaduto dopo la gara, in una struggente mescolanza di addii e riavvicinamenti fra grandi campioni. Il Gran Premio del 1993, quell’anno ultima data del calendario, rappresentò infatti il saluto definitivo alla Formula 1 di Alain Prost. Il francese, reduce da un anno sabbatico dopo il problematico licenziamento dalla Ferrari, aveva scelto la Williams, detentrice del titolo con Nigel Mansell, per tentare la conquista del quarto alloro.
I mesi di inattività non scalfirono però la grande rivalità con Ayrton Senna. Al momento di firmare l’accordo, Prost pretese una clausola che vietasse alla scuderia inglese di ingaggiare il brasiliano per tutta la durata del suo contratto. La decisione di tornare, al volante di una Williams, si rivelò perfetta: il “Professore”, fedele al suo soprannome, mostrò di aver saputo far bene i suoi calcoli e, a fine, stagione festeggiò il suo quarto e ultimo titolo Mondiale.
La passerella finale del campionato si svolse in Austrialia e proprio ad Adelaide Prost corse l’ultima gara in Formula 1. Il vincitore del Gran Premio, quasi per una strana ironia del destino, fu il suo acerrimo, rivale il quale si preparava a prendere il suo posto alla Williams. Il team inglese, libero dagli obblighi contrattuali, aveva infatti già trovato l’intesa con Ayrton Senna e molti videro, nella vittoria di quell’ultima gara, una premonizione di quanto sarebbe potuto accadere l’anno successivo. Fu sul podio che accadde una scena che parve somigliare al frammento di un film particolarmente commovente. Senna, sul gradino più alto, afferrò infatti il braccio del rivale, giunto secondo e lo sollevò verso il cielo. Fra i duellanti era scesa la pace e quel gesto apparve come l’ipotetico scambio di testimone fra il Campione uscente il prossimo Campione del Mondo. Sarebbe stata l’ultima vittoria di Ayrton Senna, a meno di sei mesi dal Gran Premio di Imola in cui avrebbe perso la vita.