Lugano: il punto della situazione
Non è decisamente un momento facile, per il Lugano di Zeman. Dopo la vittoria della scorsa settimana, e la conseguente qualificazione per la finale di Coppa svizzera, sempre la Swissporarena ha regalato quella che Zeman ha definito “La peggiore prestazione della stagione”: la squadra è apparsa disunita, deconcentrata e, soprattutto, non ha praticamente mai fatto vedere il suo tratto distintivo: quel gioco che, anche in partite terminate con la sconfitta, non era praticamente mai mancato.
Dopo la partita di sabato sera, c’era invece parecchio scoramento, da parte di tutti. Due soli punti in cinque incontri, e in partite giocate contro avversarie dirette, pesano. I giocatori avevano, ovviamente, poca voglia di parlare: prevedibile che il boemo, negli spogliatoi, si sia fatto sentire. Sabbatini, sabato capitano (vista l’assenza, per squalifica, di Rey, ha fatto autocritica: “Sapevamo cosa aveva fatto il Vaduz, e ci tenevamo a fare risultato. Però, quando commetti tanti errori, diventa poi tutto più difficile” ha chiosato l’autore del gol del momentaneo pareggio bianconero. “Un altro problema è quello della giovane età di quasi tutti i miei compagni: io ho 27 anni, e stasera ero il più vecchio. Spetta a noi, che siamo più anziani, tenere unito il gruppo. Speriamo, anche, che la nostra gente ci stia vicina, e ci aiuti a superare questo momento: tante volte i giovani si sentono caricati dalle responsabilità, e forse non per tutti è facile.”
Davanti ai bianconeri, ora, c’è un calendario estremamente impegnativo: se la dovranno vedere, infatti, domenica in trasferta contro il Grasshopper (che domenica ha vinto il derby contro lo Zurigo). Davanti, i tigurini vantano una potenza di fuoco spaventosa, seconda solo a quella del Basilea, che gioca in un’altra categoria. I ticinesi saranno poi impegnati, in casa, contro il Sion, e poi torneranno in trasferta allo Stade de Suisse, contro lo Young Boys. Ci sarà, anche, da recuperare la partita casalinga contro il Basilea (per la data, si attende l’esito degli ottavi di finale di Europa League, che vedrà i renani impegnati a Siviglia), incontro che si preannuncia difficilissimo: insomma, le prospettive non sono delle migliori.
Anche alcune scelte di Zeman hanno lasciato perplessi: Christos Donis, davanti alla difesa, ha dimostrato di non avere ancora il ritmo partita, confermando, tra l’altro, proprio le perplessità che il tecnico aveva espresso nella conferenza stampa di venerdì. Certo, mancavano entrambi i giocatori che occupano normalmente quella posizione (Rey e Piccinocchi), e a Zurigo Črnigoj, impiegato in quel ruolo, aveva offerto una prova da dimenticare; però, la filosofia del boemo è sempre stata quella di non dare troppa importanza agli interpreti, subordinando i nomi agli schemi e alla forma fisica. Il greco, in campo dal primo minuto, ha puntualmente dimostrato sia il positivo (senso della posizione e un buon tocco di palla), sia il negativo (vedi sopra). Tuttavia, sabato sera, contro una squadra che aveva solo fisico e carattere da mettere in campo, col senno di poi, la scelta annunciata di Sabbatini (uno dei pochi a meritare la sufficienza stiracchiata), sarebbe stata migliore, con Pušić a dare qualche chilo di più in mezzo? Ma, anche sul centrocampista croato, il boemo sembra credere poco: questioni di movimenti tattici, più che fisiche.
Dietro, le prestazioni dei centrali hanno dato di che pensare: sul primo gol, Datković si è mosso male, lasciando solo il compagno di reparto Malvino, che si è fatto anticipare da Frey. A fine partita, il difensore uruguaiano era molto nervoso, e non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Gli esterni, hanno anch’essi giocato una partita anonima. Davanti Bottani, al rientro, è stato sfortunato: e, probabilmente, vedendolo allontanarsi al termine dell’incontro, con lo sguardo basso e sconsolato, non abbiamo potuto fare a meno di pensare alle parole di Zeman che, nelle scorse settimane, aveva preferito non impiegarlo, per paura che si infortunasse di nuovo. Mattia resta un giocatore con un talento che i compagni non hanno, ma ha bisogno di continuità, e di risultati. Tosetti, subentrato, ha fatto bene: e anche Anastasios Donis, in serata difficile, con lui, ha visto un paio di palloni interessanti. Il boemo non era soddisfatto neppure della prova di Salvi (terzo portiere messo in campo in stagione dall’allenatore).
E i tifosi? Hanno dato fastidio a qualcuno, in particolare, le parole di Zeman di venerdì, quando il boemo ha detto che il Lugano non potrebbe giocare nel Campionato italiano. Nella trasmissione di approfondimento Fuorigioco di TeleTicino, andata in onda ieri sera, sia gli ospiti in studio che gli spettatori, che intervenivano via messaggi, hanno in maggioranza stigmatizzato le parole del boemo, invitandolo a ragionare di più in chiave elvetica, e preoccupandosi dell’effetto che, queste parole, possono avere avuto sul morale dei giocatori. Qualcuno vorrebbe vedere più grinta da parte del tecnico: e, in effetti, le parole di fine partita vanno in quella direzione.
In conclusione? Il pareggio del Vaduz, e la sconfitta dello Zurigo, sono due buone notizie. Però, adesso, bisogna ritrovare il gioco (e i punti) di quest’autunno. Il calendario, come dicevamo sopra, è difficile; tuttavia, è anche vero che i bianconeri, contro le squadre di rango, hanno fatto spesso bene. Serve, ora, tranquillità: Tami, allenatore del Grasshopper, da noi intervistato ieri a Zurigo, dopo il derby, ci ha detto che teme il Lugano perché viene da una brutta sconfitta, e ha dimostrato di saper giocare a calcio. Ora, è il momento decisivo: servono grinta e determinazione.