Home » L’incubo della Serie B

Fino a un paio di mesi fa l’avreste mai detto che sarebbe stato più saldo il terzo posto della Roma a discapito di Fiorentina e Inter rispetto alla salvezza di Palermo, Udinese e Atalanta? Perché ora, dopo la ventinovesima giornata di Serie A, è così: i punti di vantaggio dei giallorossi sulle inseguitrici sono cinque; i punti di distacco dell’Atalanta e dell’Udinese dal Frosinone terzultimo sono soltanto quattro, mentre il Palermo ne ha uno solo. Incredibile, ma vero.

Ma come si può arrivare a un crollo così verticale dopo una prima parte di stagione tutto sommato tranquilla?
Beh, le chiavi di lettura sono senza dubbio due: da una parte Frosinone e Carpi (e mettiamoci dentro anche l’Hellas, che nonostante il girone d’andata disastroso ora è a soli 8 punti dal Palermo) hanno iniziato a fare qualche punto in più rispetto all’inizio di stagione, dall’altra la gestione scellerata delle squadre ora invischiate nella lotta per non retrocedere. Abbiamo citato Palermo, Udinese e Atalanta perché sono quelle più a rischio, ma la Sampdoria di Montella non è che dorma sonni così tranquilli.

Del Palermo si è parlato e riparlato in tutte le salse: i continui cambi di guida tecnica da parte di Zamparini non hanno fatto altro che portare caos e insicurezze all’interno di una squadra che non sarà qualitativamente al livello di quella dello scorso anno, ma che aveva sulla carta una rosa per viaggiare serenamente a metà classifica. Al momento, a nostro avviso, ha addirittura meno possibilità di salvezza rispetto a Carpi e a Frosinone che sono lì, rispettivamente, a due e a un punto di distanza.
La crisi dell’Atalanta, invece, è figlia di un mercato di gennaio quantomeno azzardato: sono partiti Maxi Moralez, Denis e Grassi senza essere adeguatamente sostituiti, convinti di essere ormai salvi a metà stagione. Quando poi ci si ritrova a quattro punti dalla zona retrocessione a nove giornate dalla fine, forse, può venire in mente di aver sbagliato qualcosa nelle valutazioni da fare.
L’Udinese, infine, ieri è stata contestata duramente dal pubblico del Friuli. La vittoria contro l’Hellas di qualche settimana fa sembrava aver scacciato definitivamente l’incubo della retrocessione, ma la serie di sconfitte successiva l’ha fatto tornare ben presente nelle menti dei tifosi bianconeri. Colantuono non sembra aver trovato, ancora, la formazione ideale. Col mercato di gennaio è stato rivoltato il centrocampo, ma la squadra fatica a macinare gioco e a creare occasioni. Forse, in quel di Udine, non erano pronti alla “vecchiaia” sopraggiunta di Di Natale, che in più di un’occasione ha tolto le castagne dal fuoco nelle passate stagioni.

Tempo per cercare una soluzione ne è rimasto oggettivamente poco. Nove partite sono un’inezia, ma — volendo — sono sufficienti per salvarsi. La quota salvezza ipotizziamo possa essere sui 37/38 punti, con il Carpi penultimo che ne ha 25 e l’Atalanta 15° che ne ha 30. L’incubo è lì, pronto con le braccia aperte: chi abbraccerà, però, è ancora tutto da decidere.