Formula 1: Mallya in fuga dall’India, per lui un mandato di arresto e 1,2 miliardi di buco

Manca meno di una settimana ai primi giri in pista del Mondiale 2016 di Formula 1, venerdì infatti le 22 monoposto iscritte alla rassegna iridata cominceranno a girare all’Albert Park di Melbourne, per le prime prove libere della stagione. I temi che stanno spopolando riguardano certamente le nuove qualifiche, il nuovo regolamento degli pneumatici e la possibilità che le Ferrari possano impensierire le (finora) imbattibili Mercedes.

Ma intanto qualcosa di non proprio chiaro e piacevole accade, ai piani alti di qualche team. Eppure, dopo l’implosione della Lotus, sembrava che il sereno fosse tornato, in materia di crisi economiche. È notizia delle ultime ore che il grande capo della Force India Vijay Mallya si sia dato alla fuga dalla sua India, per evitare un arresto. Non che il magnate si sia rintanato in una caverna ma l’accusa è di quelle grosse: Mallya non avrebbe saldato un conto aperto di circa 1,2 miliardi di euro con ben 17 banche, le quali avevano prestato il denaro per salvare la compagnia aerea Kingfisher Airlines, fallita recentemente e già sponsor della Force India.

La questione fa rabbrividire perché parliamo di un uomo esposto anche politicamente nel suo paese. La rivista Forbes lo indica come uno dei 700 uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio personale di circa 1,3 miliardi di euro. Proprietario inoltre di due compagnie aeree low cost indiane, della squadra di calcio di Calcutta, di una squadra di cricket, di un’azienda di whisky e di uno dei più grandi yacht privati esistenti al mondo (98 metri di lunghezza). In più, come si diceva prima, è un parlamentare eletto nel partito popolare indiano. La sua vita si svolge perlopiù al di fuori del suo paese, soprattutto negli Stati Uniti dove risiede stabilmente a Sausalito in California, con moglie e tre figli.

Un quadro non proprio felice e rassicurante, in cui la scuderia della Force India è uno degli ultimi tasselli. L’accusa è decisamente grave e come un ciclone si abbatterà sul circus della Formula 1, inevitabilmente. E che il tutto accada a 7 giorni dall’inizio del campionato mondiale non facilita il risolversi della questione ormai aperta. Ora dovremo capire come penserà di agire Mallya, da ciò dipenderà il futuro della stessa squadra, dei suoi piloti e del mondiale stesso. Perché non solo la Force India si è dimostrata una valida alternativa al podio per ciò che ha fatto vedere nei test di Barcellona, ma anche perché un mondo già molto “chiacchierato” e criticato per le varie gestioni finanziarie rischia di sporcarsi ulteriormente. Da qui vengono a porsi tante altre riflessioni: giro eccessivo di capitali che ha chiuso inevitabilmente le porte ai piccoli e storici team, che del Motorsport hanno fatto da sempre la loro ragione di vita; volontà persistente di allargare il numero di partecipanti, non diminuendo costi e budget; apertura inevitabile a capitali di qualsiasi genere, in nome soltanto della quantità di soldi.

Ora vedremo cosa avverrà. Gli scenari sono molteplici. Ma siamo sicuri che, per un altro anno e insieme ai risultati dei gran premi, ci ritroveremo spesso a parlare del destino economico di una o più scuderie. Ancora.

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Vito Coppola