ESCLUSIVA MP – Gianluca Lia ci racconta il calcio femminile a Malta

In costante miglioramento ed espansione, il mondo del calcio femminile non conosce confini. Se è vero che, come i risultati dell’ultima Coppa del Mondo non hanno mancato di evidenziare, il divario tra le nazionali più forti e  le altre è ancora netto, lavorare a testa bassa sin dalle giovanili può giovare al movimento, anche laddove il numero di abitanti non aiuta. Incuriositi dalla sua instancabile attività nell’ambito della cronaca e dei social media, abbiamo contattato telefonicamente Gianluca Lia della Malta Football Association, per un’intervista a tutto campo sul calcio delle donne, le sue prospettive al centro del Mediterraneo come in tutto il mondo.

 

Ciao Gianluca. Mi racconti come è sei arrivato a collaborare con la federazione maltese per il calcio femminile?

La mia passione per il calcio femminile nasce diversi anni fa, e l’ho coltivata anche collaborando con il sito in inglese Women Soccer United (curando il calcio maltese). Dopo un’intervista con me, il commissario tecnico della nazionale di Malta mi propose di collaborare attivamente con la federazione; mi occupo di media e comunicazione, gestisco le pagine su Facebook, lavoro sulla diffusione delle notizie alle agenzie sportive e agli organi di stampa.

Svolgi queste attività in generale per la MFA, o nello specifico del femminile?

Solitamente lavoro sul calcio femminile, poi in realtà svolgo anche un altro incarico, che riguarda gli arbitri maltesi, per un altro dipartimento della federcalcio.

Hai detto che segui questo calcio da molto tempo. Raccontami…

Da piccolo mi trovavo spesso a guardare le partite di calcio femminile su Eurosport (Mondiali ed Europei). Il mio vero “battesimo” fu la Coppa del Mondo 2007 (vinta dalla Germania, ndr); mio padre mi ha trasmesso questo amore. Inizialmente mi interessavano solo le partite tra nazionali, poi da cosa nasce cosa e mi sono appassionato anche alle competizioni per club, campionati e coppe. Più o meno cinque-sei anni fa ho iniziato ad andare a vedere le partite della nazionale allo stadio: prendevamo tanti gol, ma ammiravo e ammiro tantissimo le calciatrici, per il cuore e la passione che ci mettono: ho collezionato pure le figurine Panini!

Entriamo nel dettaglio su Malta. Per una questione di popolazione, immagino i risultati non siano brillantissimi.

Vero, però siamo migliorati e miglioriamo gara dopo gara. Nel percorso verso Canada 2015, per esempio, siamo arrivati per la prima volta nella nostra al secondo turno di qualificazione. Ogni gara che riusciamo a vincere ci permette di scalare il ranking: vedi i recenti successi contro Estonia e Lettonia. Ma quello dei risultati è solo uno degli aspetti: la sfida è il movimento di base.

Sta aumentando il numero di praticanti?

Sì, e soprattutto si anticipa sempre più l’età in cui le bambine iniziano a giocare a pallone. I primi tempi che seguivo la nazionale, essa era formata da ragazze che avevano iniziato a giocare da adulte o comunque da adolescenti, ed è difficile così tardi migliorare in certi fondamentali. Ora c’è una grande attenzione a livello di Under 9, 10 ecc., che è la base necessaria. Lo stesso attuale ct Mark Gatt ha convocato e sta convocando diverse giovani.

Per quanto riguarda il campionato locale?

Come spesso accade nel calcio femminile, c’è un grosso gap tra squadre forti e squadre meno forti. Ci sono club che collezionano goleade e altri che ne incassano. Una delle squadre più forti è l’Hibernians, che nel girone preliminare di Women’s Champions League lo scorso agosto ha raccolto uno storico primo punto, pareggiando 3-3 contro il KÍ Klaksvík (Isole Fær Øer), a Cipro. Tre giorni prima c’era stato un altro fatto a suo modo storico: la sfida tra Hibernians e Apollon Limassol, nella quale milita la maltese Rachel Cuschieri, la prima maltese calciatrice professionista.

Avete registrato un aumento del seguito?

Tramite i social sicuramente. Sono un mezzo potente ed efficace. Poi vedendo un ragazzo come me, col mio entusiasmo, la gente diventa curiosa: mi chiede come vanno le partite, chi è stata convocata, chi si è trasferita…L’entusiasmo contagia. Per quanto riguarda le presenze allo stadio, dipende dall’evento, dall’orario, dalla programmazione: difficile in molti vadano a vedere le partite del campionato a metà settimana, più probabile registrare buone affluenze nelle gare della nazionale. Anche l’importanza della partita incide: amichevole, gara ufficiale e così via.

Vien quasi da chiedersi se convenga ospitare le squadre forti (ma imbattibili) o quelle di medio-basso livello…

È una domanda che io stesso mi pongo continuamente. Diciamo che dipende da molte cose, se stiamo vivendo un buon momento di forma oppure no, per esempio. Certo viene voglia di misurarsi contro un top team – anche per ammirare le giocatrici più forti del panorama femminile – ma a volte è anche difficile organizzare le partite. I gironi di qualificazione tolgono ogni dubbio, comunque: lì ci sono sia quelle forti che quelle a nostra portata.

Altri progetti?

Oltre ad aumentare il numero di praticanti, il nostro scopo è migliorare il livello dei campionati under, sia nel calcio a 11 che nel calcio a 7.

Segui il calcio femminile italiano? Che opinione ti sei fatto dell’Italia?

Il campionato italiano è uno dei primi cui mi sono appassionato. Seguo ovviamente, per ovvi motivi, la nazionale più che e vedo passi avanti, soprattutto nelle selezioni giovanili. L’Italia ha diverse giovani interessantissime e le trovo pronte al salto in nazionale senior. Non la considero, attualmente, un top team, ma può diventare una squadra di livello mondiale e olimpico se continua a valorizzare queste ragazze e a inserirle. Come club, i risultati del Brescia in Champions League sono sotto gli occhi di tutti: sorpresa sì ma fino a un certo punto, dato che la società ha lavorato benissimo e il lavoro paga. Sempre.

N.B.: Di seguito, riportiamo il testo dell’intervista tradotta in inglese, per consentire la diffusione internazionale dell’articolo.

Women’s football has expanded so much, that nowadays it does not have any borders. Despite there is still a huge discrepancy between elite nations and development nations, as also highlighted during last summer’s World Cup, the youth development is a key factor for these nations to be competitive in the upcoming major tournaments. Admiring his work in journalism and also social media, we have contacted Gianluca Lia from the Malta Football Association for an interview about women’s football and how it is developing on the Mediterranean island.

Hi Gianluca. Tell us how did you manage to occupy the role you have now within the Malta Football Association regarding women’s football?

My passion for women’s football was born few years ago and I started to develop it as something beyond a hobby through my writings for the international site, Women’s Soccer United, exposing the Maltese football. Following an interview which I had conducted with our national team’s coach, the coach himself asked me whether I was interested to start being active on social media on behalf of the Association within women’s football, and I did not think twice to accept the role which I now occupy.

Do you occupy any other roles within the Association?

Yes, I also write about local referees whenever they have international appointments, events or seminars organised in Malta or abroad or also about milestones achieved by the referees themselves.

You have told us that you have followed women’s football since many years ago. Elaborate.

When I was younger I used to follow women’s football on Eurosport, because they used to broadcast all the international tournaments. My turning point, if we can call it like that, was the 2007 FIFA Women’s World Cup won by Germany because from then on I started to catch up with every major tournament and also the best leagues across Europe. Few years later I also started to follow the Maltese National Team and despite we used to concede lot of goals, I was impressed with the passion and dedication that the girls put in o this beautiful game.

Let’s shift our attention on Malta. One of the setbacks for the lack of positive results, is probably the small population.

True, but it is also true that we have improved since few years ago. In our 2015 WC qualifications, we had qualified from the preliminary round and booked a place in the ordinary qualification which enabled us to face teams like Denmark, Switzerland and Iceland. One of our aims is to climb up into the FIFA Rankings but it is not an easy task to do but with convincing wins against Estonia and Latvia which we achieved recently, they give us an important boost prior our upcoming commitments.

Is the number of active girls increasing?

Yes, and also we are welcoming more players at a young age which it is a fundamental issue for us as they can learn the basics at a young age. The past national teams consisted of good players as well but unfortunately they did not started to practice football regularly since a young age, and therefore they could not maximise their potentials. However, the players which form part of the current national team, are all youngsters which is what makes me feel optimistic about our future development.

What about the domestic league?

Every women’s league has a discrepancy between top teams and small teams, and our league is not exception. In my opinion, and also strengthened by their results, Hibernians are by far the best team in Malta. They have also managed to conquer a historic point during last summer’s UEFA Women’s Champions League qualifications, which is a huge milestone for them. Moreover, few days before that historic match, the Paolites were involved in another historic match when they encountered Cypriots champions Apollon Ladies, with whom Maltese international Rachel Cuschieri plays.

Is the number of followers increasing?

Yes, the hype and interest on social media has increased a lot – they are our best ‘weapons’ to promote and expose this movement. AS per the attendance during the matches, it is not easy to attract people to attend to the domestic league matches, however when the national team is in action, they always attract a good crowd which support and encourage them throughout the 90 minutes.

What would be your prefence – encountering strong teams or teams with whom you can compete and also beat?

It is a tricky question to be honest. It depends on several issuess. For example, if we are performing very well, I would like to see them facing a good team so we can have a reality check and also test our strengths and weaknesses. On the other hand, if we are not achieving positive results, it is important to gain confidence and reignite the confidence, so playing against teams whom we can beat, could be beneficial.

Other projects?

Besides increasing the number of participant girls, we are also improving the quality of our youth leagues so we can have a vast pool for our respective national teams.

Do you follow Italian women’s football? What opinion do you have about it?

The Italian league is one of the first leagues I started to follow. Naturally, I also follow the national team, on which I can say they developed a lot in few years, especially at youth level. However, I still do not consider it as one of the elite national teams but if they can fit their young talents alongside the experienced ones, I think they will create the right mix in order to achieve success. At club level, Brescia’s European adventure is impressive and this is all due to the wise work they have done in producing youth talents and also acquiring the right players in order to have a competitive squad.