Dopo una stagione a dir poco spettacolare che lo ha visto sempre lottare per la vittoria o per l’ingresso nella finale nelle prove a tecnica classica e con 4 vittorie nel suo palmares (Davos, Dobbiaco, Lenzerheide e Planica), il valdostano Federico Pellegrino si è laureato Campione del Mondo di specialità sprint, bissando il successo italiano di Pietro Piller Cottrer nel 2009.
Il 25enne originario di Nus, paese di pianura alle porte di Aosta, è andato così ad interrompere una egemonia tutta scandinava che ha visto negli ultimi anni susseguirsi Norvegia, Svezia e Finlandia, le terre degli sci stretti. E ce l’ha fatta nonostante nell’ultima gara di Quebec City, in Canada. sia uscito nei quarti di finale, ostacolato dall’americano Newell: Pellegrino aveva bisogno solo di 9 punti per vincere matematicamente il titolo davanti al norvegese Petter Northug e ne ha trovati 10 con il 21esimo posto, quanto gli bastava.
Federico è stato più forte della sfortuna e ha consacrato con questo titolo una carriera esemplare dove fin da giovanissimo si è distinto: diciottenne finalista a Davos, poi campione del mondo giovanili, semifinalista ai Giochi Invernali di Sochi, bronzo mondiale a coppie con Noeckler un anno fa a Falun e oggi il globo di specialità. Pellegrino diventa così non solo il primo italiano a vincere una storica Coppa del mondo di sprint, ma anche il primo non scandinavo a vincerne una (in diciannove edizioni, c’erano stati dodici vittorie norvegesi e sette svedesi).
Queste le parole di Pellegrino dopo il trionfo: “E’ stata una seconda parte di stagione molto difficile da gestire, ho cercato di rimanere concentrato su tutti i fronti nonostante i risultati al di sotto delle attese dopo la grande prima parte. Porto a casa un trofeo che nessuno aveva mai conquistato, strapparlo ai nordici è una grande gioia. Non pensavo di poter centrare un obiettivo del genere a 25 anni, era l’annata più difficile per farlo: senza Olimpiadi e Mondiali, questo era l’unico obiettivo di tutti gli sprinter. Sono riuscito ad essere competitivo per tutta la stagione e a battere un grandissimo campione come Northug, è bellissimo: ringrazio la Federazione e le Fiamme Oro, ma ricordo il ruolo fondamentale della mia famiglia e della mia fidanzata Greta. Ho un solo piccolo rammarico ed è quello di non aver chiuso con un grande risultato, lo sentivo nelle gambe”.