Home » Una Juve finalmente matura

Esattamente un girone fa, sempre su queste pagine, dopo Inter-Juve 0-0 avevamo parlato di una Juventus “non da grandi”, ancora “immatura”, non pronta per lottare per il vertice della classifica e con un leader — o presunto tale — come Paul Pogba che aveva preso una strada sbagliata per la sua carriera, ossia quella di pensare di essere un numero 10.

Restando ancora fermamente convinti di quelle parole (di fatto la Juventus aveva perso con la Roma, perso con il Napoli e non era riuscita a battere l’Inter, oltre ad aver perso un sacco di punti con le “piccole”), adesso, a distanza di un girone esatto e con i bianconeri in testa alla classifica, possiamo dirlo: la Juventus è finalmente maturata.
Ci sono voluti i crolli di chi era in testa ai tempi, Inter e Roma su tutte, un avversario degno, il Napoli, che però è partito ad handicap come lei e ha perso qualche punto in più per strada e una striscia di quasi un girone intero di vittorie per arrivare in cima alla classifica, ma la Juventus ce l’ha fatta.

Allegri, nonostante abbia perso la spina dorsale della squadra squadra composta da Pirlo, Vidal e Tevéz, è riuscito a dare un’identità a questa squadra, anche se probabilmente non quella che avrebbe voluto dargli lui a inizio stagione. Ha abbandonato in fretta l’idea del trequartista (Pereyra ha fallito, Dybala non può farlo, Pogba non lo è, Hernanes vuole la palla sui piedi) e ha trovato la quadratura del cerchio con un 4-4-2 asimmetrico con Cuadrado e Pogba esterni di centrocampo alternato al classico 3-5-2 che i bianconeri si portano dietro dal periodo-Conte. Ha rivitalizzato Khedira, ha fatto esplodere Dybala, ha sistemato la fase difensiva, nonostante abbia avuto dei problemi come i continui guai fisici della coppia Barzagli-Chiellini e come la mancanza del Morata dello scorso anno. Se ora riuscisse anche a far capire a Pogba cosa vuole fare da grande — e continuiamo a ripeterlo: la sua strada è il centrocampista box-to-box à la Vieira — potrebbe dire di aver concluso la sua opera.
Che magari non finirà con la vittoria della Champions, oggettivamente troppo difficile, ma con la vittoria dell’ennesimo campionato italiano sì.