Juve, con la forza della serenità tutto è possibile
Diciamolo subito: se Juventus e Bayern si sfidassero per 34 volte (tante sono le partite che si giocano in Bundesliga), i bianconeri non avrebbero la minima speranza di successo finale. Perché i bavaresi hanno più classe, più qualità, più campioni, più gioco. In poche parole, sono più forti.
La classifica attuale e la storia del Bayern Monaco, d’altronde, parlano chiaro: hanno vinto 12 delle ultime venti edizioni del massimo campionato tedesco e si apprestano a laurearsi campioni per il quarto anno di fila (dopo 22 partite hanno già accumulato otto punti di vantaggio sulla seconda in classifica, il Borussia Dortmund).
Ma la Champions è un’altra cosa. Due partite, banalmente parlando, non sono 34, e la Vecchia Signora ha dimostrato di poter superare scogli all’apparenza insormontabili. Il Real Madrid della scorsa stagione non era lontano dall’attuale Bayern, per esempio. Certo, servirà un’altra Juventus rispetto a quella vista (e giustamente criticata) a Bologna venerdì scorso. Servirà, intanto, una squadra che creda fermamente in quello che fa, con testa, cuore e polmoni da “grande”.
In questo senso, ci aspettiamo una Juve che interpreti la gara come ha fatto la Roma contro il Real una settimana fa, con la stessa grinta e la medesima “fame”, ma con più fortuna, più cinismo sotto porta e maggiore attenzione a livello difensivo. Dietro mancheranno Chiellini e Alex Sandro, ma la coppia Barzagli-Bonucci è un lusso che nemmeno i bavaresi, ora, possono permettersi.
Limitare al massimo gli spazi e difendere la porta di Buffon come in campionato, dove i bianconeri non subiscono reti da sette gare. Questi devono essere i presupposti imprescindibili per innescare la fantasia di Dybala, la classe di Pogba, la vena realizzativa in Champions di Morata e il desiderio di rivalsa Mandžukić, di rientro giusto in tempo per la grande sfida al “suo” Bayern, che non ha creduto in lui fino in fondo. E ci sarà anche Khedira, un tedesco contro i tedeschi, che pur non avendo mai giocato con la maglia del Bayern, ne conosce gioco e interpreti.
Patrice Evra, dall’alto dei suoi 34 anni e delle cento presenze in Champions League (e lui una coppa l’ha anche vinta con lo United), ha indicato la via: “essere sereni è la cosa più importante. Dobbiamo goderci una partita così grande, sentendo lo stadio e provando tutte le emozioni che scatena, perché è una fortuna e un privilegio poterla giocare”.
Sarà fondamentale non subire reti in uno Juventus Stadium, appunto, che assicurerà il solito calore ai ragazzi di Allegri. Poi, tanta serenità e concentrazione, ingredienti essenziali per essere artefici del proprio destino.