MotoGP 2016: si scaldano i motori
Conclusi anche i test ufficiali di Phillip Island e a poco meno di un mese dall’inizio della stagione 2016, è già tempo di tirare le prime linee e fare primordiali ma importanti valutazioni. Non solamente analisi sui risultati tecnici (leggermente condizionati dal meteo c’è da dire), ma anche una panoramica generale su stati di forma, vicende mentali e personali dei piloti MotoGP.
Partiamo da un soddisfatto Valentino Rossi. Il pilota di Tavullia, lo sconfitto della passata annata, è ripartito da dove aveva lasciato. Nonostante le 37 candeline appena spente, Valentino sin da subito è vicino ai primi.
Dopo aver dichiarato nei confronti di Márquez che lui “non dimentica”, quella che dovrebbe essere la possibile vendetta sportiva Rossi vuole prendersela con la stessa moto che insieme a lui è capitolata: o meglio, il dottore ha espressamente dichiarato di voler correre (almeno inizialmente) con il telaio simile a quello della M1 dello scorso anno, andando a bocciare quasi completamente quello della nuova versione; il tempo per migliorarlo è ormai poco, la decisione è di partire dalle certezze del 2015.
Stessa decisione verso la quale è improntato il compagno (solo a livello lavorativo) di squadra Jorge Lorenzo. Anche il maiorchino preferisce il vecchio telaio, anche se i tre giorni di test non lo hanno in ogni caso lasciato molto soddisfatto nonostante i tempi simili all’italiano.
La testa del fresco campione del mondo però è anche rivolta ad altri aspetti, soprattutto di tipo contrattuale. Lo spagnolo nonostante parole infuocate (“la Yamaha preferisce Rossi, ma voglio restare”) spinge per il rinnovo, ma si guarda anche intorno; la Ducati osserva interessata.
Per quanto riguarda le nuove Honda di Márquez e Pedrosa, tante le novità, forse troppe per lavorare in così poco tempo. Nonostante la moto “abbia problemi” secondo Marc, il miglior tempo dell’ultimo giorno di test è stato proprio il suo.
Pedrosa lavora in silenzio come suo solito, auspicandosi una stagione con molte sorprese soprattutto nelle prime gare; Márquez anche cerca di non tornare né sui fatti dell’anno scorso né sulle parole di Rossi, cercando di concentrarsi a far fare passi in avanti allo sviluppo della sua moto.
Male purtroppo le Ducati: la nuova Desmosedici GP16 dimostra uno scarso adattamento soprattutto ai nuovi pneumatici Michelin, e i tempi sono davvero lontani da quelli dei migliori; addirittura Barbera, con la Ducati Desmosedici GP14, riesce a stare nel gruppetto di testa, segno che i passi in avanti tanto auspicati stentano ad arrivare per Dovizioso e Iannone.
Sfortunato l’altro italiano Petrucci: caduto dalla sua Pramac durante i test dovrà operarsi alla mano e rischia di non farcela per la gara di esordio in Qatar.
Infine impossibile non tenere in considerazione un ottimo Viñales di questi tre giorni australiani. Il pilota spagnolo è stato tra i primi per tutta la durata delle prove, e ha stampato anche il miglior tempo al secondo giorno. Che possa togliersi enormi soddisfazioni a bordo della sua Suzuki? La strada intrapresa è quella giusta, il campioncino c’è. Staremo a vedere.