C’era una (seppur moderata) soddisfazione tra pubblico e addetti ai lavori sabato sera a Cornaredo, al termine della partita con lo Zurigo. Serviva porre fine alla serie negativa, frenare il pallottoliere dei gol subiti (7 in due gare), muovere la classifica, sapendo che il Vaduz, a Basilea, avrebbe avuto vita difficile (e infatti, la squadra di Contini ha incassato ben cinque reti dai renani). Così è stato: e ora, se non altro, si può andare avanti, con un pizzico di fiducia in più. La squadra, infatti, ha dimostrato di essere anche capace di fare, se serve, partite di contenimento, e di portare a casa dei punti. Un punto tra le mura amiche è poco, o tanto? Poco, se si considera la media inglese; tanto, per chi ha visto la partita di sabato sera: i tigurini non hanno certo mostrato un gioco altisonante, ma hanno avuto le occasioni da gol più nette, oltre a mostrare una certa supremazia a centrocampo, e in fase di possesso palla.
Zeman, che in Ticino viene ancora visto da una minoranza, con diffidenza (alcuni tifosi lo considerano incapace di calarsi appieno nella realtà calcistica elvetica), ha invece interpretato in modo corretto la partita: nonostante, alla vigilia, avesse affermato che considerava l’avversario ideale per il suo gioco offensivo, in quanto schiera tre uomini in difesa, ha al contrario stupito i suoi detrattori, mettendo in campo una squadra più di fisico, che di sostanza. I chili e i muscoli di Črnigoj, in sostituzione della maggiore fantasia di Sabbatini, sono stati un chiaro segnale: la squadra non è ancora in perfetta forma fisica, in difesa l’emergenza continua (sabato erano assenti Alioski, Padalino e Datković), e quindi serviva coprirsi. Si è visto un buon Malvino, meglio che nelle due recite precedenti: il lavoro con il boemo, sta dando i suoi frutti.
Nonostante questo, i bianconeri hanno anche provato a farsi vedere dalle parti di Favre: manca però, in questo momento, un finalizzatore efficace. Čulina è ancora lontano dalla forma del girone d’andata, Šušniar ha girato parecchio a vuoto (a sua discolpa, l’avere visto pochi palloni giocabili). Bottani, punzecchiato dal presidente Renzetti in settimana (“Lo abbiamo coccolato troppo”, detto in estrema sintesi), ha fatto vedere qualche colpo dei suoi, ma non è riuscito a ottenere quello del ko. La nostra sensazione è che all’attaccante ticinese manchi psicologicamente il gol su azione decisivo, quello che fa esplodere il pubblico nell’urlo liberatorio: un po’ come quello di Rossini a Berna, per dire. Secondo alcuni, soffrirebbe anche un pochino il grosso dispendio di energie al quale viene sottoposto, per seguire i movimenti imposti dal tecnico; la cosa, gli farebbe perdere lucidità sotto porta (come si è visto, domenica scorsa, a Thun).
Un discorso a parte, meritano i subentrati a partita in corso. Rossi (si è infortunato poco prima della fine dell’incontro, le conseguenze sono in fase di valutazione in queste ore) si muove parecchio, ma sulla fascia destra, sabato, era fuori ruolo. Non ha fatto male Pušić, subentrato nella ripresa a Piccinocchi (un po’ in difficoltà, il nostro concittadino, contro un centrocampo avversario, al quale doveva chili ed esperienza). La sensazione, comunque, è stata quella di avere visto dei passi avanti, più che altro a livello di mentalità: la squadra è apparsa consapevole del suo non essere al massimo, e ha saputo indossare la tuta da operaio, anziché l’abito da sera del debutto contro il Vaduz. L’ambiente è consapevole dei propri limiti: tuttavia, tifosi e addetti ai lavori restano certi che la salvezza sia possibile, soprattutto se continuerà la crescita, a livello fisico. Giocatori in grado di correre più degli avversari, per 90 minuti, sono in grado di fare male sempre: la partita dell’andata, a Lucerna, resta un esempio in tal senso.
Le prospettive? Domenica, i ticinesi sono attesi da una partita piuttosto difficile, all’AFG Arena di San Gallo contro i biancoverdi di Zinnbauer, che sono in uno stato di grazia notevole. Molto dipenderà da come andranno i recuperi degli infortunati in casa bianconera, e dal livello di forma. All’andata, oltre San Bernardino, all’esordio in campionato, fini 2-0 (ma all’epoca, sulla panchina biancoverde, era seduto Saibene, che finora ha battuto il boemo in tutte e tre le occasioni nel quale se lo è trovato di fronte, con due squadre differenti), ma i bianconeri giocarono bene, prima di venire puniti, nel finale, da una doppietta di Aleksić (a segno anche ieri a Lucerna, su assist del nuovo arrivato Gaudino). Con alla guida il tecnico bavarese, i sangallesi sono invece stati infilati 3-1 a Cornaredo, in una delle più belle recite della stagione, da parte della banda Zeman. Partita difficile, insomma: ma se i ticinesi continueranno a migliorare la forma fisica, e recupereranno qualche infortunato eccellente, nulla è precluso.