Momento difficile, per il calcio ticinese: entrambe le compagini della Svizzera italiana, infatti, viaggiano all’ultimo posto in classifica, nei rispettivi campionati. Come abbiamo scritto ieri, la squadra ha fatto vedere qualche miglioramento nel gioco. Tuttavia, è venuta a casa dalla Svizzera tedesca senza punti, e in una partita contro un avversaria diretta. Insomma, una sconfitta che ha fatto male. Anche qualche chilometro più a Sud non si sorride: i Momò hanno giocato una partita grintosa, ma sono usciti dal Riva IV battuti dall’Aarau di Rossini e dell’ex Schällibaum.
A Lugano, però, il presidente Renzetti non ci sta, e, tramite il sito della società, denuncia atteggiamenti un po’ troppo disfattisti (non è la prima volta) attorno alla squadra. A dire il vero, sono stati diversi gli inviati a Thun che hanno parlato di un buon Lugano, soprattutto nella ripresa, e di una sconfitta immeritata. Molti non dimenticano i meriti della squadra, che (anche grazie a un tabellone fortunato, che le ha consentito, finora, di non incontrare squadre di Super League) si giocherà il mese prossimo l’accesso alla finale di Coppa svizzera. In tanti l’hanno applaudita per le vittorie casalinghe contro Sion, San Gallo e GCZ. Renzetti, però, ha ritenuto di dover far sentire chiara la sua voce: probabilmente, anche per chiamare a raccolta soprattutto i tifosi: servirà il loro sostegno già sabato pomeriggio, contro uno Zurigo dato in ripresa.
Il presidente ricorda che mancano ancora 16 partite alla conclusione del torneo e che, per forza di cose, la prossima sfida casalinga con i tigurini non potrà certamente essere decisiva. Anche a noi sembra ingeneroso parlare di “squadra più debole e società più fragile”: però, a onor del vero, buona parte della stampa sportiva cantonale ha sempre riconosciuto la bontà del progetto, pur con i limiti imposti dalle capacità dei giocatori e dal bilancio. Prendendo atto, ovviamente, anche degli errori nei quali è incorsa la squadra in campo, e del resto evidenziati anche da Zeman, in più occasioni, nei suoi confronti con i giornalisti sportivi. Anche oltre Gottardo la stampa sportiva elvetica ha guardato con simpatia e ammirazione, in alcuni casi, ai ticinesi. Per i conti (nello sport come nella vita), bisognerà aspettare la fine della stagione.
Il presidente del Lugano è un fiume in piena: “Lasciatemi dire che per chi, da alcuni anni, cerca di rilanciare le sorti del calcio a Lugano e in Ticino, investendo denaro proprio, cancellando certe figuracce del passato e mantenendo sempre i propri impegni, è demoralizzante ascoltare affermazioni simili e veder liquidati in pochi secondi gli sforzi quotidiani. È deprimente e umiliante sentire con quanta superficialità ci si faccia beffe della dignità e dell’impegno altrui. (…) Da imprenditore e da uomo ammiro chi rischia del proprio e chi alle parole preferisce i fatti. Ma aborro i saltimbanchi, gli opportunisti e i doppiogiochisti. Quanto all’ultima affermazione delle Cassandre “La salvezza è impossibile se non si fa risultato con lo Zurigo” la trovo un’altra provocazione gratuita e un’altra previsione da capannone di Rabadan!” (è il luogo dove si festeggia il Carnevale a Bellinzona – ndr).
Insomma, clima caldo, nonostante la stagione: ma la polemica, si sa, è nelle corde, da sempre, degli sportivi ticinesi. A questo punto, però, ci si augura che sia il pallone a parlare: che è, in fondo, la lingua che tutti capiscono, e sulla quale ci si trova d’accordo. Sabato, a Cornaredo, non saranno in palio punti decisivi: tuttavia, servirà muovere la classifica, almeno per l’ambiente che, come abbiamo visto, si sta parecchio scaldando. L’avversaria è di quelle toste, e non farà sconti. Tuttavia, anche confrontandosi con i colleghi locali, si è preso atto le migliori prestazioni dei bianconeri si sono sempre viste con squadre di tasso tecnico elevato: e lo Zurigo di Canepa e Hyypiä appare la squadra giusta, per ritrovare la giusta concentrazione in campo.
A Chiasso, intanto, si delineano meglio i contorni del caso di cronaca che ha visto coinvolto un tesserato (identificato come il difensore Michele Monighetti): con un comunicato stampa, la società ha reso noto che il difensore è stato sanzionato economicamente dal club, e si renderà disponibile per attività di formazione calcistica organizzate dal settore giovanile dei Momò. Il calciatore infine, in accordo e con l’appoggio del F.C. Chiasso, sosterrà con una donazione, insieme alla Società, la Fondazione “Damiano Tamagni”, al fine di sensibilizzare i giovani alla non violenza. L’inchiesta della Polizia cantonale e della Magistratura starebbe tra l’altro ridimensionando il ruolo dell’atleta nella vicenda.