La Ferrari e il sorpasso simulato

Ancora una settimana (o poco più) di passione e poi i veli verranno tolti e le livree delle monoposto di Formula 1 per il 2016 verranno svelate. Sì, quest’anno l’attesa è davvero lunga e segnerà probabilmente un cambio storico delle abitudini riguardanti il “pre-campionato”, difficile che si possa tornare indietro nel prossimo futuro: avere un mese in più per modificare il lavoro, testare in galleria del vento, apportare modifiche al progetto non è poco. Peccato, soprattutto per noi appassionati, che nei 3 mesi senza corse abbiamo davvero le briciole per discuterne o semplicemente farci un quadro di ciò che, nell’ipotesi, sarà. Ma è senz’altro un’arma in più per tecnici e ingegneri, che nel “buio” delle altre squadre possono esaltare le proprie doti e non cominciare a rincorrere quella o quell’altra scuderia già da gennaio.

Molte squadre hanno deciso di presentare la propria auto a Barcellona (21-22 febbraio), in concomitanza con i primi test ufficiali dell’anno. La Ferrari, un paio di giorni prima, di venerdì, come già accaduto in passato. Il 19 febbraio ed esclusivamente sul portale ufficiale della casa di Maranello verrà presentato il progetto della “667”. Intanto, però, voci e prime statistiche “senza pista” sono venute fuori. Si è passati dalla preoccupazione di un ritardo della power unit (da colmare al rientro in Europa del circus) ai tempi “simulati”, che invece mostrerebbero dei netti miglioramenti nelle prestazioni rispetto alla stagione passata.

Il propulsore ibrido farà sicuramente la differenza e la Ferrari ha deciso di modificarlo quasi nella sua interezza in confronto a quello del 2015. Nella pura simulazione e teoria le “rosse” potrebbero migliorarsi di circa un secondo e mezzo e il paragone che ne viene fuori è, ovviamente, con le Mercedes: l’anno scorso Vettel e Räikkönen erano di media mezzo secondo in ritardo da Hamilton e Rosberg. L’aritmetica ci porta quindi, con un rapido e semplice calcolo, a ipotizzare un vantaggio di circa un secondo rispetto alle frecce d’argento.

Bene. Almeno l’ottimismo c’è. Ma se dovessero correre con i soli dati simulati e con le ipotesi staremmo freschi. Quindi, una sana riflessione è necessaria: 1) è difficile che il progetto Mercedes, a sua volta, non migliori rispetto al 2015; 2) rispolverando qualche adagio scontato è giusto dire che “una cosa è la teoria, un’altra la pratica”; 3) Seppure saranno questi i valori della 667 stiamo comunque ragionando in “valori assoluti” e quindi di condizioni perfette della pista, senza tenere conto del degrado delle gomme e di questo o quell’altro tracciato; 4) la storia della Formula 1 ci insegna che non sempre hanno vinto le monoposto migliori in prestazioni, ma quelle che insieme alla velocità sono state accompagnate dall’affidabilità. E questa, in simulazione e al computer, non può essere testata.

Insomma, i numeri ci sono, l’ottimismo anche, ed è un buon inizio. Diciamo anche che ci dà quel pizzico di aspettativa in più che non fa mai male. Ora, però, è arrivato il momento di girare le carte e cominciare a correre, finalmente. Adesso possiamo dirlo, manca poco.