MP Istantanee presenta… Serhiy Scherbakov, chissà se…
Sono tantissimi i calciatori che hanno visto spezzati i propri sogni da gravi infortuni e trappole tese dal destino. Serhiy Scherbakov è uno di loro. Promessa ucraina dello Sporting Lisbona, non riuscì ad evitare il suo appuntamento con la sorte a soli 22 anni. Chissà oggi se…
Al tramonto dell’URSS
Serhiy Hennadiyovych Scherbakov nasce a Donetsk (Unione Sovietica, ora Ucraina) il 15 agosto 1971. Centrocampista mancino di buon fisico, figlio d’arte: il padre Gennadiy aveva infatti giocato in gioventù come difensore centrale. Entra giovanissimo nello Shakhtar e fa il suo debutto in prima squadra nel 1988. Con la casacca del club di Donetsk, Scherbakov disputa in totale 52 partite (con 12 reti all’attivo) nel campionato sovietico.
La grande vetrina mondiale
Scherbakov si mise in mostra tra i più fulgidi talenti nazionali, in quel periodo che stava per assistere alla dissoluzione dell’Unione Sovietica e alla frammentazione geografica – oltreché calcistica – di uno sterminato territorio. In virtù delle sue qualità, Scherbakov diventò una pedina fondamentale delle rappresentative giovanili sovietiche. Nel 1990 si laurea campione d’Europa con l’Under 18, in cui colleziona 9 presenze e 4 reti totali. Poi, l’anno seguente, comincia a far parlare di sé a livello internazionale grazie alle grandi prestazioni nel Mondiale Under 20 1991: conquista il terzo posto con la squadra e, soprattutto, il titolo di capocannoniere ex-aequo con lo spagnolo Pineda grazie a 5 realizzazioni. Scherbakov attira l’attenzione di numerosi club del vecchio continente.
Grazie, Bobby
Si interessano maggiormente a lui il PSV Eindhoven e lo Sporting Lisbona: il manager dei lusitani è il grande Bobby Robson, che viene favorevolmente colpito dalle doti del ragazzo e lo segnala ai suoi dirigenti. In questo modo Scherbakov viene acquistato dai biancoverdi, che gli lasciano giocare il primo neonato campionato ucraino con lo Shakhtar prima di portarlo in Portogallo. Anche la nuova selezione dell’Ucraina comincia la sua attività: Scherbakov gioca da titolare le prime due gare post-URSS, in amichevole contro Ungheria e Stati Uniti. Arriviamo all’estate 1992. Serhiy (che a Lisbona verrà ribattezzato “Cherba“) firma un contratto quadriennale e diventa ben presto un beniamino dello stadio Alvalade, sciorinando ottime performance in un centrocampo di talento completato dai bulgari Balakov e Iordanov, e da un altro campioncino destinato ad una carriera stellare: Luis Figo. Realizza 5 gol nel massimo torneo portoghese e la sua sembra proprio una parabola in costante ascesa. Si sposa con la nipote di un dipendente del club ed ottiene anche la cittadinanza portoghese. Un matrimonio di breve durata.
Il dramma
Dopo che lo Sporting viene eliminato dagli austriaci del Salisburgo in Coppa UEFA, Bobby Robson viene sollevato dall’incarico e i suoi giocatori organizzano una cena in suo onore. Il giorno fatidico è il 15 dicembre 1993. Terminata la serata, Scherbakov si mette alla guida: mentre sfreccia al volante è tutt’altro che sobrio e brucia un semaforo rosso. Il terribile incidente stradale in cui resta coinvolto gli provoca fratture al cranio e alla colonna vertebrale. L’appena 22enne Serhiy Scherbakov, attraversa in pochi istanti un drammatico tunnel che lo trasforma da grande promessa del calcio a paraplegico. Un destino atroce per un giocatore sul quale lo stesso Robson, grande intenditore, si sarebbe così espresso: “Se non fosse avvenuto quel tragico incidente, sarebbe senza dubbio diventato uno tra i migliori centrocampisti d’Europa“. Luis Figo gli dedicò con grande commozione la rete segnata nel successivo derby con il Benfica. In suo onore, dopo l’incidente, lo Sporting ha organizzato una partita di beneficenza. Il contratto con il club è stato poi cancellato, non senza strascichi polemici.
Oggi
Dopo la notte che gli ha cambiato drasticamente la vita, Serhiy Scherbakov non si è arreso all’immobilità degli arti inferiori ed ha tentato un trapianto di cellule staminali, purtroppo senza esito. Non ha dimenticato il pallone, lavorando come talent-scout e all’interno di alcune fondazioni per calciatori con disabilità. Vive a Mosca dal 1997 ed è rimasto grande tifoso delle uniche sue due squadre, Shakhtar e Sporting. Si è sposato altre due volte e non naviga in acque tranquille: in un’intervista di quasi due anni fa ha dichiarato che la terza moglie Natalia, da cui ha divorziato, vuole sfrattarlo dall’appartamento in cui vive.