Il caos oltre ogni cosa. Palermo ancora non ha una guida tecnica, perché Schelotto, già, pure lui saluta il club rosanero. Problemi nel prendersi il patentino da allenatore, nessuna licenza arrivata dalla UEFA, e impossibilità di dirigere la squadra che gli aveva consegnato Maurizio Zamparini. “Mi manca un anno e mezzo di esperienza” ha dichiarato lo stesso Schelotto, ieri mattina, scuro in volto. “La legge è legge” ha aggiunto. E ci mancherebbe altro.
Rewind. Di poco eh, giusto di qualche riga. “Mi manca un anno e mezzo di esperienza”, e dunque: Schelotto non ha i requisiti per poter allenare. Qui, la curiosità che nasce sovrana, e urla: ma nessuno lo sapeva? Quando Zamparini ha chiesto di incontrare Schelotto per proporgli la panchina del Palermo, quest’ultimo non sapeva di non avere le carte in regola per allenare? Bene ha fatto Zamparini, adesso, a non voler procedere ulteriormente, affidando la squadra al tecnico della Primavera, Giovanni Bosi, con Tedesco che farà da vice allenatore. Male, però, non informarsi per tempo, costringendo Palermo a vivere, di fatto, una stagione transitoria, con Iachini esonerato, Ballardini pure, Iachini richiamato ma solo per un paio d’ore, perché tempo di scontrarsi sul mercato ed ecco un altro addio, e poi: Schelotto assunto, senza che avesse la licenza. Senza, soprattutto, che avesse i requisiti per conseguirla.
Dura lex, sed lex. Ci mancherebbe. Schelotto fermato dalla burocrazia, Zamparini “scavalcato” dalle scartoffie: per una volta, infatti, non ha sbattuto fuori qualcuno. La legge lo ha fatto prima di lui. Un peccato, comunque, per l’ex centrocampista del Boca Juniors, reduce da un’esperienza al Lanús in cui, tra parecchie difficoltà, era riuscito a mettere in bacheca una Copa Sudamericana (2013). Nulla da fare: torna a casa, dovrà fare esperienza, e poi magari tornare. Forse, però, non a Palermo, perché nel frattempo – ci auguriamo – il presidente rosanero avrà trovato qualcuno a cui affidare la squadra.
Quel “qualcuno”, si vocifera, può essere nuovamente Iachini, per un girotondo assurdo, provocato proprio da un esonero, non meritato, dell’allenatore ascolano. Benvoluto da squadra e tifosi, artefice del ritorno in Serie A, mentore italiano di Paulo Dybala. Forse un capriccio, l’ennesimo, di Zamparini mandarlo via. Il quale, sia chiaro, è il patron ed è libero di fare ciò che vuole, seppur dall’alto della sua esperienza dovrebbe oramai sapere che, a volte, lasciare le cose come stanno può addirittura evitare situazioni spinose che invece, stravolgendo le cose, si verrebbero a creare.
Situazioni che adesso non sorridono al Palermo, e problemi da risolvere aumentati, per Zamparini, rispetto a inizio stagione, quando gli unici pensieri erano le ovvie difficoltà di una squadra neopromossa e trasformata, in termini di rosa. A Iachini serviva solo un pizzico di fiducia in più, e il poter lavorare con calma. Invece, il caos. Con Palermo che attende, adesso. Né Ballardini né Schelotto. Iachini forse, Bosi nel frattempo, e Zamparini chissà se lascerà perdere il pelo e cambierà mai il vizio.