Per il Chiasso di Camolese, sabato sarà una giornata importante. Al Riva IV sarà infatti di scena l’Aarau di Marco Schällibaum, ultimo in graduatoria, a due punti dalla compagine Momò. E quindi, i motivi di interesse saranno parecchi. I tre punti, sicuramente: si tratta di uno scontro diretto, nonostante i rossoneri, a inizio stagione, sotto la guida dell’esperto Livio Bordoli, fossero accreditati per un campionato ben differente. Come sono andate le cose, in seguito, lo sappiamo: esonero per il tecnico di Losone, sostituito dall’allenatore tigurino, in forza al Chiasso, ma con tanta voglia di tornare oltre Gottardo, soprattutto per motivi personali.
Nella cittadina di confine, si parla anche di mercato: è sicuro l’interesse manifestato dal Lugano per Andrea Maccoppi, centrocampista (figlio di Stefano, ex terzino del Como). I bianconeri cederebbero in cambio il giovane e promettente Milosavljevic, che non ha trovato spazio, finora, in Prima squadra. Camolese sembra però restio a mettere le chiavi del centrocampo in mano a un giovane ventenne; d’altro canto, Renzetti vorrebbe avere invece la garanzia che il centrocampista potesse avere degli spazi. Insomma, si tentenna da entrambe le parti; ma, in ogni caso, c’è ancora tempo per decidere.
Il Chiasso non vince da agosto, quand’era in testa alla classifica, dopo una partenza che aveva stupito persino i sostenitori più ottimisti. Ora bisogna porre rimedio a una situazione che, pur essendo difficile, non è certamente disperata. L’edizione di quest’anno della Challenge League appare molto equilibrata, e basterebbero un paio di successi di fila per riportare ottimismo e armonia in casa rossoblù. La dirigenza, da Lurati in giù, passando per Galante, ostenta fiducia e sostiene il tecnico piemontese, un uomo di calcio sulla cui serietà e competenza nessuno discute. Certo, non ci si improvvisa tecnici di una squadra elvetica: ed è per questo motivo che il mister, lo scorso anno, aveva declinato l’invito a sedersi sulla panchina dei Momò, dopo l’allontanamento di Zambrotta.
Tutti argomenti condivisibili, ovviamente: e c’è da credere a Camolese, quando ci dice che, in questi mesi, prima della chiamata di Fabio Galante, ha studiato il campionato svizzero cadetto. Tuttavia, i tifosi guardano la classifica: e quindi, al di là delle parole, servono i gol, e i punti. Chi avrebbe potuto segnarli, ma invece ha scelto di andare altrove, è Patrick Rossini. Il centravanti ticinese, oggi all’Aarau, domenica scenderà in campo proprio contro quella che poteva essere la sua squadra. Porta in dote la rete segnata domenica, all’esordio, contro il Bienne. Nell’occasione, ha parlato con i colleghi di Ticinonews, per raccontare un po’ le impressioni del prepartita.
“Veniamo a Chiasso motivati. Contro il Bienne abbiamo fatto bene: peccato per qualche errore in fase offensiva, che ci ha impedito di vincere. Siamo comunque carichi, e vogliamo uscire da questa crisi. È presto per parlare di partite decisive, ma saranno comunque punti pesanti: per noi sarà importante soprattutto uscire dal ‘Riva IV’ imbattuti” ha dichiarato l’attaccante ex Lugano. “Adesso sto bene, quando la sera torno a casa non vedo l’ora che arrivi mattina per tornare all’allenamento di nuovo. Ad Aarau ho ritrovato sensazioni positive.” Sulla fine della sua esperienza con Zeman, Rossini non ha fatto polemiche con il suo ex allenatore: “Non sono riuscito a rendere al 100%” ha detto “In campo non mi sentivo bene. Forse non riuscivo a capire i suoi schemi, ma non è quello il calcio che va bene per me. Io ho bisogno di ricevere il pallone nei 16 metri, mentre lui a me chiedeva di fare altro lavoro. Nonostante l’impegno, non riuscivo a fare quello che voleva.”
La parola, quindi, ora spetta al pallone. I rossoblù si alleneranno oggi e domani pomeriggio. Certo, per vincere dovrà scendere in campo il Chiasso visto nel secondo tempo alla Maldière: un approccio molle e indeciso, come quello visto in Svizzera Romanda nella prima frazione di gioco, potrebbe davvero costare carissimo ai ragazzi di Camolese. Certo, servirebbe tranquillità. E invece, un’altra tegola è caduta sui Momò. È infatti notizia di poco fa che la Società rossoblù ha provveduto a sospendere un proprio tesserato, a causa di un’inchiesta penale che lo vedrebbe coinvolto (una rissa durante i festeggiamenti del Carnevale di Bellinzona, il Rabadan). Non rimane che attendere gli sviluppi del caso: di certo, in Ticino, dove non ci si è dimenticati del caso Tamagni (un ragazzo di Locarno ucciso in una rissa, alcuni anni fa: ha dato il nome a un’associazione), la sensibilità al riguardo è molto alta. Vedremo, nei prossimi giorni, cosa accadrà.