Tra le tante voci a cui noi di MondoPallone abbiamo deciso di dare ascolto, ce ne è stata una che ci ha colpito in particolare, quella di Simona Recagno, giocatrice e allenatrice in Italia e in America. Un doppio impegno così particolare non poteva che destare la nostra attenzione e quindi abbiamo deciso di intervistarla.
Buongiorno Simona e grazie per averci dedicato il tuo tempo. Vuoi presentarti brevemente ai nostri lettori?
Innanzitutto grazie a voi per l’opportunità e molti piacere, come già sapete mi chiamo Simona, ho 21 anni e che dire di me… Sono una ragazza determinata ed estremamente curiosa… Per il resto vi lascio un po’ di sana curiosità…
Sei cresciuta nelle giovanili dell’Atletico Milano fino ad arrivare in prima squadra e poi da lì Acf Milan, Inter Femminile, Calcio Femminile Bocconi Milano e ora ASD Dreamers: pur essendo molto giovane hai già girato tanto… Come è nata la tua passione per il calcio?
È vero ho girato tante squadre… È iniziato tutto quanto appena nata mi hanno messo la sciarpa del Milan addosso… E il mio amore per il calcio penso sia iniziato quando mio padre mi ha portata per la prima volta a 4 anni a San Siro. Inoltre ho anche un fratello più piccolo, Pietro, che io chiamo nano (ma ormai non lo è più, anzi, mi mangia in testa in quanto ad altezza) e l’ho sempre seguito sui campi.
Sei un difensore ma hai giocato anche come centrocampista centrale. Quale ruolo ti è piaciuto di più?
Il ruolo di centrocampista mi ha aiutata molto a migliorare sotto l’aspetto tecnico e in quanto a visione di gioco atta alla finalizzazione… Ma sono nata come difensore ed è lì che è rimasto il mio cuore.
Tu non sei solo calciatrice ma sei anche allenatrice. Cosa si prova ad essere contemporaneamente da entrambi i lati della barricata?
Devo ammettere che ci vuole tanta pazienza, ma spesso e volentieri è un ruolo estremamente gratificante! Allenare mi ha permesso di conoscere persone fantastiche, una in particolare, e di vivere emozioni spontanee che solo dei bambini sanno regalarti.
Mettiamo il caso tu possa passare un giorno con il tuo calciatore preferito. Con chi lo trascorreresti?
Non ho dubbi: sicuramente il mio amato Gattuso. La prima maglia che ho comprato da piccola è stata la sua (se ora mi fa da top è già tanto…), e poi mi ha trasmesso sempre grinta e amore per quella maglia… Ma più di ogni altra cosa desidererei trascorrere del tempo col mio capitano, Maldini: classe, eleganza e perfezione… Lui è il mio modello calcistico, il motivo per cui ho imparato ad usare il sinistro nonostante sia destra… Per emularlo in tutto e per tutto. Da piccola non dicevo: voglio segnare come Sheva, ma “scivolare” come Maldini.
Hai avuto molte esperienze sia in Italia che all’estero. Te la senti di fare un parallelo tra il calcio femminile italiano e quello americano?
Avendo avuto l’occasione di allenare in America quest’estate ho potuto constatare che la differenza e la considerazione del calcio femminile che hanno là è ancora un’utopia per il nostro paese. Spero vivamente che le cose possano cambiare perchè in fondo un po’ ce lo meritiamo anche noi…
Si parla tanto di antagonismo maschile-femminile, anche nel calcio. Secondo te quali mosse dovrebbe fare la FIGC per risolvere una volta per tutte questa disparità?
Sembra che qualcosa si stia muovendo… Sono fiduciosa che chi sta ai vertici si renda conto che anche nel femminile esiste il professionismo (non ancora riconosciuto) in quanto ad impegno, dedizione e sacrifici. Credo comunque che la visibilità e la collaborazione con i club maschili sia di estrema importanza.
Ultima domanda per te: cosa vede Simona Recagno nel suo futuro?
Nel mio futuro vedo soddisfazione, riscatto e successo, sia in ambito sportivo che lavorativo! Come detto in precedenza sono determinata quindi lotterò con tutte le mie forze per raggiungere i miei obiettivi!