L’astro nascente svizzero: Breel-Donald Embolo

Al termine della “SFL Award Night 2015” che ha visto il trionfo di Breel-Donald Embolo (votato miglior giocatore della Super League svizzera per il 2015, sia dalla Giuria, che dal pubblico), proviamo ad andare alla scoperta di questo giocatore che, almeno a sentire i colleghi elvetici, potrebbe diventare il miglior talento rossocrociato degli ultimi anni (c’è chi dice, addirittura, lustri). Embolo non è nuovo ai premi: lo scorso anno venne eletto miglior giocatore dell’anno dal pubblico (tramite sondaggio online), e miglior giovane dalla Giuria degli SFL Award: il giocatore è infatti nato nel 1997 (a Yaoundé, in Camerun, il giorno di San Valentino), ma vive in Svizzera da quando aveva sei anni.

La sua carriera, finora, sembra quella del predestinato: partito dalle giovanili del Fussball Nordstern Basel 1901, si  trasferì dopo due stagioni al Basler Sportclub Old Boys e da lì, nel 2010, al Basilea, dove gioca tutt’ora. Vinse, per due anni consecutivi, con la maglia dei renani, il titolo nella categoria Under 16 . Tre settimane dopo aver compito 16 anni, firmò il suo primo contratto da professionista e, nell’estate 2013, venne inserito nella squadra U-21.

Il suo debutto in Super League è datato 16 marzo 2014 (contro l’Aarau, vittoria per 5-0). L’attaccante andò subito a segno totalizzando, al termine della stagione, 11 presenze e una rete (quella dell’esordio). Nella stagione successiva, quella della consacrazione definitiva a titolare, segnò una tripletta contro il Winterthur nella partita valida per la Coppa Svizzera, terminata 4-0 per i renani. A fine stagione, totalizzò 27 presenze in campionato, con 10 reti e 5 assist. Il 4 novembre mise a segno invece il suo primo gol in Champions League (contro il Ludogorets, nell’incontro vinto dal Basilea 4-0). La rete assunse rilevanza statistica in quanto il giocatore, a 17 anni e 263 giorni, divenne il sesto più giovane marcatore nella storia della competizione.

Come scrivevamo sopra, il giocatore sembra un predestinato, e questo fa pendere la bilancia verso l’idea che possa davvero trattarsi di un fuoriclasse. Ha saputo evolversi tatticamente, passando da mezzala a esterno (anche centravanti). Ha mezzi fisici notevolissimi, che gli consentono di spaziare su tutto il fronte offensivo. Da giovanissimo, faceva il centrocampista; ancora oggi, è in grado di ripiegare sovente in mezzo al campo, quando necessario, proprio perché ha una grande mobilità. Possiede, infatti, nonostante la giovane età, la necessaria visione di gioco (nonché i piedi) per far giostrare il pallone come fosse un trequartista, oltre a saper interpretare, al meglio, il ruolo di giocatore di fascia, in virtù di grandi capacità nel dribbling, e di un’agilità non comune.

Tuttavia, anche se in questa stagione è stato utilizzato sulla fascia sinistra, non ha il cross come pezzo migliore del repertorio. Data la sua presenza fisica (184 cm per 71 Kg) sembra fatto apposta per cercare l’uno contro uno dove, in effetti, eccelle. I dati statistici dei siti specializzati parlano chiaro: l’attaccante renano tenta, mediamente, poco meno di nove dribbling a partita, e ne vince circa l’80%. È vero che il livello tecnico del massimo torneo di calcio svizzero non è eccelso, ma restano numeri davvero notevoli. Pensiamo, per dire, che pochi, in Europa, possono vantare questi numeri. Neymar e Messi, per dire, hanno come media, rispettivamente, i 7.9, 7.2 dribbling a partita, ma la Pulga ne vince “solamente” il 69%. Il gap con altri giocatori di nazionalità europea, che pure sono al vertice in questa particolare classifica (Thauvin, Draxler e Vázquez), è ancora più ampio.

Segna poco di testa; nonostante il fisico, sovente, viene sovrastato nei duelli aerei (dovrà lavorarci sopra), e anche il tiro da fuori area non è un sua specialità: questione, forse, di convinzione. Il suo gioco, in virtù della sua agilità fisica (e della capacità che ha di saltare l’uomo nell’uno-contro-uno, creando la superiorità numerica), in questa fase della sua carriera, consiste nel partire, palla al piede, dalle fasce, accentrandosi: le difese, a questo punto, convergono su di lui, creando spazi per la punta centrale e per giocatori all’esterno sulla fascia opposta. A questo punto, Embolo di solito passa a un centrocampista, cercando la profondità ed evitando, quasi sempre, come scrivevamo sopra, di tirare da fuori. Quando decide di andare alla conclusione, tende a cercare il lato sinistro dell’area, in una posizione a metà tra l’esterno di difesa e il centrale, e conclude con il piede destro.

La sua rapidità è fondamentale: con il primo tocco di palla si libera del marcatore, difendendo poi la stessa in virtù di un fisico notevole. Il giocatore elvetico ha anche una grande proprietà di palleggio, e difficilmente lascia scampo al portiere avversario, quando calcia di destro, incrociando. Lo scorso anno, ha vinto anche il premio Fair Play, come ricordavamo qua. Ci auguravamo, allora come oggi, che non venisse rovinato dal passaggio a un calcio più “evoluto”: ciò non toglie che, in tutti i casi, resta un giocatore da seguire. Staremo a vedere: e, del resto, il pallone, in Super League, riprenderà a rotolare proprio in questo fine settimana.

 

 

Published by
Silvano Pulga