Probabilmente i tifosi del Palermo ricordano piuttosto bene Kyle Lafferty, attaccante nord-irlandese giunto in Sicilia nell’estate 2013 nonché uno dei protagonisti della pronta risalita dei rosanero in massima serie. Chiusa poi la sua esperienza italiana, l’ex Glasgow Rangers ha optato per andare a giocare in Inghilterra, in Championship, al Norwich appena retrocesso ma ambiziosamente determinato a tornare in Premier il prima possibile. La missione dei Canaries ha avuto pieno successo ma il buon Kyle ha avuto poco spazio e, lo scorso febbraio, ha deciso di lasciare anche il Norwich dopo circa otto mesi e giocarsi le sue carte nel campionato turco, al Rizespor.
In Anatolia il rendimento di Lafferty non è stato indimenticabile, anzi tutt’altro, sicché l’attaccante è rimasto senza squadra al termine della scorsa stagione ed è alla disperata ricerca di una sistemazione per i prossimi sei mesi, soprattutto a causa degli ormai imminenti Europei. Se dovesse fallire nel trovare un contratto, infatti, le sue chance di andare in Francia sarebbero ridotte al lumicino e, oltre al danno, la cosa avrebbe anche il sapore della beffa dopo che Lafferty è stato tra i protagonisti della storica qualificazione dell’Irlanda del Nord alla prestigiosa manifestazione continentale.
Il suo nome è stato accostato a numerosi club, incluso il Sion (dove ha già militato prima di andare a Palermo), ma il giocatore vorrebbe trovare un posto in Inghilterra. È fallito anche un tentativo di tornare al Norwich, coi gialloverdi che hanno preferito mettere sotto contratto Naismith e Bamford: la situazione dell’attaccante si è quindi fata decisamente complessa e, col passare delle ore, le sue chance di rimediare un club paiono assottigliarsi pericolosamente (anche se è utile ricordare che il mercato dei parametri zero chiude dopo la finestra abituale per i giocatori già in possesso di un ingaggio).
Dalla promozione col Palermo al trasferimento al Norwich per arrivare in Turchia e al non trovare una squadra: la triste parabola di Kyle Lafferty lascia francamente un po’ di amaro in bocca, come sempre in questi casi. Possibile che nessun club voglia un giocatore che è sì reduce da sei mesi di stop ma che, anche in Nazionale, ha sempre saputo farsi trovare pronto?