È ancora Juventus-Inter

Quando Juventus e Inter si sono affrontate lo scorso ottobre a San Siro, difficilmente qualcuno avrebbe pronosticato che a fine gennaio la situazione sarebbe stata quella attuale. Ossia con i bianconeri in grande rampa di lancio e i nerazzurri, allora in testa alla classifica, in crisi di risultati e soprattutto d’identità: non che la formazione di Mancini abbia mai mostrato un bel gioco (se non a sprazzi), però la solidità difensiva non era in discussione e anche gli attaccanti, in quelle poche occasioni, sapevano sempre farsi trovare pronti. La coppia Icardi-Jovetic continua a non funzionare, con l’argentino che nell’ultima partita ha mancato un paio di occasioni abbastanza clamorose, Ljajic sembra essere un corpo estraneo e compie sempre quel tocco in più che pregiudica la giocata e Perisic fatica a essere incisivo anche sotto porta, pur facendo un grandissimo lavoro senza palla.

Per quanto riguarda la Juventus, invece, è impressionante notare come la crescita bianconera coincida più o meno con quella di Dybala. Un inizio fatto di tante panchine e pochi minuti in cui, comunque, qualcosa di buono aveva fatto intravedere: con l’aumento del minutaggio, poi, è arrivato il filotto di vittorie e anche il bel gioco, oltre a una serie di giocate decisive non proprio tipiche di un ragazzo di quell’età. Insomma per chi in estate aveva paura che Tevez fosse insostituibile, in questi mesi Dybala ha dato una risposta anche ai più scettici: non tanto per il numero di gol realizzati, quanto per la capacità di caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti di difficoltà. Come nell’ultima gara interna contro la Roma, con Spalletti che aveva alzato il muro difensivo impostando la gara quasi esclusivamente sulle ripartenze: la grande giocata dell’argentino, non tanto per la bellezza quanto per la tempistica con cui ha eseguito il gesto stesso, ha spento le speranze giallorosse.

I nerazzurri restano comunque un avversario da non sottovalutare, soprattutto per le caratteristiche strutturali della squadra di Mancini: una formazione difficile da affrontare quando non ha l’obbligo di fare la partita, come successo a Napoli settimana scorsa. Molto più difficile il compito, invece, quando di fronte ha squadre brave a chiudersi a ripartire in contropiede (Carpi e Atalanta). Fermo restando, però, che la qualità e l’ampiezza della rosa juventina è di gran lunga superiore rispetto a quella meneghina: e quella di stasera potrebbe essere la partita di Juan Cuadrado. Poco utilizzato in campionato, la sua velocità potrebbe seriamente mettere in difficoltà i terzini nerazzurri, poco istruiti tatticamente (Telles) o in crisi di condizione (Nagatomo). Mancini sorprenderà ancora cambiando una formazione ogni mezz’ora, oppure farà affidamento esclusivamente sul 4231 di Napoli per provare a incartare la partita? Jovetic unica punta toglierebbe punti di riferimento alla difesa bianconera e, grazie al suo tiro da fuori, potrebbe persino risolverla con un altro jolly dai 25 metri: ma escludere Icardi, uno che alla Juventus qualche gol l’ha già segnato in carriera – per usare un eufemismo – potrebbe togliere fiducia al capitano dell’Inter.

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Alessandro Lelli