E come Empoli, E come Eibar
Ad accomunare i destini di Empoli ed Eibar vi è molto di più che la semplice iniziale del nome. Perché toscani e baschi, seppur lontani in termini chilometrici, sono uniti da un filo sottilissimo.
Entrambe le squadre hanno terminato il girone di andata con 30 punti all’attivo, un’enormità se pensiamo agli obiettivi iniziali e alle aspettative di esperti e addetti ai lavori. “Sarà un campionato lacrime e sangue” sentenziavano i più, puntualmente smentiti. A loro parziale discolpa la profonda rivoluzione che in estate ha interessato i due club e che lasciava, quindi, più di un ragionevole dubbio sul loro futuro.
A cominciare dalla guida tecnica: a Empoli è arrivato Marco Giampaolo, allenatore finito ai margini del calcio italiano, dopo le esperienze negative con Cesena e Brescia e la discesa negli Inferi della Lega Pro con la Cremonese. A Eibar hanno ingaggiato José Luis Mendilibar, ex di Valladolid e Osasuna, ma reduce dall’esonero al Levante. Due tecnici, insomma, con un recente passato da riscattare.
E poi la “giovinezza” delle due rose: poco più di 24 anni l’età media, a dimostrazione che per far bel calcio non occorre avere esperienza, ma organizzazione e idee chiare. Senza considerare che a Eibar gioca un ex empolese, Simone Verdi, protagonista ieri con la maglia azzurra e oggi con quella blaugrana.
Il calcio “di provincia” si fa largo in Serie A come nella Liga: un calcio certamente meno strombazzato rispetto a quello dei grandi club, ma che piace per la sua genuinità e freschezza. Un calcio da trenta e lode.