A Como, ci credono ancora
In attesa di ripartire (sabato 16, alle 15, con il Perugia) a Como si lavora duramente (la squadra ha ripreso gli allenamenti il 4 gennaio), e si guarda avanti. Per raggiungere l’obbiettivo salvezza, giornalisti, tifosi e addetti ai lavori pronosticano che serviranno almeno 30 punti: il doppio (e passa) di quelli fatti finora. La classifica è impietosa: -9 la quota salvezza, -7 quella per i playout. Eppure, sul Lario qualcuno ci crede: uno di loro, l’allenatore Gianluca Festa. Ai giornalisti de La Provincia di Como, che lo hanno sentito, il tecnico ha ribadito così le sue convinzioni, del resto già espresse nel dopopartita dell’incontro con la Salernitana: “Ci credo, sulla base di ciò che vedo quello in campo. A La Spezia abbiamo giocato la nostra miglior partita. Con la Salernitana abbiamo vinto rimontando. Soprattutto, in allenamento vedo una rabbia, una dedizione, convincenti. La squadra non è morta. La squadra è viva, eccome.”
Capitolo mercato. Come vi avevamo anticipato, si fanno i conti con i mal di pancia di Giulio Ebagua: sull’attaccante, di origine nigeriana, c’è un forte interesse da parte del Vicenza. Il giocatore sarebbe d’accordo, a quanto si dice, ma la Società prende tempo: “Ebagua, per noi, non è in uscita” ha dichiarato il ds Dolci ai giornalisti. Qualcuno, più realista, fa invece notare che l’umore del giocatore avrà il suo peso, e che il Vicenza avrebbe pronta una contropartita: si tratterebbe di Stefano Pettinari, attaccante della Roma parcheggiato a Vicenza, dove ha avuto, finora, poco spazio.
Dolci ha comunque promesso che ci saranno movimenti: “Compatibilmente con le nostre risorse” ha dichiarato il ds ai cronisti della Provincia, “ci muoveremo per un terzino sinistro puro, perché lì non abbiamo molte alternative. García Tena è un centrale, al limite si può lavorare su Jakimovski, che però terzino non è. E poi ci piacerebbe portare a Como un interditore, un giocatore che possa dare respiro a Fietta, che riteniamo, al pari di Ghezzal e Barella, come un nuovo acquisto. E come lo sarà anche Cristiani, quando sarà pronto.” Tra i “si dice”, l’idea di far tornare, da Teramo, un giocatore molto amato dai tifosi lariani, l’attaccante Giuseppe Le Noci.
Partenze ce ne sono state (Minotti, Sbaffo e Ntow); altre sono annunciate (Benedičič e Scapuzzi, mentre Borghese potrebbe rientrare nella trattativa per Le Noci). Per ora, è arrivato il giovane e promettente Barella, che a Cagliari era chiuso da una concorrenza molto forte: su di lui, Gianluca Festa (che lo aveva fatto esordire, giovanissimo, in serie A) punta molto. Anche i giocatori sembrano essere convinti delle loro possibilità: dichiarazioni e interviste sono tutte improntate, da una parte, al rimpianto per le occasioni perdute, e dall’altra, alla consapevolezza di possedere i mezzi per recuperare. Da Fietta al nuovo arrivo Ghezzal, tutti hanno suonato la carica al gruppo.
Il centrocampista di Asolo, in particolare, uno degli eroi della promozione, non è andato troppo per il sottile. In un’intervista rilasciata sempre alla Provincia, apparsa qualche giorno fa, ha chiaramente parlato di un atteggiamento che deve cambiare, “anche fuori dal campo.” Il 31enne ha quindi rimarcato, di nuovo, l’importanza del fattore psicologico, in queste situazioni, portando come esempio, lo spirito della scorsa stagione, quello che ha consentito ai lariani di arrivare in Serie B. E, sul mercato di riparazione, è stato lapidario: “Mi aspetto che accada soprattutto una cosa. Che chi sarà qui, chi resterà o arriverà, sia convinto al cento per cento di quello che sta facendo, e abbia voglia di correre fino all’ultimo per raggiungere la salvezza. Chi non ci crede, chi ha dubbi, chi non è davvero convinto di lottare per questa causa e di poter provare a vincere questa battaglia, è meglio che non lo faccia.”