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La Guardia di Finanza accusa il Cesena Calcio di frode fiscale

La Guardia di Finanza ha chiuso l’inchiesta aperta sulla gestione economica del Cesena Calcio e ha lanciato sul piatto un’accusa pesante: frode fiscale per oltre 11 milioni di euro.

L’indagine, guidata dal procuratore di Forlì-Cesena Sergio Sottani, avrebbe fatto emergere un giro di soldi dalle casse del Cesena Calcio che venivano svuotate per aprire fondi neri che poi finivano dritti dritti nelle tasche di alcuni personaggi, tra cui ex ed attuali vertici della società, imprenditori e commercialisti.

Gli indagati al momento sono l’ex presidente del Cesena Igor Campedelli, l’attuale Presidente Giorgio Lugaresi, l’ex direttore generale Luca Mancini, il professionista Luca Leoni e gli imprenditori Potito Trovato e Coclite Mastrorazio. Le accuse ipotizzate sono, a vario titolo, riciclaggio, frode fiscale, associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita, simulazione di reato e falso in bilancio.

Nel mirino degli inquirenti è finita anche la cessione di Yoto Nagatomo all’Inter nel gennaio del 2011: l’accusa di falso in bilancio è legata ad alcune plusvalenze realizzate dal Cesena con la compravendita di diversi calciatori, tra cui appunto il giapponese, e secondo gli investigatori, in alcuni casi il valore dei giocatori sarebbe stato sopravvalutato, con l’obiettivo di ridurre sensibilmente le perdite d’esercizio, una circostanza che, in base al Dlgs 231 del 2001 – quello sulla responsabilità amministrativa delle società e degli enti – potrebbe costare al Cesena una sanzione pecuniaria molto elevata.