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Serie B – Brescia, in due anni è cambiato tutto

Dalle stelle alle stalle” dice un noto proverbio: l’esatto opposto è diametralmente la sintesi perfetta per gli ultimi due anni del Brescia Calcio.

Ma andiamo con ordine; esattamente due anni fa a tenere banco sui giornali in questo periodo era l’ormai avvenuta cessione della società di Gino Corioni a Giampietro Manenti, imprenditore all’epoca quasi sconosciuto (un anno e mezzo dopo si parlerà di lui anche nella vicenda del Parma Calcio), che sembrava avere i soldi per acquisire il 100% del pacchetto azionario risanando immediatamente tutti i debiti.

La tifoseria e tutto l’ambiente erano ormai stanchi ed esasperati dalla gestione Corioni, visto che negli ultimi anni i debiti erano diventati insostenibili e i piani societari non parevano chiari e limpidi e quindi questo nuovo passaggio di consegne faceva sognare un po’ tutti.

Passavano le giornate e Manenti ritardava sempre di più l’incontro decisivo per la fumata bianca, ma nelle varie interviste rimarcava sempre di più di portare pazienza affermando la sua volontà di diventare presidente e costruire fin da subito una grande squadra per la promozione in Serie A.

La piazza bresciana era ormai scettica quando Manenti, qualche settimana più tardi, sparì letteralmente lasciando Corioni a bocca asciutta e senza i soldi tanto paventati. Ma è l’annata successiva quella più tragica per la compagine biancoblu: nessun nuovo acquirente si fa avanti e così mancano i soldi per l’iscrizione al campionato. Questi soldi arrivano in extremis grazie a un prestito di quattro milioni, che però chiede come garanzia le dimissioni di Corioni dalla presidenza della società.

Sul campo la squadra fatica molto, inanellando una serie di risultati negativi e cambiando tre allenatori nel giro di pochi mesi. Il caos che regna nell’ambiente spinge i tifosi a varie contestazioni, ma non riescono a dare la scossa per invertire la rotta. A febbraio vengono nominati Sagramola e Triboldi come nuovi direttore generale e presidente (e Bonometti come patron), ma ormai la situazione in classifica è catastrofica: il Brescia retrocede in Lega Pro con due giornate d’anticipo.

Grazie al fallimento del Parma, il 3 agosto i lombardi vengono ripescati e riammessi al campionato cadetto. La nuova gestione societaria fa rinascere l’entusiasmo, grazie a iniziative e programmi chiari e a un progetto mirato per tornare tra le grandi rinnovando il contratto al solo Andrea Caracciolo e ripartendo da zero. L’obiettivo di questa stagione è la salvezza, ma grazie a Boscaglia e ad una squadra giovanissima e vogliosa di emergere, il Brescia alla fine del girone d’andata si trova al sesto posto in classifica.

Sognare non costa nulla, ma dopo aver toccato il fondo la ripartenza è già stata qualcosa di incredibile.