L’anno che verrà: verso Francia 2016

La foto scelta per questo editoriale ingloba in sé tanti significati, rendendo quasi superflue le parole. C’è il campo da calcio, protagonista indiscusso (speriamo) dei prossimi Europei, e purtroppo traspare anche un senso di disorientamento e paura nelle persone impresse dallo scatto. Il 2015 è stato un anno drammatico per la Francia, iniziato lo scorso 7 gennaio con gli attentati terroristici alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e conclusosi con gli attacchi in serie, ancor più catastrofici, del 13 novembre, indirizzati appunto allo stadio di Saint-Denis, dove si disputava l’amichevole tra Francia e Germania, ma soprattutto al teatro Bataclan, dove era in corso un concerto.

Inevitabile, dunque, collegare i prossimi Europei al rischio di nuovi attentati. Perché il pericolo esiste ed è tangibile, perché agli occhi dei fanatici attentatori Francia 2016 sarà un appuntamento ghiotto per seminare ancora una volta il panico in terra francese. Allo stesso modo, però, costituirà un banco di prova fondamentale per i cugini transalpini e per tutti noi europei. L’occasione per riprendere fiducia dopo le batoste subite, il modo per dimostrare al mondo che la libertà, la fratellanza e l’uguaglianza, alla fine, vincono sempre sull’usurpazione, sulla violenza e sulla morte.

In quanto ai contenuti puramente sportivi, sarà un Europeo insolito, perché per la prima volta nella storia scenderanno in campo ventiquattro squadre e non sedici come in precedenza. Con la novità degli ottavi di finale, che renderanno il torneo più lungo e imprevedibile, per la gioia di chi ama questo sport. Calcio d’inizio il prossimo 10 giugno allo Stade de France con i padroni di casa che sfideranno una sorprendente (almeno nelle qualificazioni) Romania. Finale prevista per il 10 luglio, esattamente un mese dopo, sempre allo stadio Saint-Denis.

Terza edizione delle fasi finali di un Europeo in Francia, dopo quelle del 1960 e del 1984. Un’edizione che sarà ricordata specialmente dalle cinque Nazionali debuttanti: l’Albania allenata dal CT italiano Gianni De Biasi, il Galles di Ramsey e Bale, l’Irlanda del Nord di Lafferty, l’Islanda dell’italiano Hallfreðsson e del bomber Finnbogason e la Slovacchia del napoletano Marek Hamšík. Saranno queste le mine vaganti del torneo e sicuramente fra queste squadre salterà fuori la sorpresa di Francia 2016.

In quanto alle selezioni affermate, il nostro podio è composto da Germania, Francia e Belgio. I tedeschi sono i campioni del Mondo in carica e hanno una rosa di assoluta qualità (l’ossatura Neuer-Hummels-Kroos-Schweinsteiger-Reus-Müller, di per sé, mette paura), impreziosita da giovani terribili come Draxler, Volland e Sané, solo per citarne alcuni. Poi hanno dalla loro la costanza di rendimento, e in questo senso le famose parole di Gary Lineker sono sempre attuali. Subito dietro la Mannschaft, i padroni di casa della Francia, che schiereranno campioni di assoluto livello come Varane, Matuidi, Pogba, Griezmann e Martial. Con l’incognita Benzema, ufficialmente sospeso a tempo indeterminato. Infine il Belgio, alla definitiva prova di maturità. Dopo aver raggiunto la testa del ranking FIFA, i diavoli rossi di Wilmots, inseriti nel Gruppo E con l’Italia, nutrono grandi ambizioni. E se le loro stelle (Courtois, Kompany, Witsel, De Bruyne, Hazard, Nainggolan, Lukaku e Benteke su tutti) arriveranno all’appuntamento in forma, saranno dolori.

E l’Italia? Gli azzurri di Antonio Conte hanno un grande vantaggio: partiranno senza i favori dei pronostici. Dopo le delusioni di Brasile 2014, nessuno si aspetta dalla Nazionale italiana un exploit a Francia 2016. E questo garantirà a cittì e giocatori di preparare il torneo con la dovuta serenità. L’obiettivo minimo, naturalmente, è l’approdo agli ottavi, in un girone che si annuncia insidioso: già detto del Belgio (contro il quale gli azzurri esordiranno il 13 giugno), ci sono Irlanda e Svezia, due squadre alla portata, ma da sfidare con le dovute attenzioni, specialmente gli scandinavi guidati da un Ibra ancora decisivo.

Il primo posto nel girone delle qualificazioni, davanti a una forte Croazia, lascia ben sperare, anche se l’impressione è che a questa Nazionale manchi qualcosa: tolto Verratti, stella indiscussa del panorama europeo, non ci sono altri giocatori in grado di cambiare da soli le sorti di una partita. Allora Conte dovrà impostare una squadra “operaia”, senza stelle e con tanti gregari di qualità (Candreva, Marchisio, Florenzi e i “vecchietti” Pirlo e Buffon sono nomi dal rendimento assicurato). Sperando che mai come quest’anno sia il collettivo a fare la differenza.

Dunque ancora 159 giorni d’attesa per un grande evento calcistico. E noi saremo pronti, come in passato, a presentarvi i prossimi Europei e a raccontarveli giorno per giorno, sperando che riponiate in noi la stessa fiducia che finora ci avete concesso. Con l’augurio che le attenzioni saranno su quello che dovrà essere l’unico protagonista in Francia, il pallone. E che nessuno si permetta di rovinare il sogno di tante persone, perché a vincere dovranno essere il calcio e la pace, prima di ogni altra cosa.

 

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L’anno che verrà: ragazze olimpiche.

 

Published by
Francesco Cucinotta