Avere la possibilità di giocare in una delle squadre più titolate del mondo e vedere sfumata quella possibilità poche ore dopo. Sembra la sceneggiatura di un film e invece è la realtà capitata a Sergi Guardiola, attaccante 24enne ingaggiato dal Barcellona.
Il giovane giocatore, che non ha nessuna parentela con Pep Guardiola, aveva firmato ieri pomeriggio l’accordo per giocare con il Barcellona B ma in serata il club catalano aveva deciso di rescindere il contratto con il giocatore. Motivo? Guardiola, sul suo profilo Twitter,il 26 ottobre 2013 si era lasciato andare ad alcuni tweets offensivi nei confronti della Catalogna inneggiando invece gli odiati rivali del Real Madrid proprio il giorno del Clasico.
Vista la distanza temporale, suona alquanto sospetta la diffusione di questi messaggi ben due anni dopo in un mondo, la Rete, che vive di estemporaneità e di attimi, ma il club blaugrana non ha voluto sentire ragioni: sebbene sia stato cancellato dallo stesso Guardiola quando ormai aveva fatto il giro del mondo, quel “Hala Madrid, puta Cataluna” non è andato giù al Barcellona e da lì è stato un attimo stracciare il contratto dell’attaccante.
A nulla sono valse anche le scuse di Sergi Guardiola che davanti ai media spagnoli si era giustificato dicendo che i tweet compromettenti erano stati pubblicati in una serata goliardica con alcuni amici, che si trattava solo di battute e che non erano stati scritti da lui: “Se li avessi scritti io li avrei cancellati, non sono uno stupido. Chiedo scusa a tutta la Catalogna e al Barcellona che mi hanno trattato benissimo. Capisco perfettamente il Barca e lo avrei fatto anche io. Accetto la decisione che hanno preso e niente più. Era un sogno per me e per la mia famiglia, ora è un duro colpo. Ma devo accettarlo e andare avanti”.
Mi dispiace Guardiola, ma nell’era dei social e della comunicazione globale, può succedere anche questo.