Como: ultimo posto, ma un avvenire di speranze
La vittoria di domenica, dopo l’ennesima discreta prestazione, ha regalato un fine anno, se non tranquillo, di speranza per i lariani, che restano, comunque, all’ultimo posto in classifica, con 14 punti. La quota salvezza, a questi ritmi (domenica hanno vinto praticamente tutte le pericolanti) , potrebbe essere davvero alta (sui 40 punti), e questo è un dato oggettivo al quale guardare. 21 partite ancora da giocare: appare evidente, però, che le cose devono cambiare: servono maggiore concretezza davanti, più attenzione dietro, e l’allenatore, Gianluca Festa, è più che consapevole di tutto ciò, e non ha certamente nascosto che ci sia molto da lavorare, per la sua squadra.
Cosa si è visto finora? Una squadra che potrebbe avere, tranquillamente, qualche lunghezza in più: prestazioni come quella di Cagliari, o come le partite casalinghe contro il Bari e il Brescia, meritavano forse più fortuna e, soprattutto, punti. Non si può, però, non prendere atto anche del fatto che siano mancati concretezza sotto porta, e un po’ di “cattiveria” in difesa. Certo, negli ultimi tempi (fatta eccezione per la partita di Terni), dietro si è vista maggiore concentrazione: tuttavia, azioni come quella che ha portato al vantaggio della Salernitana, nell’ultimo incontro casalingo (senza nulla togliere alla bravura di Gabionetta, secondo noi il migliore dei suoi domenica), sono di quelle che, i tifosi (e anche l’allenatore, che si è soffermato infatti sull’episodio in conferenza stampa), non vorrebbero mai vedere. In un’azione analoga, poco prima, Ebagua si era fatto ammonire con un fallo tattico: e anche quello, è segno di una mentalità forse cinica, ma concreta, e adatta alla Serie B.
Giulio Ebagua, appunto. L’attaccante di origine nigeriana, a segno con i campani, nella sala stampa del “Sinigaglia” è apparso piuttosto amareggiato: solo 3 reti il suo bottino annuale, e un ultimo posto in classifica che, per il centravanti, è difficile da digerire: “Lo confesso: non ero abituato a questa situazione, non sono mai stato ultimo in classifica. Vengo da ambienti dove non ci si parlava più se non vincevi due domeniche di seguito… certo la colpa è anche mia. Ma sono a disagio”. Il giornale La Provincia di Como ha oggi pubblicato una lunga intervista esclusiva al giocatore, dove lo stesso fa capire che potrebbe, a gennaio, valutare altre offerte. Staremo a vedere.
Chi sta meglio è Ganz, che ha ottenuto, e trasformato, il rigore decisivo contro la Salernitana, nei minuti di recupero: l’attaccante, figlio d’arte (il padre, Maurizio “el segna sémper lü”, indimenticato centravanti dell’Inter e, soprattutto del Milan tricolore di Zaccheroni) ci è apparso, invece, raggiante: “Giulio mi ha detto che se volevo potevo tirare io, e non mi sono tirato indietro. Una bella responsabilità, ma è andata bene. Ora dobbiamo andare avanti.”
Tutti, sul Lario, sono comunque concordi sul fatto che, a gennaio, ci saranno movimenti, in entrata e in uscita. Qualcosa si può provare a intuire, innanzitutto andando a vedere le formazioni schierate da Festa nelle ultime partite. Alessandro Sbaffo tornerà, con ogni probabilità, all’Avellino (l’indiscrezione è stata confermata dal sito ufficiale della squadra irpina) alla ripresa del lavoro dopo le feste. Il destino di Borghese e Minotti, accantonati anche loro dal tecnico sardo, è invece ancora da scrivere, così come quello di Isaac Ntow, esterno sinistro poco utilizzato, e di Luca Scapuzzi. Federico Gerardi, non amatissimo dal pubblico lariano, messo in panchina da Festa ma autore, domenica, dell’assist per Ganz, dal quale è scaturito il rigore che ha deciso l’incontro, resterà, dal momento che ha già giocato due gare ufficiali in due squadre: il regolamento non consente, quindi, alcun trasferimento.
In entrata, tutto è ancora da definire. Sicuramente, giocatori come Ghezzal, fanno la differenza. Il franco-algerino ha dato ordine al centrocampo, e qualche sicurezza in più ai compagni. Certo, dal punto di vista atletico, la condizione è tutta da costruire: però, la qualità si vede, e si sente. A questo Como, servono elementi così, da affiancare al nuovo arrivato e a giocatori come Cassetti che, pur essendo a fine carriera, ha mestiere, voglia, ed è un esempio per i compagni più giovani. La squadra, tutto sommato, ha fatto vedere, in più occasioni, impegno, voglia e buona volontà: servono, ora, più concretezza: nel calcio, ha maggiori probabilità di vincere, chi tira in porta spesso. Poi, si può perdere comunque, pur tirando molto. Ma non si vincerà mai senza centrare il bersaglio. E, per tirare, devono arrivare davanti palloni buoni. Più ne arrivano, meglio è. E questo, probabilmente, è il senso delle parole di Festa ed Ebagua. Buon anno, Como!