Giusto in tempo per augurare a tutti buone feste, si è concluso il girone di andata di Super League greca. L’Olympiakos va in vacanza tranquillo, con diciotto punti di vantaggio sull’AEK, tornato alla ribalta dopo due anni di purgatorio con fame di successi. Un Panathinaikos impantanato, ora affidato a Stramaccioni, punta al secondo posto, così come il PAOK ridisegnato da Tudor secondo i suoi dettami. Il girone di ritorno partirà il 2 gennaio e sarà ricco di sorprese. Intanto, vediamo chi ha meglio figurato in queste prime quindici partite: squadra titolare, riserve e prospetto più interessante. Buona lettura!
PORTIERE: Roberto (Olympiakos Pireo, 1986) – Rieccolo! Come ogni anno, la palma di miglior portiere del girone d’andata non può che andare al goalie iberico. Non solo poiché estremo difensore della retroguardia meno battuta del campionato, ma anche per sicurezza tra i pali, capacità e spessore tecnico. Alla terza stagione al Pireo, quest’anno si fronteggia abilmente pure con l’onere di essere il capitano biancorosso. Una saracinesca carismatica. Perdonate l’immagine surreale.
TERZINO DESTRO: Rodrigo Galo (AEK Atene, 1986) – Il solito motorino instancabile che ricordavamo dai tempi del Panetolikos. Dopo un break in Portogallo col Paços Ferreira, il brasiliano torna in Grecia, continua a correre e a rendersi utile. Alla prima gara ufficiale è subito a suo agio, tanto da buttare tempo zero un missile in porta contro il Platanias per porsi in grazia ai tifosi gialloneri. Nessuno tra Dellas e Poyet si è mai privato delle sue prestazioni sulla destra. Mai un secondo fuori dal campo.
DIFENSORE CENTRALE: Dimitris Siovas (Olympiakos Pireo, 1988) – Finalmente è arrivato il suo momento. Alla quarta stagione in maglia biancorossa, il redivivo Siovas si è imposto come leader della difesa dell’Olympiakos. Non solo per meriti suoi, va detto: vanno calcolati un Botía prolifico ma discontinuo e un da Costa ancora da verificare. Fatto sta che il greco si sta finalmente imponendo nelle gerarchie di Marco Silva e detta legge nella retroguardia più rocciosa di Super League.
DIFENSORE CENTRALE: Dimitris Chatziisaias (Panionios, 1992) – Questo spilungone di più di un metro e novanta è parte essenziale della favola di quest’anno: il Panionios di Marinos Ouzounidis. Apparso molto roccioso e tecnicamente valido, nonostante qualche incertezza, il numero quattro di Nea Smyrni si sta imponendo come uno dei migliori centrali del campionato per efficacia e continuità di impiego. E pensare che tre anni fa era in Serie C…
TERZINO SINISTRO: Nano (Panathinaikos, 1984) – Un po’ per bravura, un po’ per merito di squadra, Nano non può mancare. Già, perché sarebbe molto strano non avere nessun rappresentante della seconda difesa meno battuta di Super League (nove gol in quindici partite). Se i centrali sono ruotati abbastanza e con prestazioni differenti di partita in partita, lo spagnolo resta uno dei fari che illuminano il Leoforos. Sempre attento in ripiegamento, costantemente pericoloso in avanti.
CENTROCAMPISTA: Luka Milivojević (Olympiakos Pireo, 1991) – Adesso tocca a me! Quest’anno il riferimento mediano dei campioni in carica è il serbo di Kragujevac. Riscattato dall’Anderlecht senza pensarci un secondo, Milivojević è quanto di più completo si possa vedere nei centrocampi di Grecia. Bravo nel rompere il gioco e farlo ripartire dalla parte giusta, ha spesso mostrato cosa può fare coi piedi sia in tiro che in impostazione. L’infortunio di Maniatis lo ha messo in condizione di dettare legge. E lui ha risposto “ghe pensi mì“.
CENTROCAMPISTA: Zeca (Panathinaikos, 1988) – Anche per lui, 1350 minuti giocati. E non potrebbe essere altrimenti per un giocatore che rappresenta l’essenza di una squadra: non mollare, lottare sui palloni, mai tirare indietro la gamba. Zeca ormai è un tutt’uno col Panathinaikos (cinque anni in verde) e in campo è sempre essenziale. Se i verdi hanno subito solo nove gol, lo devono anche al loro capitano, che sa sempre dove stare e non si fa problemi a piazzarsi su latitudini diverse della zona destra del campo.
ALA DESTRA: Olivier Boumale (Panionios, 1989) – Sicuramente, una delle sorprese più piacevoli del campionato. Se già l’anno scorso aveva fatto notare qualità importanti, durante questa prima parte di stagione il camerunese è stato uno dei protagonisti indiscussi del Panionios, tanto da meritare l’interesse del Panathinaikos. Dotato di un grande destro, l’ex Iraklis Psachna ha distribuito assist determinanti ed è già andato a segno quattro volte. Sta vivendo la stagione della consacrazione e può solo migliorare.
TREQUARTISTA: Kostas Fortounis (Olympiakos Pireo, 1992) – Da jolly della ripresa a perno della squadra, il passo è stato breve. Se l’anno scorso l’ex Kaiserslautern risultava decisivo ogni qual volta inserito a gara in corso, oggi è il capocannoniere della Super League, il primo fautore di gioco della truppa di Marco Silva e uno dei talenti più ricercati dai club europei. Trequartista eclettico e prolifico, ha dimostrato ancor di più le sue qualità aiutato dalla libertà del suo ruolo. Si preannuncia una grande lotta per strapparlo a Marinakis.
ALA SINISTRA: Robert Mak (PAOK Salonicco, 1991) – Mak continua nella sua crescita e si ripropone come elemento essenziale del PAOK. Sebbene Igor Tudor abbia imposto un credo tattico poco apprezzato in Grecia (un 3-4-2-1 molto particolare per la penisola), lo slovacco non si è comportato male, anzi, è stato uno dei punti di forza per l’allenatore croato. Con tre gol all’attivo e qualche assist alle spalle, si sta mantenendo in media con la scorsa stagione e punta al salto di qualità definitivo.
ATTACCANTE: Nikos Karelis (Panathinaikos, 1992) – Non è una punta, ma che importa? Dopo aver sorretto le sorti dell’attacco in verde per tutta una prima parte di stagione, i ruoli non contano. Karelis va premiato per costanza, impegno e duttilità, che gli permette di giocare come ala e seconda punta con gli stessi ottimi risultati. Con un Marcus Berg in ombra e ora infortunato, tutto è sulle sue spalle e non c’è una partita in cui non porti a casa un applauso.
ALLENATORE: Marco Silva (Olympiakos Pireo) – Quando giochi quindici partite e le vinci tutte, c’è poco da dire. Il suo Olympiakos è solido, fantasioso e maturo e dà la sensazione di poter infrangere qualsiasi record. Se la retrocessione in Europa League può far storcere il naso a tifosi e dirigenza, sicuramente per stile e tattica non si possono alzare cori a sfavore. Altro punto da sottolineare, il carisma e l’autorità con cui ha saputo giostrare e tenere in panchina giocatori quasi coetanei come Domínguez e Cambiasso.
IN PANCHINA
Luke Steele (Panathinaikos, 1984) – Ha rubato il posto a nonno Kotsolis e non si è più fermato. Il trentunenne inglese sta vivendo la seconda stagione da uomo chiave e si presenta agli esami di metà anno con soli nove gol subiti, belle parate e tanta sicurezza data ai suoi difensori.
Arthur Masuaku (Olympiakos Pireo, 1993) – Sempre tra i migliori prospetti presenti in terra ellenica, Masuaku sta affinando le sue capacità: spinge con intelligenza, sa bilanciarsi meglio e ha trovato il primo gol in Super League. Qualche peccato di esuberanza ogni tanto, ma niente di imperdonabile.
Giannis Stathis (Levadiakos, 1987) – Il Levadiakos di Akis Mantzios chiude il girone di andata al sesto posto, dopo essere stato ripescato in pieno agosto. Una favola scritta con abilità e determinazione, le stesse qualità mostrate dal terzino ex OFI, ora nel mirino di realtà più importanti.
Jakob Johansson (AEK Atene, 1990) – Arriva l’anno scorso in Football League da Göteborg con la promessa della promozione e ora si gode i frutti della sua scelta. Il mediano svedese ha dimostrato buone qualità in entrambe le fasi, con ottimi tempi d’inserimento, che gli sono valsi ben tre gol nelle prime quindici giornate. Giocate praticamente per intero.
Garry Rodrigues (PAOK Salonicco, 1990) – Senza dubbio è il giocatore più in forma del PAOK. Meriterebbe il posto nella TOP 11, se nel suo ruolo non ci fosse già Boumale. Giocatore di spinta fin da subito decisivo, che firma assist e gol a volontà, Rodrigues sorprende anche per come si adatta alle diverse fasce. Un’arma a doppio taglio.
Diego Buonanotte (AEK Atene, 1988) – Il talento maledetto ex River si sta rimettendo in carreggiata ad Atene, dove sforna ottime prestazioni, segna quattro gol e delizia tutti con la sua classe. Dopo le difficili stagioni passate in Spagna e l’ultima girovagando per Messico e Argentina, gli ci voleva proprio. L’AEK lo acclama come suo nuovo genietto e l’enano di Teodelina si gode il momento.
Apostolos Giannou (Asteras Tripolis, 1990) – Sebbene l’Asteras Tripolis non abbia fatto scintille, compressa tra Super League ed Europa, il suo bomber fa egregiamente il suo mestiere, monopolizzando l’area piccola. Dopo la folgorante stagione scorsa col Panionios, Giannou continua a segnare: nove gol in quattordici presenze e gliene manca una per eguagliare il suo record in campionato.
IL PROSPETTO: Dimitris Pelkas (PAOK Salonicco, 1993) – Dopo due prestiti azzeccatissimi a Kalamaria e Setúbal, il giovane trequartista è tornato a Salonicco pronto a dare continuità al suo percorso. Schierato subito titolare da Tudor, è stato uno dei migliori giocatori del campionato per fantasia, velocità e adattabilità, tanto da meritarsi la chiamata in Nazionale. Per sfondare ha bisogno di un’altra stagione da protagonista, poi lo potremo vedere nei grandi campionati europei.