B come Babbo Natale

“Pestrin del ciel, B all’ingles, mite Tello redentor,
Pairetto in campo a fischiar, testacoda di B da giocar,
Luce dona all’Arechi, calcio infondi nei cuor”.

No, anche se ve lo starete chiedendo, non abbiamo ancora dato il via ai festeggiamenti di Natale (né tanto meno stappato lo spumante). E non vogliamo nemmeno essere blasfemi, travisando il vero significato della festa che ci apprestiamo a vivere. È il nostro modo ironico e scanzonato di ragionare sul posticipo della ventesima giornata di Serie B, che cade proprio a poche ore dal Santo Natale. Salernitana-Cagliari, difatti, è la coda di un turno della serie cadetta che si è giocato ieri e non è nemmeno l’epilogo calcistico del 2015, perché fra tre giorni soltanto si riscende in campo, per l’ultima gara di un girone d’andata infinito ed estenuante.

Un evento non proprio comune per il calcio italiano (anche se non inedito), a un orario, questo sì, del tutto originale: si gioca a Salerno alle 13, nel bel mezzo del pranzo della vigilia o delle ultime frenetiche commissioni per i ritardatari in cerca di regali. Con buona pace di tifosi, calciatori e addetti ai lavori, costretti a viaggiare a poche ore dal cenone e nemmeno troppo sicuri di arrivare in tempo per gli antipasti.

Modello all’inglese? Quasi, perché dalle parti di Sua Maestà mandano in campo anche il loro prodotto migliore, la Premier, e non solo la Championship, e lo fanno dopo Natale, il 26, e non prima. La decisione della Lega di posticipare a oggi la gara nasce, però, da ragioni di ordine pubblico (si sarebbe dovuta giocare ieri alle 20:30, ma a Salerno era già in programma l’evento “Luci d’Artista”), anche se tanti hanno manifestato il proprio dissenso, a cominciare dal tecnico rossoblù, Massimo Rastelli, che ha lamentato l’eccessiva vicinanza dell’impegno di Salerno con quello di domenica al Sant’Elia contro la Pro Vercelli. Effettivamente, si sarebbe potuto trovare un incastro migliore (magari ieri alla stessa ora di pranzo o nel primo pomeriggio), ma il dicembre della cadetteria è stato un vero e proprio tour de force e, appunto, non è ancora finito.

Christmas lunch match, dunque, per usare un’espressione anglofona nel giorno in cui persino la protestante Inghilterra non pensa al pallone. Mentre dalle nostre parti, se non tutti, almeno i tifosi campani e sardi avranno la loro razione quotidiana di calcio. E già immaginiamo scene epico-grottesche nei centri commerciali, con mogli indaffarate negli acquisti e mariti accalcati davanti a un maxi schermo o al bar, sperando di non incappare in un Natale col malumore.

Come spesso accade, quando si esce dalla normalità (e una partita di calcio il 24 dicembre, di fatto, è una cosa eccezionale), vai giù di critiche e di illuminati che pensano di avere la soluzione a tutto. Al di là dei disagi e delle polemiche, però, c’è anche chi si strofina le mani, perché c’è da giurare che la gara sarà seguita in televisione comunque da un pubblico consistente, essendo questa l’unica partita in programma in Europa. E già questo basterebbe per giustificare la scelta del presidente Abodi e di tutta la Lega della Serie B. Senza contare che, indirettamente, questo è un bell’esperimento in vista del futuro.

In quanto ai significati calcistici dell’incontro, sarà la sfida fra quella che doveva essere la sorpresa del campionato, la Salernitana di Lotito, che dai successi della Lega Pro è passata alle delusioni della Serie B (l’ultima di queste venerdì: sconfitta 2-0 a Modena, sorpassata in classifica e relegata al quartultimo posto), e il Cagliari di Giulini, a detta di tutti la vera corazzata del campionato e favorita indiscussa per il ritorno della massima serie.

I sardi, in effetti, stanno mantenendo le promesse e se avevano iniziato il 2015 con una scoppola a Palermo (5-0), si apprestano a concluderlo ai vertici del campionato di B. Esattamente il contrario di quanto occorso alla Salernitana, che ha iniziato alla grande l’anno, ma si avvia a finirlo mestamente. Ma il calcio non è una scienza esatta e all’Arechi, fra qualche ora, si parte dallo 0-0 e non saranno certo novanta minuti di scambi i regali.
Allora buon calcio a tutti, anche il 24 dicembre.

Published by
Francesco Cucinotta