Allsvenskan: un addio al 2015, le speranze per il 2016

In Svezia, per il calcio, è tempo di vacanze, già da un po’. Le discussioni, per gli appassionati, sono focalizzate soprattutto sulla Nazionale, qualificata agli spareggi per Euro2016 (e sorteggiata, per la Competizione, nel girone con l’Italia, come ben sappiamo). Di Allsvenskan futura si parla poco, anche se, da alcuni giorni, sono noti i calendari del prossimo torneo. Più facile, forse, rievocare questo 2015, che è stato, per il calcio svedese, a livello di nazionali, da incorniciare. Ma parliamo, in questo contributo, più che altro di Allsvenskan, di quanto accaduto, delle prospettive future.

La stagione è stata, sicuramente, più che positiva. Record di spettatori, un torneo avvincente, risolto all’ultima giornata, e con una vincitrice a sorpresa. Insomma, tutti gli ingredienti giusti. L’annata era, del resto, ideale, già nei suoi prodromi: niente grandi tornei internazionali (a parte l’Europeo U21, che ha avuto però un impatto limitato, facendo anzi forse da traino al massimo torneo nazionale), il ritorno in massima serie dell’Hammarby (i Bajen hanno uno straordinario seguito di spettatori). Com’è andata, lo sappiamo: alle quattro grandi (Göteborg, Malmö, AIK ed Elfsborg) si sono aggiunte Norrköping e Djurgården, che hanno dato luogo a una lunga ed emozionante battaglia, terminata con la vittoria dei Pekings

In Svezia, in prospettiva 2016, si ironizza: Robert Laul, uno dei commentatori di calcio più autorevoli, nel paese scandinavo, ha fatto notare che, tra una vittoria e l’altra del Norrköping, negli ultimi decenni, sono sempre passati intervalli di 26 anni (1963-1989-2015). Quindi, i tifosi dovranno attendere il 2041, per festeggiare di nuovo. Certo, c’è il fattore economico, non proprio un’inezia: i club di Allsvenskan sono spesso costretti a cedere i loro pezzi migliori, per sopravvivere. Bisognerà quindi vedere, ai nastri di partenza del torneo, come si presenteranno le squadre. Lo scrivevamo anche noi, del resto, sempre a proposito degli Snoka, con le strade ancora da ripulire dopo la festa per la vittoria. Ma, come nota sempre Laul, se avessimo ragionato così, lo scorso anno, non avremmo neppure dovuto iniziare a giocare: il Malmö, infatti, ha incassato dall’UEFA parecchio denaro per la partecipazione in Champions League. Eppure, le cose sono andate come sappiamo. Certo, per l’anno prossimo, sono da mettere tra i favoriti. Corre voce, addirittura, che in estate Zlatan Ibrahimović, in scadenza di contratto in Francia, possa decidere di chiudere qui la carriera: se così fosse, allora si che non varrebbe la pena giocare!

Il Göteborg sta trattando per cedere il gioiellino (forse un po’ acerbo) Engvall allo Stoke, in Inghilterra, e questo indebolirebbe non poco la squadra del rude Lennartsson (sempre che rimanga, e non venga chiamato a sedersi sulla panchina della Nazionale maggiore maschile, in via di rinnovamento dopo che sarà terminato l’Europeo). Al Djurgården, che ha buoni mezzi finanziari, serve un attaccante di peso, che garantisca gol con continuità. L’Elfsborg, sarà quasi sicuramente protagonista. Più indietro, bisognerà capire se l’Helsingborg potrà tornare grande, e siamo curiosi, anche noi come Laul, di vedere cosa sarà capace di fare il tenace Axén con il suo Örebro, visto che quest’anno dovrebbe avere carta bianca fin dalla preparazione invernale. Difficile vederlo in lotta per le primissime posizioni; ma del resto, lo scorso anno, chi aveva pronosticato il Norrköping campione? L’AIK è un cantiere, dopo gli addii di due pilastri come Goitom e Pavey: ma non è difficile, pronosticarli come protagonisti, anche quest’anno.

Tuttavia, la stagione, quest’anno, sarà più complicata. La sosta estiva, innanzitutto: per consentire lo svolgimento di Euro2016, l’Allsvenskan non si fermerà solo per Midsommar, ma dall’ultimo fine settimana di Maggio, e fino al 10 Luglio. Altra tegola, sarà il torneo olimpico di calcio a Rio. Come sappiamo, non c’è obbligo, per le società, di concedere il nulla osta ai giocatori per partecipare. Ma non sarà semplice, non consentire a un giocatore, che lo chieda, di provare l’esperienza olimpica, che mantiene un fascino senza tempo.