FC Thun: piccoli, ma quadrati
Continua la nostra rassegna sulle squadre della Raiffeisen Super League svizzera: oggi tocca al FC Thun, squadra dell’Oberland bernese, una delle regioni montane più belle del mondo.
Il FC Thun, pur essendo stato fondato nel lontano 1898, non è un club con grandi tradizioni, non avendo mai vinto nessun torneo, a livello nazionale. Il massimo traguardo raggiunto, in tal senso, è stata la finale di Coppa svizzera nel 1955, dove i biancorossi furono sconfitti 3-1 dal FC La Chaux-de-Fonds. La società però, nel nuovo millennio, ha ottenuto risultati sportivi di livello elevato, riuscendo addirittura, nella stagione 2005/2006, a qualificarsi per la fase a gironi della Champions League, e in quella 2013/14, per lo stesso livello dell’Europa League.
Nella scorsa stagione, la compagine bernese, sotto la guida di Urs Fischer, è giunta al 4° posto in Super League (52 i punti totalizzati, frutto di 13 vittorie (8 in casa), 13 pareggi (6) e 10 sconfitte (8), maturando così il diritto a disputare, in questa stagione i preliminari di Europa League, e venendo eliminata, all’ultimo turno, dallo Sparta Praga, dopo aver superato gli israeliani dell’Hapoel Be’er Scheva e, nel turno successivo, il Vaduz, nel “derby” di Super League.
Il cammino dei biancorossi, tuttavia, è stato, in questa stagione, abbastanza accidentato. Ciriaco Sforza, al quale inizialmente era stata affidata la panchina, non è riuscito a trovare una buona intesa con l’ambiente. La dirigenza, quindi, a fine settembre, ha deciso di separarsi consensualmente dal tecnico, e di affidarsi al lussemburghese Jeff Saibene, considerato, dalla presidenza del club, un “usato sicuro”, vista la sua profonda conoscenza del calcio elvetico di serie maggiore. Il tecnico, inoltre, non era nuovo dell’ambiente, avendo fatto, nel 2006/2007, una stagione sulla panchina bernese, prima da secondo, e poi da titolare. La “Cura Saibene” ha dato i suoi frutti: con il lussemburghese alla guida, i biancorossi hanno inanellato 3 vittorie consecutive, prima di essere fermati, in casa, dal San Gallo. Nei successivi tre incontri, i bernesi hanno un po’ rallentato, avendo ottenuto solo una vittoria (in trasferta, a Sion) e due sconfitte (Lucerna e Basilea in casa), oltre a subire l’eliminazione dalla Coppa svizzera, per mano dello Zurigo, sempre sul terreno amico.
La squadra gioca i propri incontri casalinghi nella modernissima Stockhorn Arena, impianto inaugurato nel 2011, con capienza massima di 10.000 posti, tutti al coperto, e a sedere. Hanno finora assistito alle partite della squadra biancorossa 55.950 tifosi, per una media di 6’217 presenze a incontro. Niente male (considerando, soprattutto, il bacino d’utenza: Thun è, infatti, una città di poco più di 40.000 abitanti), anche se, quest’estate, la dirigenza della squadra si lamentava della scarsa attenzione dell’imprenditoria locale nei confronti del club, con tutto ciò che questo significa in termini di possibilità economiche.
Dal punto di vista tecnico, Saibene schiera i suoi ragazzi, normalmente, con un 4-4-2 classico, che vede davanti Simone Rapp e il congolese Munsy, molto potente fisicamente, e con buoni mezzi tecnici. In mezzo, l’uruguagio Zarate, Schirinzi, Wieser e Hediger costituiscono una cerniera a tutela della difesa a quattro con Faivre tra i pali, Reinmann e il ticinese Sulmoni centrali, Wittwer e Joss sulle fasce. Sforza, invece, prediligeva altri moduli (4-1-4-1 e 4-2-3-1), e puntava maggiormente sul portoghese Ferreira e sull’attaccante Buess, che il lussemburghese utilizza, invece, meno di frequente.
Dove può arrivare il Thun? Saibene è uomo pragmatico e ottimo conoscitore del calcio rossocrociato: l’organico è buono, il telaio è quello del quarto posto dello scorso anno, ed è favorito anche dal giocare sul campo sintetico, al quale non tutte le compagini sono abituate. La zona nobile della graduatoria, è distante però 6 punti e, soprattutto, vi sono altre squadre in grado di giocarsi la qualificazione europea, forse più attrezzate (Lucerna e Sion sicuramente, per non parlare delle due corazzate svizzero tedesche GCZ e YB). Ci sentiremmo di escludere, quindi, un orizzonte così luminoso per i bernesi. Allo stesso modo, però, punteremmo sicuramente sulla loro salvezza: il tecnico, e l’organico, ci sembrano una buona garanzia in tal senso.
(7 – Continua. Le precedenti puntate le trovate qua: Lugano, Basilea, Sion, Grasshopper, Zurigo, Young Boys)